21-10-2023
I mondeghili "contemporanei" proposti da Varrone a Milano: carne wagyu impastata secondo tradizione, poi panata nel panko, a condire c'è la maionese con un pizzico di wasabi e una grattata finale di scorza di lime, prima di una pioggerellina di sale Maldon
Amiamo le polpette, siamo milanesi, quindi amiamo al quadrato i mondeghili, straordinarie polpettine di recupero che fanno parte della tradizione di queste parti, appetizer (come si dice oggi) di ogni ristorante che voglia essere - e non solo sembrare - legato al rito culinario ambrosiano, dunque viatico necessario per proseguire poi con altre prelibatezze tipiche della Madunina, a citare solo quelle classiche non si può prescindere certo da risotto giallo, anguilla in carpione, cassoeula, cotoletta, rustin negaa, ossobuco, trippa, panettone... Senza contare tante altre leccornie più o meno dimenticate.
I mondeghili (rara è la forma al singolare, "mondeghilo": forse perché uno tira l'altro, e insomma il plurale è nelle cose) sono talmente legati al capoluogo lombardo da esserne una De.Co. (Denominazione Comunale) fin dal 17 marzo 2008. Quel giorno l'amministrazione municipale di Palazzo Marino codificò una ricetta "originale", per quanto questa definizione possa essere valida, ma che è diventata di fatto quella di riferimento:
Ingredienti (per 4 persone)
Preparazione Impastare il tutto, farne delle pallottole grosse come una noce e schiacciare un poco, impanarle e friggerle nel burro fatto imbiondire.
L'immagine dei mondeghili - invero poco invitanti - secondo Wikipedia
Oggi certo non più, specie se li gusterete nei locali che vi segnaliamo più sotto. I tempi son cambiati. Proprio al tempo e alla storia va fatta risalire l'origine di queste polpettine speciali - che, badate bene, possono essere tondi oppure allungati a ovale, ma sempre un po’ appiattiti e mai sferici. Pare, "mondeghili", una delle poche parole rimaste nella lingua dei milanesi dagli oltre centocinquant’anni di dominazione spagnola (1525 - 1700). Secondo questa tesi, "mondeghilo" è derivazione di albondeghito, a sua volta di albondeguito e quindi di albóndiga, com'è chiamata ancor oggi la polpetta nella Penisola iberica (dove sopravvive anche un peraltro desueto almóndiga che rende la connessione ancor più evidente). A sua volta i castigliani mutuarono il termine dall'arabo al-bunduq, "la nocciola”, perché pare siano stati i seguaci del califfo a insegnare agli spagnoli l’uso di confezionare una sfera di carne trista per poi friggerla.
Cesare Battisti e il suo libro
Da queste versioni diverse, ma più o meno convergenti, si discosta invece nettamente la scelta di un ristorante dove pensiamo di aver assaggiato - e riassaggiato in altre due ulteriori visite - una variante contemporanea di mondeghili che noi crediamo possa essere la migliore in assoluto, per quanto qualsiasi classifica lasci il tempo che trova, si basi pure sul gusto personale, e insomma sia una valutazione da prendere con le molle. Ma tant'è.
Allora diciamo che i mondeghili di Varrone, in Via Alessio di Tocqueville 7 a Milano, per chi scrive sono strepitosi.
Patron Massimo Minutelli del Varrone
Intanto, utilizzano una carne particolare, il wagyu, ossia quella prelibatezza tenera, saporita e costosa che s'è diffusa nel mondo dal Giappone, grazie a particolari razze bovine nipponiche che per selezione genetica e metodologia d'allevamento presentano muscoli particolarmente marezzati, ricchi di striature di grasso. Già per questa ragione i mondeghili di Varrone sono superlativi: chi scrive non ama particolarmente il wagyu, trova questi tagli a volte fin troppo grassi, faticosi. Ma pensate cosa possa essere addentare queste polpette e trovarle succosissime, compatte eppure straordinariamente umide, e ciò proprio grazie alla marmorizzazione della carne con la quale sono state realizzate. Il wagyu che viene utilizzato al Varrone è quello fornito da un'azienda italiana, la Ca' Negra di Loreo, in provincia di Rovigo, che dal 2009 - prima nel nostro Paese - alleva bovini giapponesi, dunque razza wagyu. Hanno un'ottima marezzatura ma non estrema, così l'equilibrio al palato risulta perfetto, il boccone molto elegante, carnoso e non stucchevole: un miglioramento della tradizione dei mondeghili da un lato e insieme un uso perfetto del prodotto wagyu.
I mondeghili di Varrone
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I mondeghili di Ratanà
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a cura di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
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