16-11-2024
Massimo Minutelli, al centro, festeggia il decimo compleanno del suo Varrone a Milano, tempio per carnivori gaudenti
Nella piccola storia della ristorazione italiana – “piccola” in quanto storia minore rispetto a quella che finisce sui libri – ci sono luoghi, momenti, intuizioni che costituiscono veri e propri punti di snodo, delineano nuove tendenze magari durature nel tempo, magari provvisorie, comunque significative: gli 11,50 euro del menu di Davide Oldani, l’idea di pizza+cocktail a Dry, la trattoria contemporanea di Diego Rossi, l’alta cucina orientale di Claudio Liu, Langosteria come neo-ristorante borghese, per rimanere solo nella food scene milanese... Ecco: iscriviamo in questo ristretto novero anche Varrone, che compie dieci anni di vita.
Nel 2014 già si bisbigliava di Asador Etxebarri come di un luogo mitico, ma la cosa rimaneva confinata al novero ristretto degli iper-appassionati. La rivoluzione della brace, il boom della carne parallelo a quello veg, il grigliatore come nuovo feticcio del buongustaio: erano tutti elementi ancora di là da venire. In quell’anno, Massimo Minutelli apriva il suo Varrone (allora si chiama Griglia di Varrone) nella zona giusta a Milano, vicino a Corso Como, che oggi ha perso un po’ di appeal ma in fondo Porta Nuova è a un passo. Dieci anni dopo, possiamo dire che a un’ottima ispirazione iniziale è seguito anche uno sviluppo brillante: un po’ come a scuola, quando al momento del tema serviva non solo scegliere il giusto argomento, ma poi fargli seguire uno svolgimento adeguato.
Uno straordinario Jamon Gran Reserva 2016 Joselito, affinamento di otto anni, il grasso si scoglie in bocca. È un fuori menu per i dieci anni, in carta da Varrone c'è però il 2018
Chiaro però che il focus di Varrone rimane sul prodotto: black angus di Miguel Vergara e quello prime made in Usa, i salumi Joselito, il wagyū di Ca' Negra, la rubia di Gutrei, vale a dire i fratelli José Manuel e Miguel Angel Gutiérrez, le gran carni piemontesi di Marco Martini e di La Granda, il Nero dei Nebrodi, le frollature di Hendrik Dierendonck (ma anche le uova di Paolo Parisi, il pesto di montagna di Noris Cunaccia, le acciughe cantabriche, il salmone di Claudio Cerati)… Spiega Minutelli: «Dieci anni di Varrone rappresentano un traguardo importante, frutto di un lavoro costante per portare in tavola l’eccellenza assoluta delle carni. In un momento storico in cui si mangia meno carne, diventa cruciale proporre materie prime di altissimo livello. Da sempre, il nostro impegno è offrire un’esperienza che esalti il palato, con una selezione unica di prodotti provenienti dai migliori allevamenti al mondo».
Tony Melillo
Tartare di Marco Martini con salsa bernese
Coppa Joselito
Pan de cristal con pastrami di Black Angus Usa, cipollotto e senape al miele, pura goduria
Purè di patate affumicate con confit di cipolla ed erborinato
Picanha di rubia gallega di Gutrei, farina di farofa, creme fraiche e patate schiacciate
Pluma de bellota e zucca
Chuleta de bellota dry aged affinata nelle grotte Joselito
Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo? La meta è comunque golosa, per Carlo Passera
di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
La spettacolare cecina (un salume spagnolo: carne bovina essiccata e di solito - ma non in questo caso - anche affumicata, ricavata dalla parte posteriore dell’animale) prodotta e servita da José Gordón nel suo ristorante El Capricho a Jimenez de Jamuz, un piccolo paesino nel Nord-Ovest della Castiglia e Léon, Spagna. Alan Jones, che l'ha gustata e scrive l'articolo, è «senza dubbio il miglior affettato che io abbia mai assaggiato»
Il team di Varrone capitanato da Massimo Minutelli ha ospitato a Milano lo chef Timon Michiels del ristorante Carcasse
Gita fuoriporta o viaggio all’estero? La meta è comunque golosa. Lo è perlomeno per il nostro Carlo Passera, alias Carlo Mangio. Un cibo succulento le sue parole, che stimolano curiosità e salivazione, pensieri limpidi, tanta sostanza per una delle penne più interessanti del panorama gastronomico nazionale