26-09-2024
Cipolla alla Wellington, vegetale protagonista in questo piatto classico rivisto da Davide Maci, da meno di un anno chef al Villa Bianca del Villa Lario a Pognana Lario, sul Lago di Como
Da cosa si riconosce una ristorazione d’hotel d’assoluto livello? La prova che facciamo spesso è: dal club sandwich. Quello del Villa Lario è goloso, compatto, perfetto. Bella forza: dall’inverno scorso la splendida struttura affacciata sul Lago di Como s’avvale di un gran professionista, Davide Maci, che molti ricorderanno come colonna portante estrosa (come stile di cucina, intendiamo. Di suo è piuttosto timido) del Market Place a Como. Quello era «un luogo dove si respirano profumi, sapori e atmosfere internazionali» avevamo scritto qui nel 2016, dunque cucina cosmopolita con brigata talentuosa, ci ricordiamo un giovanissimo Davide Marzullo come sous chef. Era un posto speciale...
VILLA LARIO
BOTANICAL BAR
Bevute al Botanical Bar
VILLA BIANCA RESTAURANT
Chef Davide Maci e il suo Club Sandwich "perfetto"
I NOSTRI ASSAGGI La serenità di uno chef si riflette sempre nell’esito a tavola. Noi al ristorante Villa Bianca di Villa Lario abbiamo mangiato molto bene. Ad esempio, sono interessantissimi i Ravioli “bugiardi”, ossia ravioli senza ripieno, può sembrare un’assurdità ma è funzionale al morso (la chiusura dei ravioli propone al dente una parte più callosa, tenace), il resto lo fa il condimento di ortaggi, erbe selvatiche e salsa al basilico, quindi nuances leggiadre e amarostiche di clorofilla, di prato, di vegetalità. Il Trancio di ombrina in fiori di zucca, fiori di zucca croccanti, salsa di foglie di zucchine infusa con erba limoncina, salsa alle cozze, gambi di zucchine marinati ribadisce l’insofferenza di Maci per i legami territoriali, sembra un piatto fuori posto ma poi il palato dice che è buonissimo, la crema di cozze regala grande profondità. Prima ancora, in Gambero, mandorle, fichi, salsa di estratto cold brew a freddo del “carcasse” di caffè, salsa allo yogurt e foglie di fichi, il crostaceo è sbanalizzato dall’aroma del fico, torna quanto già detto coi Ravioli “bugiardi”, la vegetalità come fil vert. Il main course è infatti una Wellington veg, Cipolla alla Wellington, deliziosa, la pasta perfetta e croccante: la cipolla rossa di Tropea viene prima cotta al sale per renderla fondente, poi farcita, riafferma la propria dolcezza spettacolare.
Di seguito tutti i piatti che abbiamo assaggiato, nelle foto di Tanio Liotta.
«Il nostro concetto dell’italianità» come appetizer: qui sopra Melanzana in preserva, poi Melone marinato al peperoncino, poi Crudo di branzino, chutney di lime, scalogno, piselli freschi (foto sotto)
Crudo di branzino, chutney di lime, scalogno, piselli freschi
Gambero, mandorle, fichi, salsa di estratto cold brew a freddo del “carcasse” di caffè, salsa allo yogurt e foglie di fichi. In abbinamento soda alle foglie di fico, latte chiarificato e tè oolong
Raviolo verde “bugiardo” (con ortaggi ed erbe selvatiche, salsa al basilico): praticamente, un raviolo senza ripieno, ma ha un senso, eh...
Trancio di ombrina in fiori di zucca, fiori di zucca croccanti, salsa di foglie di zucchine infusa con erba limoncina, salsa alle cozze, gambi di zucchine marinati
Cipolla alla Wellington (cipolla, funghi, spinaci, salsa al caffè)
Cremoso alla camomilla, cioccolato bianco, mango, chips di latte e pepe
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classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
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