Ci sono ristoranti che nascono come meri esercizi commerciali, ed altri che sembrano il prolungamento naturale di una casa, di una famiglia. Strutture calde e calorose, a cui basterebbe raschiare l'intonaco in superficie per svelare la pietra viva e pulsante, per mostrare le travi, vene in legno in grado di connettere le persone e sostenerne i sentimenti.
Legàmi, per l'appunto, ristorante di recente apertura, sito al piano terra della Torrenera Country House a Morro d'Oro (Teramo), appartiene alla seconda categoria. È difficile, infatti, entrando, non provare quella sensazione di abbraccio che va oltre l'accoglienza: qui il cibo non è solo estetica, non è neppure semplice nutrimento, qui il cibo si fa ponte, un ponte fra le persone.
«Una cucina contemporanea, originale, per questi ragazzi animati dalla volontà di creare connessioni nell'affascinante campagna d'Abruzzo», ci diceva di questa insegna, qualche mese fa,
Errico Recanati (chef e patron di
Andreina a Loreto), candidandola all'edizione 2025 dei
TheFork Restaurant Awards con Mastercard.
In questa felice casa di campagna immersa nel verde d'Abruzzo, a quanto pare, potrebbe viverci la famiglia del Mulino Bianco. Ma sappiamo bene che quella immagine, stereotipo pubblicitario della famiglia perfetta, è irreale. Ok, la famiglia perfetta magari non esisterà, ma quella dei Malafronte ci va assai vicino, a beneficio degli amanti della ristorazione.
Genya Malafronte, giovane chef-patron, è il motore creativo del progetto: enfant prodige dei fornelli, a lungo alla corte del maestro
Heinz Beck, oggi è maturo al punto giusto per farsi largo nel mondo "dei grandi" con un progetto tutto suo, suo e della sua famiglia, ça va sans dire.

Amuse bouche: sgombro marinato,farro perlato e salsa zenzero e lemongrass
La cucina di
Genya è raffinata ma non pomposa, è un laccio fra eredità gastronomiche passate (che si porta nel DNA, creolo, ucraino-abruzzese) e future. I suoi piatti sanno così sorprendere senza perdere il gusto.
La Ricciola impollinata con polline d'api e idromiele, ad esempio, è un prato fiorito sul quale l'ospite sembra tuffarsi, mentre il
Tubetto evergreen tra mare & orto è un dialogo fra due mondi che, in bocca, diventano un tutt'uno. C'è visione, sì, ma anche un innamoramento gentile verso il territorio che lo ha visto crescere.
La madre,
Nataliya Churkina, sovietica di nascita e impostazione, lo aiuta in cucina e si occupa delle camere della
TorreNera Country House. «Al lavoro è il mio vero capo - assicura
Genya - è una perfezionista incontentabile. Non glielo dico spesso ma le devo moltissimo, anche molti lati del mio carattere». In sala, invece, il regista è il padre,
Nicola Malafronte: professore di sala dell'alberghiero, di quelli storici, di quelli stoici, di quelli che gli studenti amano riabbracciare, anche molti anni dopo il diploma, nelle fiere di settore o nei ristoranti, in giro per il mondo.

Tubetto evergreen tra mare & orto
Un maître di lungo corso come
Nicola garantisce tecnica impeccabile, ma ciò che di lui conquista gli ospiti è l'empatia: ogni tavolo viene servito con l'amorevolezza di un papà. In effetti è come se avesse sempre suo figlio negli occhi e, soprattutto, il sogno che sta vivendo.
Ultima in ordine d'arrivo, v'è
Annalara, la sorellina di
Genya: liceale con l'hobby della scrittura, amante del tennis, supporta il padre volteggiando fra i tavoli con grazia e innata professionalità.

Lattughino alla brace, animella
C'è, in questo ristorante, uno spessore che è difficile misurare con premi, menzioni o con i punteggi delle guide. È lo spessore del legame di una famiglia che riesce, all'interno di una cena, a far sentire l'ospite uno di casa, uno di famiglia. È lo spessore di una cucina e di un servizio da ricordare. È lo spessore di un abbraccio attorno al cuore.