La Guida ai ristoranti di Identità Golose rappresenta un punto di riferimento sicuro per scoprire insegne d'eccellenza in tutta Italia: dai classici imperdibili dell'alta cucina alle trattorie autentiche, passando per osterie e nuove tavole da scoprire. Il panorama si arricchisce costantemente di proposte inedite che continuano a sorprendere e a ristorare gli appassionati. In questa occasione vi conduciamo sulla costa Adriatica, in Abruzzo, una regione ricca di mete intriganti, tra colline, montagna e...mare! Ecco per voi otto consigli da seguire per le vostre soste golose...
Il Palmizio, Alba Adriatica (Teramo)
Sul lungomare di Alba Adriatica il Palmizio data 1980 quando il padre, Claudio, dell’attuale patron, Valerio Di Mattia, lasciò uno chalet per aprire un locale attivo tutto l’anno dove il pesce è l’assoluto protagonista, prodotto lavorato il giusto, con tanto gusto, e così esaltato al massimo senza essere mai stravolto dalla chef Yelena Kovalyova, moglie del patron. Ci sono dei piatti al volo, c’è un menù per i bambini e ci sono vari percorsi che uno si crea. Io continuo a pensare alla degustazione di crudi come il Tortello di pesce serra e puntarelle o il Crostino di cicala di mare. Poi la degustazione di cotti, Triglia croccante e maionese o Soffice di patate, lumache di mare e tartufo. Dalla cucina sembra arrivare ogni bontà senza mai giungere alla parola fine, e il piacere è continuo anche perché poi vi sono primi eseguiti bene come la Minestra di moscardini o lo Spaghettone alici e pecorino. Secondi classici come la frittura, ma giusto puntare sul Brodetto alla sambenedettese già deliscato, con i pesci aggiunti via via e bolliti il minimo necessario. ps: si è in provincia di Teramo, così il primo maggio si celebrano le Virtù. A voi scoprirle, anche perché hanno note creative.
Paolo Marchi
Zenobi, Colonnella (Teramo)
Chi non conosce Patrizia Corradetti e il suo ristorante Zenobi non sa cosa si perde. A Colonnella, in provincia di Teramo, Zenobi rappresenta l'ultimo avamposto della cucina teramana e il primo di quella picena, una fusione imperdibile che solo una persona sensibile e caparbia come questa instancabile cuoca può tradurre in piatti genuini, schietti, che della semplicità non hanno altro che l'apparenza. In menù grandi i classici quotidiani, ma non mancano mai proposte del giorno avanzate in base all'offerta dell'orto o dei produttori locali che dialogano a filo diretto con la cucina. Ai fornelli insieme a lei le figlie Sandra e Cristina, mentre in sala c'è Marcello, il figlio, tutti insieme appassionatamente hanno deciso di supportare la madre nella sua importante missione: cercare di mantenere in vita la cultura gastronomica di quell'angolo di terra unico al mondo. Quel che conquista di Zenobi, oltre all'ottima cucina, è l'immutabilità del tempo, che fa rima con Maccheroncini all'Abruzzese con polpettine di carne, Pallotte cacio e ova, Timballo tradizionale teramano (ma anche per vegetariani).

Aprudia, Giulianova (Teramo)
Giulianova è la città scelta da Enzo Di Pasquale per il suo Aprudia. Qui non troverete cucina tipica, ma una cucina “di soggetto”, di persona, di identità, che si schiera, per esempio, a favore del tempo e della stagionalità, del benessere dei propri ospiti e della felicità personale che lo chef vive nell'ideazione dei piatti. È una cucina senza compromessi quella che Di Pasquale propone, sempre diversa e migliore rispetto a quella del mese o dell'anno precedente, perché tutto deve essere in evoluzione, in primis se stesso, mai soddisfatto e sempre pronto a mettersi in discussione. Qui troverete una grande nettezza dei sapori, come dimostrano piatti come i Cappelletti anatra e bufala, brodo di cappesante, anguria e agnello, la Seppia, brodo di pancetta affumicate e champignon, i Carciofi alla brace, gamberetti e polline. Due i menu degustazione: Piccolo Cuciniere e Cuciniere. L’emozione da Aprudia è tutto e la troverete nelle temperature, nei rimandi orientali, nelle sfumature nostrane, nella sostenibilità e nella libertà dell’essere.
Rotta, Giulianova (Teramo)
Il riferimento, sulla statale adriatica, è l’hotel 900 a Giulianova, via Galileo Galilei 226 che accoglieva uno chef di talento come Enzo Di Pasquale, ora a Giulianova Alta. Vi sono tornato allertato da due amici: “Dovete andare da Rotta. Lo chef è davvero bravo, si chiama Gianluca”. E di cognome Durillo. Rotta "cucina e ristoro" perché siamo a ridosso dell’Adriatico e Gianluca ci esorta ad andare “fiduciosi nella rotta dei nostri sogni”. E così è stato. Due menu degustazione, uno chiamato "Terra ferma", più di carne che di pesce, e l’altro "Orizzonte" per “guardare l’orizzonte attraverso una cucina d’istinto guardando il vento accarezzare il mare”. Cena lunga, ma con tempi piacevolissimi nonostante le tante portate: Insalata di primavera con latte di mandorla amara e gelato alla ricotta affumicata; Tortelli di pollo alla brace; Battuta di pecora, genziana, brodetto e cicoria; Carciofo brasato, miele, birra e olive; Spaghetto patate arrosto, cipollotto e pecorino; Agnello alla brace, zabaione affumicato, bieta e noci; Faraona arrosto, il suo fondo, rape e ratafia; infine Fragole, uva fragola e mascarpone. Una rotta felice verso la gioia.
Paolo Marchi

D.one, Roseto degli Abruzzi (Teramo)
Due menti volitive. Quella di Nuccia De Angelis imprenditrice coraggiosa con il desiderio di rivitalizzare un bel borgo collinare affacciato sul mare della costa teramana. E quella dello chef Davide Pezzuto, salentino classe 1980, abruzzese d'adozione dopo aver girato tra le cucine di Rossellinis, Abac e La Pergola che a quel desiderio ha agganciato l'idea di un ristorante diffuso e la gestione di un'azienda agricola di venti ettari. Così il D.One, grazie a loro, ha raggiunto risultati sorprendenti e oggi rappresenta un elegante microcosmo che si compone di ambienti recuperati con gusto raffinato. Elegante e al contempo solida è anche la cucina di Pezzuto, che si muove su una linea di creativa golosità. Lo dimostrano i piatti: Stranizzi d'amuri - involtino di amido di riso, ulva lactuca, gamberi bianchi, ricci di mare e ricotta di pecora, Messaggio dal mare, seppie sporche marinate al lime, chips di miglio nero soffiato, gel di acqua di cipolla rossa acidificata, Non una mozzarella, Animelle d'agnello, indivia arrosto, jus al cardamomo affumicato. Il suo carattere è forte e si sente.
Vecchia Marina, Roseto degli Abruzzi (Teramo)
Si potrebbe rimanere ore ad ascoltare Gennaro D’Ignazio, a sentirlo raccontare di come un tempo, a Roseto degli Abruzzi, la cucina “nobile” fosse quella di terra, dei grandi timballi, dei sughi, dei fritti e della carne. Eppure lui ha saputo andare contro corrente e scegliere il mare. E quello che un tempo poteva sembrare un azzardo si è trasformato, invece, in un grande successo. Chef autodidatta, Gennaro ha saputo imparare, strada facendo, le tecniche di pesca migliori per ogni tipologia di pesce o mollusco, e i metodi all’avanguardia per gestire e conservare la freschezza della materia prima che sceglie personalmente e con grande cura al mercato ittico in piena notte, al rientro dei pescherecci. La cucina della Vecchia Marina è sincera come il sorriso e la passione dell’uomo che ne narra la storia, è un autentico inno all’Adriatico. Nessun manierismo, solo semplicità, esaltazione del pescato. È tradizione spogliata di ogni aspetto rustico, fino a diventare elegante. Che si ordini un crudo, gli Spaghetti alle vongole, una grigliata di pesce o una Zuppa imperiale è impossibile non sentirsi pienamente appagati da una delle cucine più genuine del litorale abruzzese.

Al Metrò, San Salvo (Chieti)
In Abruzzo, nel piccolo comune di San Salvo Marina, c’è Al Metrò, un indirizzo imperdibile per gli amanti della cucina di mare ma con una marcia in più. Qui lo chef Nicola Fossaceca, coadiuvato in sala e in cantina dal fratello Antonio, traccia una linea ben definita che partendo dalla tradizione si spinge su nuove consistenze e sapori raccontando un Abruzzo di mare e di immediato entroterra a dir poco emozionante. Ogni piatto, basato su una materia prima prevalentemente locale e impreziosito anche da abbinamenti inattesi, è presentato con cura e massima attenzione ai dettagli. I profumi del territorio, come le erbe marine, pervadono piatti che ricordano la tradizione ma la scavalcano in una ricerca che le dà nuove forme e ne lascia una traccia ancora ben leggibile con alcuni piatti che da soli valgono il viaggio. Il menu à la carte cambia spesso e anche questo è un dato a vantaggio del locale che, di contro, salva in un unico menu degustazione molti piatti che hanno riscosso entusiastici consensi nel corso degli anni. La carta dei vini è ricca e ben curata, con una selezione di etichette locali, nazionali e internazionali. Il servizio è impeccabile, attento e discreto.
Giustino Catalano
Bottega Culinaria, San Vito Chietino (Chieti)
Bottega Culinaria è un punto fermo, non lontano dalla costa dei trabocchi, ma volutamente distaccato per sganciare gli animi dalla frenesia e riconnetterli al vero, a un concetto autentico di cucina che nutre di sapori e di pensiero. Perché Cinzia Mancini da quel punto fermo, viaggia con costanza e curiosità, vivendo Bottega non come laboratorio asettico, ma un’aula magna in cui apprendere il potenziale degli ingredienti - su tutti, quelli vegetali - e della tecnica che, al momento, la guidano a un lavoro di concentrazione verso intensità potenti. Vengono sottratti gli zuccheri complessi, la necessità di un primo piatto di soli riso e pasta: preferisce conservarne la forma, ma sostituire gli ingredienti costituenti e quindi, lo Spaghetto è di farina di castagne, e lo Gnocco realizzato per la maggiore con un erborinato abruzzese e patate. Lavora abile sui fondi, applicando il principio del metodo Solera e sulle fermentazioni, avanzando sempre più sicura sullo studio dei formaggi vegetali, che porta avanti con l’Università di Teramo. Un viaggio nel tempo e nello spazio, che ha inizio dalle radici. Una cucina consapevole che acquista forza nel gusto e continua a emozionare come poche.
Marialuisa Iannuzzi