Guida alla Guida

02-06-2025

Tavole golose in Basilicata: nove indirizzi dove vale la pena fermarsi

Una regione gioiello, dalla cucina autentica, naturale, così radicata alle tradizioni, ma che ora si affaccia curiosa su visioni di contemporaneità: da Potenza a Matera, le tappe imperdibili per gli amanti della buona tavola

La splendida vista dal ristorante Regiacorte del S

La splendida vista dal ristorante Regiacorte del Sant'Angelo nel cuore di Matera

Alla scoperta delle eccellenze gastronomiche della Basilicata con 9 tappe gourmet che ci svelano il fascino e i sapori di una terra tutta da scoprire. Ecco una selezione delle migliori insegne scelte dalla Guida di Identità Golose. Buon viaggio!

 

Don Alfonso 1890 al San Barbato, Lavello (Potenza)

Lo chef Donato De Leonardis

Lo chef Donato De Leonardis

Il ristorante Don Alfonso 1890, sotto la guida dello chef Donato De Leonardis, è una delle poche tavole di fine dining della Basilicata. All’interno dell’hotel San Barbato, una piccola astronave marziana di ospitalità e accoglienza atterrata a qualche chilometro dall’area industriale più grande della regione. L’ambiente è raffinato e accogliente, il servizio impeccabile, l’esperienza culinaria assai piacevole. Formatosi prima all’Alma e poi nelle cucine della famiglia Iaccarino, Donato De Leonardis è un lavellese doc, poco più che trentenne che ha saputo trasferire a questa tavola di periferia della galassia Iaccarino lo stile fresco e mediterraneo della cucina della casa madre, trovando il modo di inverarlo in menu costruiti attorno ai prodotti tipici di questo territorio. La salsiccia pezzente, il pane cotto, i funghi, le carni bovine e ovine, il rafano, la dispensa snocciola temi gastronomici storici lucani. Materie prime pregevoli, cotture precise, sono gli elementi di una cucina mediterranea che si esprime con eleganza e freschezza. In sintesi, il Don Alfonso dell’hotel San Barbato è una meta imperdibile per gli amanti della cucina classica italiana.
Giulio Francesco Bagnale

 

Aroma, Matera
Aroma è li a due passi dalla più bella balconata di Matera dove, in un sol colpo, s'ammirano i famosi Sassi. Il ristorante ha quel piglio di giusta eleganza, pareti antracite o nere, sedute comode, personale cordiale e professionale, che lo collocherebbe benissimo tra le vie di Parigi. Ad accogliere c’è Floriana Panico, titolare illuminata di questo luogo che spacca, moderno e inatteso e che nell’incontro con il giovane cuoco Vincenzo Bellarte, ha trovato la quadra di una cucina di ricerca negli abbinamenti come nei sapori. Piatti contemporanei che rimarcano i sapori del territorio, il gusto, la qualità ma in veste snella, più vicina ai nostri giorni e stili di vita. Un colpo basso Ricordando la parmigiana, che fa parte del menu Restando rivolto alla tradizione italiana, bocconi cremosi, ghiotti a cui non si riesce a resistere e se ne vorrebbe ancora dell’altra, una volta terminato. E che dire del Carrè d’agnello dell’Appenino Lucano, con il suo jus, coriandolo, crema di pastinaca e cicorie in carpione, servito con uno gnumarello e un goccio di ummeboshi. Il gusto lo si ricorderà a lungo. Imperdibile la Mousse in crosta di pane di Matera IGP, dessert ode allo spreco alimentare.
Pierpaolo Sammartino

 

Dimora Ulmo, Matera
Scollinano senza crisi o fatica il loro settimo anno quelli di Dimora Ulmo. La tavola di Michele Castelli (e la sua ombra Virginia Caravita) e Francesco Russo continua a essere un luogo di gusto e bellezza per il palato almeno quanto lo è per gli occhi. La cucina di Michele Castelli e sempre più matura, netta, dritta. La sala governata da Francesco Russo sicuramente la migliore della regione e una delle migliori del Sud. Pulita e nitida la sala perché ci si perda nelle opere d’arte moderna e contemporanea che circondano il commensale, bella, come nessun’altra a queste latitudini, la terrazza estiva con i tavoli affacciati sulla Madona dell’Idris e le migliaia di anni di storia che la circondano. Le sere estive scorrono languide, seduti nel mezzo del “presepe” più famoso del mondo, fra un boccone fuori menu di gnummaridd, un morso gentile di Pecora, caponata e verza al vermouth, un bicchiere di un’annata ormai introvabile di un grande aglianico (o di molte altre introvabili annate di un grande vino a vostra scelta). Un sospiro perché prima o poi finirà. Un sorriso perché prima o poi si ritornerà.
Giulio Francesco Bagnale

 

Myricae, Matera

Piatto del Myricae

Piatto del Myricae

Trovate l'ingresso di questa bella tavola contemporanea nello slargo su cui si affaccia il palazzo della ex Banca d'Italia, quasi al termine di via del Corso, lì dove finiscono le boutique e poco prima che inizi il tratto dedicato alla gastronomia. Il corridoio da piazza San Francesco e via Ridola fino al museo di Palazzo Lanfranchi è un'unica sequenza di locali per bere e mangiare con in mezzo, una farmacia. Che se non fosse lì da molto tempo prima della metamorfosi in area ristoro del centro storico materano, questo scorcio di bel passeggio potrebbe immaginarsi frutto di lungimiranza urbanistica da parte delle istituzioni locali. La porta di Myricae è di fianco a una di quelle stanze self service h24. Una specie di ultima tentazione del diavolo prima di uscire dal deserto. L'ambiente è contemporaneo, tavoli e bancone centrale da usare come tavolo dello chef. Nicola Stella si prende cura della sala, Domenico Paolicelli sfama i più curiosi appollaiati intorno al bancone. Si mangia una cucina di territorio pensata e contaminata, bene, dalle tante esperienze che i due hanno messo assieme nel tempo. Si mangia contemporaneo, intrigante e goloso.
Giulio Francesco Bagnale

 

Regiacorte del Sant'Angelo, Matera
Regiacorte del Sant'Angelo è un ristorante di gran fascino, racconta Matera senza inutili stereotipi, ma con accurata contemporaneità: la chiamano, l'evoluzione del sasso. Sapori mediterranei, con un tocco di eleganza che accogliamo con gioia. Piatti ben pensati e costruiti come un ponte tra la gastronomia locale ed il punto di vista dello chef Pompeo Lorusso: proposte ricche di materie prime eccellenti, accompagnate da un’accurata selezione di vini italiani ed internazionali. Della cantina (e non solo) se ne occupa il maître-sommelier Francesco Contini, anche lui materano doc. Aperto agli esterni, Il Regiacorte è anche parte del Sant'Angelo, albergo diffuso, inevitabile fiore all'occhiello della città: per i clienti dell'hotel, la ristorazione è affidata proprio al Regiacorte, fin dalla prima colazione. E così, tra grotte, scalinate e vicoletti antichi, la luce si riflette sui sassi e cambia continuamente, a ogni ora. Bellissimo godersi tutto questo dal Regiacorte, un punto di vista sicuramente privilegiato.
Nadia Taglialatela

 

Vitantonio Lombardo, Matera

Uno scatto dello chef Vitantonio Lombardo a cura di @Pal Hansen

Uno scatto dello chef Vitantonio Lombardo a cura di @Pal Hansen

Vitantonio Lombardo e Donato Addesso, Donato Addesso e Vitantonio Lombardo. Praticamente impossibile scindere il duo che governa cucina e sala di questo ristorante collocato all'interno di una grotta del Sasso Barisano, recuperata e ristrutturata con particolare gusto e perizia. Cucina a vista comme il faut nei migliori stellati del vecchio continente, nella quale risuona a ritmo di 4 quarti il rituale "sì chef!", sala con tavoli vestiti di bianco impeccabile a riflettere la luce delle lampade da interno. Vitantonio Lombardo propone una cucina pensata e costruita intorno a un'idea estetica personalissima che pesca a piene mani dalla memoria della propria infanzia e dall'iconografia più classica di territorio. Risultato una serie di piatti nei quali, per estetica e concetto alla base dell'idea, è riconoscibilissima la mano del cuoco. In sala una piccola ciurma che si muove svelta sotto l'occhio attento di Donato Addesso a prendersi cura dei commensali e a raccontare il pensiero che si cela dietro ogni preparazione dello chef. Una piccola gioiosa macchina da guerra insomma con tante specialità.

 

Res Lab, Montescaglioso (Matera)
La morte come principio di nuova vita. Consapevolmente o meno, l’atto culinario di Francesco Leone ha ispirazione platonica. La proposta del Res.Lab fa di ogni piatto una provocazione al gusto comune, uno smarrimento cercato di sapori e consuetudini. Gli ingredienti di partenza selezionati con attenzione, in un racconto di territorio che fa da contrappunto a tecniche di maturazione e fermentazione attorno alle quali gira un menu settimanale che valorizza la filiera corta. Per buona parte addirittura familiare. La cucina di Francesco è ragionata su sostenibilità alimentare e riduzione degli sprechi, utilizzando metodi che cercano i sapori attraverso percorsi anche estremi di frollatura e fermentazione. Con ogni ingrediente che nel suo annichilimento rinvigorisce e rinasce in piatti dal gusto intenso. Ogni piatto diventa così un'opportunità di esplorare ingredienti che, grazie al lavoro di Francesco, si reinventano, creando esperienze gastronomiche uniche. Res.Lab è tappa imperdibile, per chiunque voglia affacciarsi oltre il consueto, immergersi nelle metamorfosi possibili del cibo. Restarne sorpresi. Ricordare soddisfatti.
Giulio Francesco Bagnale

 

Bramea, Palazzo San Gervasio (Potenza)

Lattuga bruciata, trota alla scapece e salsa cocktail, un piatto del Bramea

Lattuga bruciata, trota alla scapece e salsa cocktail, un piatto del Bramea

A Palazzo San Gervasio non ci si capita per caso, distante com’è da tutto, dalle arterie principali, le direttrici del traffico locale, gli altri comuni del territorio. Distante dalle intenzioni e necessità di viaggio, più vicino agli accidenti del destino. Ma ci nasce gente cocciuta, come Francesco Lorusso. Uno di quelli bravi, che cucina bene, che ha cucinato un po’ dovunque nel mondo e che alla fine ha deciso di tornarci, qui a casa sua, per aprire il suo di ristorante. Lontano da tutto, a volte anche dalla gente del posto, Francesco celebra un territorio assai poco conosciuto e i produttori che ci lavorano, con i loro sforzi quotidiani, lontani da tutto. I loro prodotti, che altrove li avrebbero fatti ricchi, e che qui faticano a trovare una via verso un pubblico adeguato. Gente che devi conoscere di persona e devi andare tu a trovare per prenderti quello che ti serve. La cucina di Francesco Lorusso è tutta qui, persone, storie, strade, prodotti, bestie al pascolo, giri in campagna per erbe, spezie, profumi, amari da vertigine, sapidità inattese. E poi padelle, braci, estratti, fondi, recupero, idee bruciate e recuperate. Un mondo che non ti cerca, ma ti accoglie sempre.
Giulio Francesco Bagnale

 

Antica Osteria Marconi, Potenza
L’Antica Osteria Marconi a Potenza, morso di volumetria sfuggito alla fame ferina dei palazzinari di quaggiù, è da oltre trent’anni una tavola di rifugio e affezione per chi mangia con gusto e si trova percorrere queste periferie d’Italia. Giuseppe Misuriello ha costruito con pazienza e tenacia una sosta gastronomica di qualità, attorno a una cucina pulita, fresca, di territorio e di prodotto, leggera ma non eterea. Piatti tanto facili da leggere sul menu quanto semplici da godere al palato. Funghi, patate, cicorielle, agnello, fagioli, uova, pecorino, caciocavallo, maiale, c’è un intero mondo contadino ad attendervi. Un prodotto selezionato con attenzione su cui si mettono le mani il meno possibile, una cucina di tradizione conosciuta a menadito che viene riproposta contaminata giusto quello che serve per aggiungere contemporaneità a un rito atavico, sorpresa alle conversazioni attorno alla tavola, buonumore infine, che è un bonus atteso da chi decide rinunciare alla instagrammabilità dello street food, per la piacevolezza di una tavola ben apparecchiata.
Giulio Francesco Bagnale


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