La Guida ai ristoranti di Identità Golose è sempre una garanzia per scovare indirizzi sublimi in giro per il Bel Paese: da veri e propri templi della gastronomia a trattorie sincere, osterie, cucine memorabili. comprese tante fresche novità per non smettere di stupire a tavola. Per questa tappa, vi portiamo nella meravigliosa cornice della Penisola Sorrentina: curve che costeggiano il mare, tramonti mozzafiato vista Vesuvio... ed esperienze di gusto indimenticabili. I 12 indirizzi segnalati dai nostri esperti. Buon viaggio!
Piazzetta Milù, Castellammare di Stabia

Valerio, Maicol ed Emanuele Izzo, il trio di fratelli alla guida del Piazzetta Milù di Castellammare di Stabia (Napoli)
Un semplice fico. Arriva al tavolo un semplice fico: ma che piatto è? Ecco: rappresenta bene la nuova dimensione cui sta ascendendo
Piazzetta Milù, il ristorante di Castellammare di Stabia del quale già abbiamo scritto molto, e bene. E del quale si poteva anche dire, fino a non molto tempo fa, che lì il più giovane dei tre fratelli
Izzo, ossia
Maicol, è uno chef di evidente talento, possiede tecnica e fantasia, ma a volte ancora un poco acerbo, d'altronde è un classe 1993. Questo fico diventa il suo salto di qualità:
Fico cotto alla brace, affumicato, su letto di ghiaccio con estratto di pepe del Camerun, incredibilmente lungo, dolce, fruttato, salato, piccante, quasi balsamico. Una piccola idea che diventa un lampo. È un assaggio che mostra la freschezza ora matura dello chef, e fa parte della raffica più interessante di bocconi al
Piazzetta Milù, quelli piuttosto scapestrati che si gustano giù in cantina. Poi si torna su ed è anche divertente abbandonare il tavolo che è lì apparecchiato, in sala, per alcune tappe "itineranti", si esce persino dal locale per un
Hot-dog di calamaro come fosse take away. Un modo simpatico di proporre un fine dining del futuro. (
Carlo Passera)
Don Alfonso 1890, Sant'Agata dei Due Golfi
I lunghi lavori di ristrutturazione, che inducono a pensare a un prima e a un dopo, hanno reso più confortevole la sala e più fluido lo svolgimento del plot, ma fortunatamente non hanno intaccato il sontuoso senso dell'ospitalità della famiglia Iaccarino, che in questo è forse inarrivabile in Italia. I ruoli sono sempre gli stessi: in cucina c'è Ernesto, perfettamente a suo agio, anche se il padre Alfonso ancora gira per la sala in giacca bianca per dare continuità al progetto. Lo stesso avviene in sala, con mamma Livia a distillare la sua eleganza supportando Mario, che fa il lavoro grosso. Tutto funziona come una pendola antica, indistruttubile e sempre puntuale. La cucina è all'insegna di un classicismo contemporaneo capace di reinventarsi, come dimostra la sempre maggiore attenzione all’elemento vegetale. Al quale è dedicato un menu degustazione ad hoc (Vegetariano...), a fianco delle altre due liste, La Tradizione (190 euro), che propone con chiarezza espositiva il concetto di radici secondo gli Iaccarinos, e La Degustazione (230 euro), il percorso per scoprire il punto di caduta del progetto. La cantina è gestita magnificamente da Maurizio Cerio. (Andrea Cuomo)
Lo Stuzzichino, Massa Lubrense

Mimmo De Gregorio coi genitori Filomena e Paolo
Tra le tavole che meglio raccontano l’evoluzione della formula trattoria c’è senza dubbio
Lo Stuzzichino di
Mimmo De Gregorio, a Sant’Agata sui Due Golfi. Un borgo in collina, sulla punta estrema della Penisola Sorrentina, con vista sui golfi di Napoli e Salerno e i monti Lattari pronti a offrire ricchezza e biodiversità nel piatto. Mimmo De Gregorio è tante cose: il front-man che ti accoglie con un abbraccio e, prima ancora, la mente che ha saputo riconfermare una proposta semplice, ma sempre più curata. Con lui ci sono i genitori –
Filomena e Paolo - ancora impegnatissimi ai fornelli, e sua moglie
Dora che si aggira accogliente tra i tavoli e si occupa dei dolci. Cucina a vista, ambiente casalingo e curato, qualità degli ingredienti e poi ci sono i plus: ricette della tradizione perfezionate da poche tecniche utili a migliorare sapori e presentazioni. La carta dei vini è eccellente, da far invidia a tavole ben più blasonate e – viaggiando da Agerola fino a Punta Campanella – Lo Stuzzichino porta a tavola la sua Penisola Sorrentina. Lo fa in maniera tradizionale, ma curata e con una imprescindibile attenzione al gusto e alla filiera. (
Nadia Taglialatela)
Quattro Passi, Massa Lubrense
“Signori si nasce, non si diventa”, parole che dobbiamo a Totò e a un film del 1960. Non si trattava di una ricchezza economica, bensì dell’anima, nutrita di bellezza e cultura. Lo ricordo perché è importante pesare le realtà, ma anche sapere da dove arrivano, quanta strada hanno percorso. E non vi è dubbio che i Mellino oggi sono al massimo dei voti, tre stelle firmate Fabrizio Mellino chef, con il fratello Raffaele in sala e cantina, ma tutto iniziò con i loro genitori Antonio e Rita che nel 1983 lì a Nerano, sulle curve di una strada che scende a Marina del Cantone, aprirono una pizzeria. In loro una profonda conoscenza del territorio, delle sue tradizioni e, soprattutto, delle sue potenzialità. Le pizze come primo passo di persone che non si sarebbero mai fermate. Da pizzeria a ristorante a tutto golosità come solo nel napoletano sanno essere. Quindi una prima stella, poi una seconda, infine la terza, ma c’erà già tutto. Bisognava coltivare il terreno. Quello del figlio cuoco che supera il padre è uno grande film già girato dagli Alajmo e dai Cerea. Qui nel segno dei primi che hanno il loro capofila nelle Linguine alla Nerano fino al Gnocco “quasi alla Sorrentina”. (Paolo Marchi)
Taverna del Capitano, Massa Lubrense
Ogni periodo della vita si accompagna a nuova sfida per la famiglia Caputo: il 2024 li ha visti dare nuova dimensione alla
Taverna del Capitano, diventata palcoscenico mozzafiato per la cucina dello chef
Alfonso. Il ristorante è stato trasposto dal piano terra fino alla sommità del palazzetto in riva al mare e ha aperto questa estate con un decòr raffinato ed elegante e un maturato concetto di cucina di ricerca: qui si possono scoprire ingredienti davvero identitari della zona della Costiera, grazie al sodalizio con i produttori virtuosi che sono nati in queste terre. La ricerca è, infatti, fondamentale per rendere sempre contemporaneo il processo creativo, che diventa un lavoro di squadra. Così Alfonso si è messo alla prova con piatti che mettono al centro pesce, carne e vegetali di Nerano, nella loro massima espressione, resi ancor più succulenti da un passaggio in griglia (che finalmente ha il suo posto in cucina) come il menu
LI Galli, tutto a base di aragosta. Completa il cambiamento la presenza in sala e in cucina dei giovani Caputo,
Matteo (in cucina) e
Federica (in sala) a dare nuovo carattere a una famiglia che mai conosce riposo. (
Belinda Bortolan)
Terrazza Fiorella di Villa Fiorella Art Hotel, Massa Lubrense
La luce e i colori della Penisola Sorrentina, l’atmosfera sospesa tra cielo e mare, l’ambiente plasmato dall’arte e dalla cultura locale, impreziosito da sculture e opere d’arte. L’esperienza al ristorante Terrazza dell’Art Hotel Villa Fiorella, a Massa Lubrense, è visiva e tattile, gustativa e olfattiva, studiata con cura dei dettagli per raccontare un mondo di valore, da gustare tra gli uliveti e i limoneti del Golfo di Napoli. Lo chef è Carmine Mazza, classe 1984, di Torre del Greco, già al Capri Palace e al Don Alfonso, prima di aprire un suo ristorante, a soli 23 anni. Il cuoco s’ispira alla storia e alla cultura del territorio campano, per interpretare con estro e libertà la tradizione locale. Interessante la cantina, una grande passione del proprietario Alberto Colonna: contiene oltre 700 etichette ed è aperta per degustazioni di verticali e di cuvées speciali. (Elisabetta Canoro)
Terrazza Bosquet del Grand Hotel Excelsior Vittoria, Sorrento

Il ristorante Terrazza Bosquet del Grand Hotel Excelsior Vittoria, a Sorrento (Napoli)
Raffinato ed esclusivo ristorante panoramico all’interno dello storico Hotel Excelsior Vittoria di Sorrento,
Terrazza Bosquet è una destinazione imprescindibile per chi cerca un’esperienza gastronomica d’alta classe nella penisola più poetica d’Italia. La sala open air affacciata sul golfo di Napoli, che regala una vista spettacolare sul Vesuvio e sulle suggestive sfumature del tramonto, è animata dalla cucina dell’executive chef della struttura
Antonino Montefusco. Il cuoco sorrentino, classe 1983, esprime una profonda conoscenza degli ingredienti locali, come il pescato fresco e gli agrumi, lavorati con cura per esaltarne i sapori naturali. Ogni creazione diventa così un viaggio tra gusti intensi e presentazioni artistiche, pensata per sorprendere l’ospite senza mai tradire l’autenticità della materia prima. Tra i piatti imperdibili la Fassona con ricci di mare e pomodoro alla pizzaiola, la versione contemporanea degli Gnocchi alla Sorrentina e il divertente dessert Caffè sospeso. Alla proposta culinaria di livello si aggiunge un’intrigante carta dei vini selezionati dal bravo sommelier
Natale Sicignano e il servizio impeccabile curato da
Giuseppe Sorrentino. (
Davide Visiello)
Vrasa, Sorrento
Fa sempre piacere scovare posticini in cui star bene a tavola, per la qualità del desco e del progetto nel suo insieme. Qualcosa che sia di semplice lettura, fonte di immediato benessere, senza rompicapi dal reparto cucina e, magari, persino intriso di natura: tutt’intorno e nelle idee.
Vrasa è un progetto giovane, vitale, interessante. Un gruppo di soci chiamato famiglia, già collaudato dalla decennale esperienza con il
Soul and Fish, sempre a Sorrento. Ebbene,
Vrasa non è un luogo da interpretare, ma da gustare. Hanno scelto codici apparentemente elementari, suggeriti da belle realtà in giro per il mondo; infine hanno riassunto tutto in una formula che convince perché i primi a esserne convinti sono loro. Il che non è scontato e fa un’enorme differenza nel racconto. E proprio a Sorrento, bellissima, quanto consciamente abusata dal turismo che si moltiplica di anno in anno:
Vrasa si è rivelata un’oasi, un rapimento in pieno centro. Astice grigliato, Anatra e il suo fondo, Picanha e chimichurri, T-Bone di Angus. Un menu che sa far star bene.
Zest al Grand Hotel La Favorita, Sorrento
Per uno chef d’esperienza come Domenico Iavarone, dopo fruttuosi anni di collaborazione al Josè di Torre del Greco, fa punto e a capo e riparte da Sorrento. Zest è il ristorante interno del Grand Hotel La Favorita e dunque tutto potrebbe apparire in discesa, del resto chi non ama Sorrento? Eppure non c’è niente di regalato nei nuovi obiettivi della toque napoletana: la penisola sorrentina, un tempo meta d’élite, oggi accoglie tutti. Dai grandi ricchi, al turismo mordi e fuggi che fa più danni che altro. Nel caso specifico di Sorrento, bellezza a parte, il marchio di fabbrica è sempre stato una grande cucina di tradizione e proprio su questa scia la famiglia Manniello, proprietaria dell'hotel, rilancia e alza ulteriormente il tiro. Investendo senza remore nell’alta cucina d’albergo e ingaggiando uno scalpitante Iavarone che non ha perso tempo ad accollarsi l’intero reparto food, dalla prima colazione all'alta cucina, con un ristorante dedicato, aperto anche agli esterni. Si celebra il territorio con piatti dallo stile riconoscibile, puntellato di territorio, eleganza e semplicità visiva. Sapori precisi che ben raccontano le stagioni, il mare, la terra e l’orto. (Nadia Taglialatela)
Antica Osteria Nonna Rosa, Vico Equense

Tavolo all'Antica Osteria Nonna Rosa. Lo scatto è a cura di Alessandra Farinelli
Una famiglia allargata:
Nonna Rosa da anni è una certezza in Campania. Simbolo di accoglienza, di sapori genuini, i piatti di
Peppe Guida si riconoscono anche da lontano. Proposte dall'eleganza semplice e diretta, raccontati con estrema professionalità in sala, quella che sa essere piacevole e mai ingessata, l'ospite è al centro di tutto e sentirsi a proprio agio è una condizione inevitabile. Peppe Guida ha trovato il modo di veicolare un'idea di cucina inclusiva: sintetizza recupero, stagionalità, ottime materie prime e tecnica. Piatti e scelte all'insegna del genuino, con la Penisola sorrentina a fare da grande paniere per la migliore spesa possibile. La sala viaggia sulla sua scia, affabile e precisa, con la scelta di focalizzare la carta dei vini solo su Campania e Champagne. Tutto suggerisce atmosfera presepiale, "Nonna Rosa non è come una casa, è casa". Peppe Guida è un grande interprete della pasta secca, simbolo della tradizione partenpea, così come di quei vegetali che cura con amore e dedizione. Zero prosopopea, tanta sostanza. Il coragggio di firmarsi anche con le polpette e le zeppoline di famiglia. Si arriva entusiasti e si va via nutriti. (
Nadia Taglialatela)
La Tradizione, Vico Equense
La Tradizione è prima di tutto la 'De Gennaro Mood', come piace dire a loro. In effetti, La Tradizione sono loro, un formidabile affare di famiglia. Famiglia buongustaia, con un'idea di ristorazione chiara e diretta. Ci sono dentro i loro gusti, mai accennati, ma dritti e potenti. Ci sono le loro scelte in fatto di materie prime eccellenti, c'è la memoria con i grandi piatti simbolo della cucina partenopea, ci sono ottimi vini e c'è la semplicità di chi riesce a chiudere bene il cerchio su tutto. Non è finita. Ci sono ampi sorrisi, sempre, la convivialità e quel senso di accoglienza che dovrebbe essere scontato se ti occupi di ristorazione, eppure luoghi come questo te ne rispiegano il significato attraverso pochi gesti e bocconi eloquenti. La Tradizione è da anni un luogo cui affidarsi con serenità, è credibile e ha saputo evolversi per restare comunque se stesso. Da La Tradizione si va per acquistare, per assaggiare qualcosa e scambiare due chiacchiere, o magari per fermarsi più a lungo. Lenti e sontuosi pranzi e cene all'insegna della caloria benefica, quella che nutre anche l'anima. Tutto cambia, ma il babà rustico di Giovanna resta. (Nadia Taglialatela)
Torre del Saracino, Vico Equense
Ridendo e scherzando, sono 35 anni che la Torre del Saracino ci ammalia come le sirene, nella baia di Seiano, a un passo dal mare. Gennaro Esposito continua, ogni giorno dal 1991, a lavorare per non disperdere le proprie origini, «perché non farlo è un peccato mortale», ammonisce il cuocone ancora oggi, «un gesto di superbia che preclude anche la possibilità di scoperte future, ricordatevene». Identità e territorio sono le due stelle polari che guidano questa formidabile cucina tra Gamberi cilentani marinato, serviti con tutta la loro testa, Risotti con cipolla ramata di Montoro, aringa affumicata, olive verdi e rosmarino, Sampietri cotto dolcemente con involtino di amaranto, la loro pancia, bietole e salsa ai capperi. E dessert che recano traccia della primissima vocazione da pasticciere del cuoco: il Babà napoletano “secondo la tradizione” è il migliore che vi potrebbe mai capitare di assaggiare. Armonie gustative esemplari, con il condimento più importante: la sensazione di essere sempre a casa.