10-07-2025

L’Accanto a Vico Equense: vento in poppa per gli chef Raffaele Ros e Fabrizio De Simone

Nella Penisola Sorrentina, all'interno del Grand Hotel Angiolieri, c'è un ristorante di charme che conferma quanto sia arricchente la diversità: due chef al lavoro e piatti che allargano gli orizzonti campani

Fabrizio De Simone e Raffaele Ros

Fabrizio De Simone e Raffaele Ros

Giungendo a destinazione, il traffico della Penisola Sorrentina è già alle nostre spalle, mentre iniziamo a godere di una bellezza che si fa più silenziosa e raffinata. Siamo a Seiano, frazione di Vico Equense, a metà strada tra Napoli e Sorrento. Per raggiungere i tavoli de L'Accanto, va attraversata la stoica bellezza del Grand Hotel Angiolieri: luogo ben vaccinato contro mode e format intermittenti e che si identifica con la sapiente accoglienza all'italiana ben rappresentata dalla padrona di casa Elisa Balzano.

A incuriosirci è stato il sodalizio professionale tra gli chef Raffaele Ros e Fabrizio De Simone: veneto il primo, campano, anzi di Vico Equense, il secondo. Esperienza e gioventù per dire qualcosa in più, qualcosa di nuovo. L'epitome del background di entrambi è tutta nei menu, a favore di un racconto gastronomicamente rigenerato. È questa la nuova Campania, quella che allarga gli orizzonti per presentarsi come più attuale, meno costretta dai lacci della tradizione, più libera di essere sé stessa e, dunque, contaminata, meticolosa e di qualità. Sfida ardita da lanciare a due passi da Sorrento e sfida, secondo noi, vinta proprio grazie all'unione d'intenti degli chef. Due differenti modi di stare ai fornelli e due prospettive diverse per guardare uno dei territori più ricchi e frequentati d'Italia. Nasce così una sorta di terzo sapore, originale, agile, ma concreto, liberato dal suo stesso eccesso.

Raffaele Ros è lo chef del ristorante San Martino, decennale stella Michelin a Scorzé, in provincia di Venezia. È lui il mentore fidato dello chef residente de L'Accanto, Fabrizio De Simone, la risorsa interna che si fa custode del territorio. Ros interpreta perfettamente il ruolo di supervisore saggio ed esperto che ha saputo aggiungere senza stravolgere, reinterpretando gli intenti di casa con mano leggera e attenta. Quello instaurato con Fabrizio De Simone è un rapporto professionale nutrito dalla reciproca fiducia e dalla certezza di un insegnamento che prima mancava per arrivare a uno sguardo imparziale.
 

Il ristorante e le proposte

Che si tratti della sala interna o della terrazza sul mare, l'atmosfera è piacevolmente intima, volutamente classica. L'Accanto ha pochi tavoli, la vista sul Golfo di Napoli, sul Vesuvio e sulle isole vicine, e varie proposte tra cui destreggiarsi.

Botanica è il percorso dedicato ai vegetali: sei portate, incluso il dessert che si sceglie à la carte, ed un costo di 130 euro, vini esclusi. Anima racconta sia il mare che la terra, due mondi ricchi di eccellenze locali che, a Vico Equense e dintorni, riescono a camminarsi accanto con grande naturalezza. È un menu da sei portate, al costo di 130,00 euro, vini esclusi. Infine c'è Signature, ovvero gli highlights dello chef Fabrizio De Simone, con possibilità di scelta dall'antipasto al secondo tra una proposta di mare e una di terra. Dunque, un viaggio senza tour operator che l'ospite può organizzare assecondando solo se stesso: il prezzo è di 110,00 euro, sempre vini esclusi.

Non è finita perché inoltre è possibile optare per un menu da tre o quattro portate a scelta, al costo rispettivamente di 100 e 110 euro. Insomma, vige la flessibilità in un ristorante che non alza paletti, ma accoglie. Merito anche di una sala gestita con quella vecchia scuola dell'ospitalità che ha saputo tenersi al passo. Il maître sommelier Giovanni Starace è competenza e umanità, è ciò che ci ha reso famosi nel mondo: l'arte dell'ospitalità all'italiana. Sapiente ricercatore di etichette, anche quando si stappano bottiglie il livello si mantiene alto ed interessante per i più appassionati grazie ad annate di prestigio, talvolta piuttosto rare.

I grandi alberghi ormai aperti anche a un pubblico esterno che non soggiorna in hotel, garantiscono il plus del saper fare. Professionisti abituati alla varietà di una clientela internazionale, abituati ad accontentare, addirittura precedendo la richiesta grazie a un'empatia che andrebbe inserita nel curriculum e che si instaura in pochi minuti. Un fattore X, distintivo ed arricchente, che non è passato inosservato.
 

I nostri assaggi

Amuse bouche

Amuse bouche

Seppia e piselli

Seppia e piselli

Fungo

Fungo

Abbiamo letteralmente saltellato tra i menu, un privilegio che ci è stato concesso per ampliare il racconto. Divertente e fresca la sfilata di amuse bouche iniziali, con Cialda di riso croccante e gambero crudo, Pane cristallizzato con burro e alici, Pomodorino finto, contenitore di una minuscola, quanto veritiera, parmigiana di melanzane, Tartellette con fonduta di Provolone del monaco e polvere di scorza di limone, infine Sorbetto alle alghe e gin. Che giostra. Facciamo la scarpetta nel tegamino colmo di sugo, con ottimo pane cafone fatto in casa: a tavola è arrivato proprio il cuzzetiello, la parte finale del filone casereccio, quella che tutti amano contendersi per la sua estrema croccantezza.

Zuppetta sconcigli e fagioli

Zuppetta sconcigli e fagioli

Minestra del pescatore

Minestra del pescatore

Eccola la bravura e l'esperienza: vi porto un po' in giro per il mondo, ma il biglietto di ritorno è già stato obliterato. Proseguiamo con Seppia e piselli, Fungo, a seguire Zuppetta sconcigli e fagioli. Piatti divertenti, essenziali perché costruiti con pochissimi ingredienti a favore di sapori puliti e diretti. Bello scoprire, ogni volta, quanto si possa spaziare anche con un singolo vegetale. Per riuscire a far girar la testa all'ospite, certo, bisogna essere saldi ed esperti: come sempre, la sottrazione è l'operazione preferita dai maestri. La Minestra del pescatore, il nostro primo piatto, viene realizzata con gli spaghetti spezzati a mano «a misura di pollice», come precisa De Simone in un inevitabile ricordo d'infanzia. Comfort zone.

Lattuga in fermento

Lattuga in fermento

Mamma che lingua

Mamma che lingua

A seguire, Lattuga in fermento, Mamma che lingua (qui consigliamo di mollare gli ormeggi e salpare con gli chef senza remore) ed un Tiramisu tutto nuovo, composto da cialde al cacao, crema al caffè, crumble e fior di latte. Goloso e rassicurante, nel caso in cui ci si sia un po' disorientati sulla giostra messa in scena da quest'accoppiata vincente.

Tiramisu

Tiramisu

Superfluo stancarsi a scandagliare visto che la lettura è unica: c'è la tecnica dosata per rendere tutto piacevole e distensivo. Mentre si alternano temperature e consistenze, il meglio è nel suo insieme, come sempre dovrebbe accadere. Sensazioni positive, piacevoli piatto dopo piatto, sorso dopo sorso, come in un rapimento che promette e poi mantiene il lieto fine.
 

L'Accanto del Grand Hotel Angiolieri
Via Santa Maria Vecchia, 2
Seiano di Vico Equense (Napoli)
+39.081.8029161
Aperto a cena dal martedì alla domenica


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

Nadia Taglialatela

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Nadia Taglialatela

classe 1977. Nata ad Ischia, gli ultimi quindici anni li trascorre a Roma collaborando con le più note scuole di cucina della capitale. Esperta food&wine, collabora con riviste del settore scrivendo di ristoranti, grandi alberghi, prodotti di nicchia ed eroici produttori. Sommelier Ais, attualmente si divide tra Ischia, Napoli e Roma, sempre a caccia di nuove storie da raccontare

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