Guida alla Guida

31-10-2024

L'autunno lungolago: 15 ristoranti che valgono una sosta sul Garda

Le sponde del lago che bagna Lombardia, Trentino e Veneto sono il luogo ideale per una gita fuori porta in questa stagione. Ecco i migliori indirizzi per un pranzo o una cena selezionati da Identità Golose

Insalata pazza del ristorante Nin

Insalata pazza del ristorante Nin

Un viaggio nel gusto. Le sponde del lago di Garda sono la meta ideale per gli amanti delle gite fuori porta autunnali, dei weekend lontano dalle città, delle passeggiate e delle soste golose. Ecco una selezione dei migliori ristoranti lungolago (e dintorni) secondo la Guida di Identità Golose.   

 

VENETO
Nin
 
- Brenzone sul Garda (Vr)
Gusci di patata di mannitolo e isomalto, toast di latte soffiato, myoga con annatto, radici di loto e mole, gel di aguachile, ostie di maltodestrina, tucupi e alghe iso no yuki, Pringles al pimenton de la Vera, spume di pasta sfoglia, marshmellow di polpe di cacao, trofie di tendine di mucca… Chiusa l’esperienza di 6 anni all’Inkiostro di Parma, dal 6 aprile 2023 officia al Nin, il ristorante contenuto nel Belfiore Park Hotel di Brenzone sul Garda, sponda veronese del lago. Un debutto magnifico, spiegavamo. «Cerco di mettere almeno un elemento che non ho mai trovato su altre tavole». Lo fa con ricerca ma anche con allegria, una dote molto apprezzabile in un'epoca in cui la cucina ha cominciato a prendersi troppo sul serio. Anche per un cronista scafato, è complicato stare dietro a tutti i significati della dispensa del Nin: è un continuo googlare sul significato di quel carboidrato o polimero, su quel succo della radice di manioca o la ricetta sconosciuta messicana. Il compito viene bene, con una brigata di sala di ragazzi bravissimo, già tra i migliori d'Italia. (Gabriele Zanatta)

 

Regio Patio del Regina Adelaide – Garda (Vr)
Regio Patio è l’elegante ristorante annesso all'hotel Regina Adelaide, affacciato sulle onde del Garda. Hotel, spa, piscina e pasticceria sono un degno complemento del ristorante gourmet, sempre gestito dall’executive chef Andrea Costantini, un ragazzo friulano con esperienze  importanti e un mentore d'eccezione come Bruno Barbieri. Costantini ama i gioielli dentro e fuori dal lago: l'olio extra vergine d’oliva, i vegetali delle colline e i pesci d'acqua dolce, i cardini di due menu degustazione. “Garda 100%” salpa con una Bruschetta di persico e si conclude con un Pandolio al limone, miele e zafferano della Lessinia. “Orto”, invece, fa salire in cattedra i vegetali coltivati dalla famiglia Tedeschi: Asparagi bianchi, mango, vaniglia, polvere d’olio, Agnolotti di radici tostate glassati e fonduta e Fragola al cognac, rabarbaro e cioccolato caramellato, per finire…. Una cucina moderna, creativa, del territorio ma non solo, con un filo conduttore preciso: la piacevolezza complessiva dell'esperienza, amplificata da un servizio di sala molto accurato.

 

Vecchia Malcesine – Malcesine (Vr)
Leandro Luppi non delude mai. Passano gli anni, ma la sua voglia di giocare con gli ingredienti non cambia. Da sempre sposa la sua creatività con il territorio di cui è strenuo portabandiera in collaborazione con tanti colleghi che come lui si affacciano sul Lago di Garda. Il concetto di fare squadra, di fare sistema, gli è molto chiaro ed è importante oggi più che mai perché il Benaco sta alzando il livello della sua offerta di ospitalità. Leandro Luppi si definisce «una persona che fa lo chef: non voglio essere identificato per quello che faccio, ma per quello che sono». Infatti la sua cucina dimostra da sempre grande personalità. Nel menu Revolution troverete piatti come il Tacos, Trota & Orto, Spaghetto Amatriciana, Kiwi & Pescegatto, Pane e Pomodoro fino a Kung-fu Panda, ma si nato in Italy. Nel Classics and more, più corto, ecco Mortadella di Trota, Cannolo, manzo, caviale, ricotta, Carbonara di lago, Risotto, coniglio, porri, liquirizia e molto altro. Non ci si annoia mai.

Uno dei piatti in carta al Senso dell'Eala Hotel

Uno dei piatti in carta al Senso dell'Eala Hotel

LOMBARDIA
Senso dell'Eala Hotel - Limone sul Garda (Bs)
Pochi tavoli con vista sull’immenso profondo blu del Lago di Garda per godere di una serata rilassante all’insegna dell’alta cucina. Nella struttura - perfettamente inserita nel territorio circostante - del resort a 5 stelle lusso Eala, il ristorante SENSO by Alfio Ghezzi è una meta consigliata per tutti i gourmand che viaggiano verso questa riva del lago. Da sempre cultori della natura e dei suoi tesori, gli chef Ghezzi Fujita si divertono a interpretare il lago, ma spaziando verso terra e malghe locali. Le parole d’ordine sono materia prima locale scelta con cura, rispetto in fase di cottura, sapori originari e una presentazione semplice ma di precisione. Una proposta minimal e, al tempo stesso soddisfacente, per rimarcare che togliere l’inutile eccesso è la via per la felicità. Il menu cambia ogni mese e mezzo con la possibilità di scegliere 2 percorsi: Senso da 7 portate e Antologia da 4 portate. Signature dish lo Spaghetto mantecato con Chardonnay, impreziosito dalla polvere di alloro, giocato con perfezione millimetrica sulle acidità. Il territorio del Garda è protagonista con tutti i suoi tesori. Cantina di valore con oltre 650 etichette. (Annalisa Cavalieri)

 

L’Osteria H2O - Moniga del Garda (Bs)
La sponda bresciana del lago di Garda in tutto il suo splendore. È un racconto che scorre fluido come l’acqua quello che fanno Saulo Della Valle, suo fratello Francesco, panificatore e pasticcere, insieme a Mirco Bosio, che guida la cucina. Il locale, garbatamente elegante, gode di una vista altamente rilassante su uno dei Laghi più belli d’Italia ricordando a tutti che l’acqua è la prima fonte di vita. I due fratelli hanno deciso di sintetizzare le proprie visioni personali per offrire ai propri clienti un'esperienza moderna e vocata alla ricerca delle migliori materie prime. Oltre alla carta, i menu degustazione, tra cui: Buio, alla cieca con le portate che potranno essere di carne, pesce o vegetali, oppure Mare, solo a base di pesce di mare. Tra le specialità, lo Spaghetto affumicato A.o.p., sarda di lago e pomodoro confit, la Padellata di paccheri ai frutti di mare, con gambero crudo, il Luccio in concia, il Morone in crosta e il Trancio di ricciola scottata. Non mancano le proposte di carne, come dimostra il Coniglio in porchetta e l'Entrecote di Scottona. A disposizione anche le camere per pernottare con comodità e vivere la bellezza di questi luoghi.

 

Gramen del Lefay Resort Gargnano (Bs)
È una meraviglia, il Lefay Resort & SPA Lago di Garda, magnifico cinque stelle che domina lo specchio d’acqua dall’alto. Ed è interessante la cucina che vi propone lo chef Matteo Maenza, pugliese classe 1984, che coordina tutta l’offerta ristorativa dei vari Lefay (ce n’è un altro in Trentino, e presto anche uno nuovo a Crans Montana). Lo sprint in più è arrivato quando, nell’aprile del 2023, Maenza ha rotto gli indugi e ha voluto affiancare al ristorante già esistente - La Limonaia, d'approccio più quotidiano, con cucina mediterranea – anche un indirizzo più ambizioso. Così è nato Gramen. Una bella sfida: proporre uno scatto in avanti nella proposta ristorativa, ma partendo da una sottrazione, infatti lo chef qui si preclude la possibilità di utilizzare carne, latticini e loro derivati per concentrarsi invece sul pescato e sull'universo green. Dunque non un indirizzo vegetariano, ma dove il vegetale diventa protagonista, grazie a un patrimonio di 12 ettari attorno alla struttura, «possiamo contare su aromatiche a volontà, abbiamo una signora che aiuta nel foraging... Quanto agli ortaggi, ci forniamo pure da piccoli produttori locali bio». (Carlo Passera)

Fichi, porcini, olio di foglie di fico di Villa Feltrinelli  (Ph credits Matteo Lonati)

Fichi, porcini, olio di foglie di fico di Villa Feltrinelli  (Ph credits Matteo Lonati)

Villa Feltrinelli Gargnano (Bs)
Venerdì 19 aprile 2024 è salpata la ventunesima stagione di Stefano Baiocco a Villa Feltrinelli e il cuoco anconetano si è preparato come prima di ogni altro debutto: ha ascoltato tutti, letto le tendenze del presente ma poi ha fatto completamente di testa sua, per cercare di lanciarle le mode, non seguirle. Lo chef (forse lo chef-dipendente più longevo d’Italia) cambia menu degustazione a cadenza quasi quotidiana: il percorso unico “100% Baiocco” è un viaggio nelle microstagionalità lacustri, con forti tendenze vegetali, da sempre la grande passione del nostro: troverete agretti, fave, piselli, asparagi bianchi ma non contateci troppo perché a giugno la geografia veg di queste lande baciate dal clima cambierà ancora e così le pietanze del Baiocco. Di certo gusterete la Semplice insalata, un tripudio di erbe, fiori eduli che in 14 annate non ha mai stufato, proprio per le fattezze in metamorfosi perenne. E magari le Lasagne al plancton, un piatto che permane più degli altri. Ma qui di storico c’è solo questo magnifico edificio gargnanese, circondato da un parco che somiglia a un eden di terra.

 

Fagiano del Grand Hotel Fasano - Gardone Riviera (Bs)
Di qua c’è un bartender di origini kossovare; di là uno chef di Molfetta. Al bancone c’è un’enciclopedia del gin; ai fornelli un professionista che interroga senza sosta gli orti delle origini pugliesi. Il primo gestisce da un decennio l’offerta beverage di Terrazza, Gin Lounge e Giardino; il secondo è al timone da molto meno tempo del Fagiano, la tavola più ambiziosa del Grand Hotel Fagiano di Gardone Riviera, albergo storico sulla sponda bresciana del Garda. Rama Redzepi e Maurizio Bufi incrociano i ferri solo in un’occasione, Radici, il menu interamente vegetariano del ristorante, abbinato ai cocktail del primo. Una sfida coraggiosa per un risultato tra i più buoni che ci sia capitato di provare, per l’umiltà degli interpreti e la cifra elevata di tecniche e conoscenze messe in campo. È così che un Raviolo di sedano rapa, mela e senape - una foglia di sedano rapa chiusa alla maniera di un raviolo, piatto no-waste – può capitare assieme un cocktail Frangelico, a base di nocciole piemontesi, leggero come un'acqua aromatizzata. Profumo e tasso alcolemico contenuto, due valori delle alchimie del futuro. (Gabriele Zanatta)

 

Lido 84 - Gardone Riviera (Bs)
Lido 84 è uno stabilimento balneare con ristorante e la semplicità dell’insegna non lascia minimamente sospettare lo spettacolo cui assisterete di lì a poco. Oltre, c’è un parco a picco sul lago di Garda, con una villa d’epoca dalle ampie vetrate. È la dimora del ristorante di Riccardo e Giancarlo Camanini, da un decennio meta ambita dai buongustai di tutto il mondo. La cucina è profonda e personale e racconta l’amore per il territorio. Una sintesi di talento, idee, conoscenza e rigore messi a servizio di materie prime anche rare o introvabili. Essenzialità unita a una capacità di osare ma mai a caccia di facili stupori. Il menu “Oscillazioni” sollecita il palato con spiccate acidità che si alternano a sapidità e dolcezze, con il vegetale in contrapposizione alla morbidezza. Pochi i piatti simbolo sempre presenti in carta: Rigatoni cacio e pepe in vescica, Riso aglio nero e frutti rossi, Spaghettoni al burro e lievito di birra sono così richiesti da non uscire mai dal menu. Giancarlo dirige una sala particolare, con pochi elementi cardine e gli chef che presentano i piatti in prima persona. Un’opportunità unica, che dona un importante senso di unione tra sala e cucina. (Maresa Bisozzi)

Verdure cotte al sale, fondo vegetale, maio bbq e alla rapa rossa di Felter alle Rose

Verdure cotte al sale, fondo vegetale, maio bbq e alla rapa rossa di Felter alle Rose

Felter alle Rose – Salò (Bs)
Un locale tra storia e modernità. Siamo sul lago di Garda, nel borgo di Salò, dove la nuova ristrutturazione dell’osteria Felter alle Rose conserva il fascino di un edificio storico del 1700 rivisitato con modernità ed eleganza. Matteo Felter, originario di Salò, che per 16 anni ha tenuto le redini gastronomiche de Il Fagiano a Gardone Riviera, si è imbarcato in quest'avventura con la sorella Ottavia, che ha alle spalle importanti esperienze nel settore alberghiero, tirando a bordo anche altri due loro fratelli: Sara e Matteo. L’idea di fondo è chiara: proporre in carta un numero sensato di piatti contemporanei, con ingredienti di stagione, che abbiano legami con il territorio e nei quali si percepisca la matrice italiana. Esecuzioni precise e sapori nitidi di cui sono esempi i Taglioni con tartare di coregone, beurre blanc e caviale Arenkha, gli Spaghetti, rapa rossa, crema di limone, cren e la Lampuga in pentola. Non manca la carne con la Trippa in umido alla bresciana e il Brasato di manzo con ossobuco. L’accoglienza familiare e l’atmosfera informale condiscono il tutto. E il bere? La cantina fa scoprire le produzioni dei dintorni e indirizza lo sguardo ai “naturali”. (Annalisa Cavaleri)

 

La Dispensa - San Felice del Benaco (Bs)
Nessun compromesso, costi quello che costi. La Dispensa è così, plasmata negli anni da quel folle, appassionato e senza filtri del suo titolare e chef, Michele Bontempi. Il suo motto: mangiate meno, mangiate meglio. La filosofia del locale è una soltanto: qualità da sempre e per sempre, sia nella materia prima che viene servita (solo cibi che emozionano lo chef), sia nelle tecniche di cucina, di base e finalizzate a valorizzare quello che viene acquistato, con un tempio al centro dei fornelli che è il Josper, dove si cuociono gran parte dei piatti, utilizzando soltanto legna di ulivo biologico del Garda. La scelta spazia tra carne, pesce e vegetali, a patto che siano stratosferici, che non ci sia nulla in giro di migliore, che siano stagionali e attenti alla sostenibilità. Il locale si affaccia sulla piazza del paese, a sua volta adagiato sulle rive del lago di Garda, sponda bresciana. L'arredo è caldo ed elegante, la sensazione è quella di entrare in un bistrot della campagna francese. Il servizio è attento e cortese, pronto a spiegare tutta la ricerca che si gusta nei piatti. La cantina è un viaggio eccezionale tra 1300 etichette di vini artigianali naturali.

Tartare di pomodoro di Casa Leali

Tartare di pomodoro di Casa Leali

Casa Leali Puegnago sul Garda (Bs)
Casa Leali è un ristorante dove difficilmente troverete qualcosa fuori posto. Andrea Leali, chef e menthor della cucina, insieme a suo fratello Marco, responsabile di sala e cantina, curano questa vecchia casa di famiglia oggi trasformata in una ristoranrte intimo e accogliente, proprio come si fa con piante delicate e fiori rari. Il servizio in sala trasmette grande serietà, un ambiente accogliente e una cucina ben radicata sui propri fondamenti, pensata non per stupire il cliente con effetti speciali ma per guidarlo verso un percorso preciso e non sempre piacioni. Il lavoro sul vegetale è esemplare e degno di nota, a livello cromatico, di consistenze, di profondità di gusto, mai banale e attento a esaltare il vegetale di stagione e giocare con esso attraverso le sue varie tipologie ed espressioni. Un passaggio obbligato sul piatto Risolimone dove si essce dalle zone comfort di gusto, ottima la cottura delle carni e alto il livello del di dolci e panificati. (Chiara Buzzi)

 

Mos Desenzano del Garda (Bs)
Quanto è profondo il lago, e quanto sono alte le vette attorno a quel Garda che Stefano Zanini, chef del MOS di Desenzano del Garda, ha scelto come luogo ideale della sua creatività, incentrando interamente il suo lavoro sulla morfologia territoriale. Ne è derivato uno studio capillare che segue profondità e altezze, acque e flora, quest’ultima consegnata quotidianamente dai raccoglitori locali che scalano i rilievi per attingere da un giardino generoso: margherite fresche, patate, erbe.  E poi c'è il lago, un diverso raccolto, ricco, con quei pesci il cui sapore cambia a seconda di dove nuotano. Fino a un archivio ancora più prezioso, la memoria e il recupero di ricette appartenute alla nobiltà, che in un passato neanche così remoto, sceglieva di alloggiare sulle sponde del lago; nobiltà, ma anche piatti poveri, emblematici per chi vive quei luoghi; un esempio? Bigoli e sarde. Agli occhi di Stefano, una pasta dalla consistenza unica, cotta in un brodo di 10 cereali, birra e condita con olio di conserva delle sarde. Ecco che si innesca una duplice esplorazione nella dimensione prediletta, la profondità: dalla materia fino alla creatività da essa stimolata. (Marialuisa Iannuzzi)

Porchetta di rana pescatrice, patate e pepi del ristorante Tancredi

Porchetta di rana pescatrice, patate e pepi del ristorante Tancredi

Tancredi – Sirmione (Bs)
Un angolo di pace, lontano dal traffico, una vetrina sul lago di Garda, è Tancredi, un ristorante nato nel 2009 dal pensiero illuminato di cinque soci, Amedeo Baroni, Antonio Minervini, Alberto Sicheli, Arnaldo Damiani Leonardo Cirillo. Qui in un ambiente essenziale e contemporaneo, dai toni chiari con una mise en place pulita, che esalta ancor di più il blu intenso del paesaggio circostante, si assaggia la cucina di mente e di cuore di Vincenzo Manicone. Lui oggi saluta la sua esperienza da executive chef al Cannavacciuolo Café & Bistrot di Novara, pronto a proporre da Tancredi una cucina omaggio alle sue origini pugliesi filtrate dalle tecniche apprese nei 12 anni all’interno del gruppo Cannavacciuolo. Due i menu degustazione disponibili, il primo legato ai ricordi; il secondo alla cieca con piatti più ricercati, con protagoniste materie prime inusuali. Tra le creazioni più rappresentative del nuovo corso del ristorante figurano l’Aglio, olio e peperoncino, il colombaccio servito in più portate e la triglia alla Rossini. Ad affiancare Arnaldo Damiani, in sala arriva Sara Chaar, moglie di Vincenzo, decisa a coordinare un servizio empatico, elegante e riservato. (Francesca Feresin)

 

TRENTINO
Peter Brunel - Arco (Trento)
Peter Brunel è uno dei personaggi più irregolari della scena gastronomica nazionale. Segue un itinerario tutto suo, fatto di una meticolosa cura del dettaglio, dalla mattonella al piatto, e lavora a una filosofia "bruneliana" che ha fonti di ispirazione poliedriche, da D'Annunzio alle auto di lusso, dal jazz all'arte contemporanea, dal design alla cucina nikkei. Un disperato enciclopedismo che trova forma in un luogo, un elegante ristorante nella fetta trentina del lago di Garda, che lui ha trasformato in un mausoleo del suo pensiero. Insomma, Brunel o lo si ama o lo si travisa, ma anche in tal caso non si può non riconoscergli un estremo coraggio. I suoi menu sono a tema: quello dedicato al Vate rievoca la relazione complicata di D'Annunzio con il cibo, fatto di ossessioni (quella per i can-nel-lo-ni, per il tramezzino che lui battezzò, per i formaggi morbidi) e di rituali immoti. Quello dedicato ai Colori dell'Orto dribbla con creatività qualsiasi presenza di proteine animali. Quello dei Fuori Classe è una retrospettiva dei piatti signature di Brunel come Uovo&Uova. Il servizio è a oprologeria, la carta dei vini sontuosa. (Andrea Cuomo)


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