Uno spauracchio di chi fa il mio mestiere è l’amico disperso, il collega straniero o il collaboratore entusiasta che ti whatsappano all’improvviso: «Sto per venire a Milano. Mi consigli un posto dove mangiare?», che come richiesta è un davvero po’ vaga. Alcuni autori, qui a Identità, si son preparati varie liste pronte per l’uso; io invece, più pigro, improvviso sul momento, dunque parte spesso un dialogo con varie possibili sliding doors, tipo: fine dining sì/no, cotoletta alla milanese sì/no, cucina di pesce o di carne, giovane talento e celebrato maestro... Eccetera. Il più delle volte, quando non sembra esserci soluzione condivisa, per andare sul sicuro indico due ristoranti appunto stra-sicuri: Ratanà o Gong.
Sul Ratanà poco da dire. Più sorprendente – perlomeno a non un appassionato - può sembrare la segnalazione di Gong («Ma come, vengo a Milano e mi suggerisci un ristorante orientale?»). Però l’insegna di Corso Concordia 8 si è ben meritata un giudizio più che lusinghiero. Da dieci anni (è stato inaugurato nel 2015) è un porto franco dei golosi: il locale è bellissimo, ti accolgono con cordialità e sorrisi, la patronne Giulia Liu è empatica e cortesissima, l’ambiente rilassante, la cucina di ottima fattura, la cantina di pregio e ben spiegata, il conto ragionevole, il servizio premuroso e il ritmo della cena quello giusto. Che si vuole di più, per far bella serata? Colpisce poi la costanza di rendimento: ci siam stati molte volte, mai una sbavatura. Anni addietro si poteva forse eccepire su una certa ripetitività della proposta gastronomica; poi la grande crescita di Guglielmo Paolucci (sì, lo chef è italiano de Roma, ed è molto bravo) ha posto rimedio. Gong è un ristorante di fine dining borghese, gioca insomma la propria partita tra due modelli di ristorazione diversi, integrandoli perfettamente, ossia dandone una sintesi convincente.

La bellissima sala del Gong
Proprio per questa ragione, abbiamo voluto
Gong alla nostra grande festa del 18 settembre, l’abbiamo intitolata
Grazie Milano (
qui tutte le info), per il settimo compleanno di
Identità Golose Milano: perché
Gong di
Giulia Liu, insieme alle insegne dei suoi fratelli
Claudio e
Marco, rappresentano al meglio da un lato la città cosmopolita, aperta della influenze internazionali; dall’altro sono una significativa
case history di come declinare differenti format gastronomici sotto un unico cappello di famiglia, dal ristorante borghese di nuova generazione (
Ba Restaurant), al fine dining alto (
Iyo) o ancor più alto (
Iyo Omakase), passando per
Gong che, come detto, si colloca a metà strada. I
Liu in questo hanno solo da insegnare.
In occasione di Grazie Milano, poi, quelli di Gong han voluto fare un regalo a noi e ai tanti commensali che saranno presenti (sì, i posti son esauriti da tempo. Ma c'è sempre qualcuno che disdice all’ultimo…): sarà infatti presentata per la prima volta la versione rinnovata di una pietanza tra le più simboliche del locale, il Raviolo proibito. Assaggio eccezionale da anni, che così abbiamo sempre descritto: “Raviolo al vapore in pasta di zafferano ripieni di maialino char siu e tartufo”. Ora arriva l’edizione 2.0, che abbiamo battezzato senza troppa fantasia Raviolo proibito special edition e che Giulia Liu e Guglielmo Paolucci ci raccontano così: «Una creazione che unisce tecnica, raffinatezza e simbolismo. La pasta, impreziosita dallo zafferano, racchiude un cuore di maialino char siu, marinato con soia dolce e cinque spezie orientali. A completare l’armonia dei sapori, una salsa soubise di cipolla bianca arricchita da pasta di soia fermentata, salsa di soia scura e l’intensità del tartufo nero. Il tutto è avvolto da un elegante fondo bruno e illuminato da delicati frammenti d’oro. Il nome e l’estetica del piatto traggono ispirazione dalla Città Proibita di Pechino: l’oro, colore predominante del palazzo imperiale, simbolo di potere e sacralità, che solo l’imperatore e la sua corte potevano ammirare. Un piatto che non è solo esperienza gastronomica, ma viaggio sensoriale tra storia, cultura e lusso». Quindi la novità sta nella salsa soubise, che potrà regalare ulteriore complessità a un assaggio già pieno e suadente.

Anteprima del Raviolo proibito special edition
Per gustarlo, dobbiamo aspettare
Grazie Milano. Intanto noi da
Gong siamo tornati per l’ennesima volta. La nostra impressione? Intanto, la raffica iniziale di appetizer è spaziale (
Tartelletta con foglia di alga nori, battuta di tonno, caviale; poi
Crostata con sfoglia di wonton, wagyu condito con soia ed erba cipollina; quindi
Sfera con besciamella di dashi, tartufo e carpaccio di anatra salata; poi ancora
Bao fritto con battuta di piccione e tartufo estivo; infine
Fiore croccante di pastella di carbone vegetale con salsa al wasabi). Di seguito, un’altra raffica, quella di dim sum, spettacolari (il nostro preferito? Forse il
Dim sum di blackcod - raviolo ripieno di blackcod, crema alla bottarga di muggine, kizami wasabi e uova di trota – dove la crema è una saetta al palato. Oppure il
Raviolo nero - raviolo nero farcito con seppia, bambu e curry, serviti con velo di seppia, latte di cocco profumato allo zenzero e lemongrass – dove si potrebbe anche osare di più col cocco. O il
Raviolo wagyu, per la serie "vincere facile", ci sono anche il foie gras e il tartufo. O lo
Xiao long bao, col suo gran brodo...).
I Lamian all’astice sono molto golosi, quasi ruffiani. Ma la dimostrazione che qui la cucina c’è e lotta insieme a noi, sta nelle due portate che rimangono nella memoria: Catalana di astice in stile orientale (catalana di coda d’astice al vapore, emulsione di olio evo e agrumi orientali, cialda croccante alle alghe, verdure di stagione, cipolla rossa e daikon marinati in aceto di riso), che sbanalizza un crostaceo spesso abusato e mal-usato, vincendo la partita grazie a perfetti giochi di texture; e soprattutto Incontro tra triglia e wagyu (filetto di triglia al vapore con furikake di soia disidratata, gel di soia e aceto di riso, il tutto servito con carpaccio di wagyu A5 scottato alla fiamma. Il piatto è accompagnato da una crema di bambù e zucchine e con cavolfiore bianco leggermente affumicato), di incredibile eleganza e succulenza. È scioglievole, ricco di note di brace, di carezze umami. Alta cucina pura.
Insomma: son tutti buoni motivi per consigliare Gong. O no?
I nostri assaggi, nelle foto di Tanio Liotta.

Dopo gli appetizer (Tartelletta con foglia di alga nori, battuta di tonno, caviale; poi Crostatina con sfoglia di wonton, wagyu condito con soia ed erba cipollina; quindi Sfera con besciamella di dashi, tartufo e carpaccio di anatra salata; poi Bao fritto con battuta di piccione e tartufo estivo; infine Fiore croccante di pastella di carbone vegetale con salsa al wasabi) arriva il primo antipasto: Scampi, avocado e caviale, ossia tartare di scampi condita con salsa al miso bianco e yuzu, mousse di avocado e sake, caviale Baikal, ben sapido

Ricciola del Pacifico, salsa di miso bianco e yuzu, salsa verde con il coriandolo e insalata mizuna. A parte una granita allo yuzu

Carpaccio di spigola, battuta leggera di cipolla rossa, gambero rosso di Mazara del Vallo, salsa di soia con agrumi orientali, sudachi, leggermente piccante

Dim sum d’astice: ravioli d’astice al vapore serviti con estratto di cetriolo e lime

Dim sum di blackcod: ravioli ripieni di blackcod, crema alla bottarga di muggine, kizami wasabi e uova di trota

Raviolo nero: ravioli neri farciti con seppia, bambu e curry, serviti con velo di seppia, latte di cocco profumato allo zenzero e lemongrass

Raviolo rosso: ravioli farciti con king crab

Raviolo d’oro, omaggio a Milano: ravioli in pasta di zafferano ripieni di ragù di ossobuco, serviti con crema di risotto alla milanese

Raviolo wagyu: ravioli ripieni di wagyu (A5) con salsa al foie gras e tartufo

Raviolo proibito: ravioli al vapore in pasta di zafferano ripieni di maialino char siu (caramellato nella soia dolce) e tartufo

Xiao long bao: ravioli di Shanghai, al vapore, ripieni di brodo

Lamian all’astice: spaghetti di grano tirati a mano, saltati con ragù di astice sfumati con vino di riso cinese, zenzero ed erba cipollina

Catalana di astice in stile orientale: catalana di coda d’astice al vapore, emulsione di olio evo e agrumi orientali, cialda croccante alle alghe, verdure di stagione, cipolla rossa e daikon marinati in aceto di riso

Incontro tra triglia e wagyu (Hóngzīyú yǔ héniú): filetto di triglia al vapore con furikake di soia disidratata, gel di soia e aceto di riso, il tutto servito con carpaccio di wagyu A5 scottato alla fiamma. Il piatto è accompagnato da una crema di bambù e zucchine e con cavolfiore bianco leggermente affumicato

Pancia di maialino croccante: pancia di maialino croccante glassata con salsa char siu, servita con tagliatella di daikon marinato all’aceto di riso, melanzana cinese agropiccante e una salsa cremosa a base di senape antica, miele, soia e fondo bruno

Giardino zen e il leone di pietra: un leone di pietra reinterpretato in chiave dolce, ossia mousse al tè matcha, compotte di fragole e sakè, biscotto morbido alla mandorla, frolla alla vaniglia e sponge alla mandorla con gel allo yuzu. A completare il paesaggio, un “sasso” di sorbetto allo yuzu e un “sasso” di mousse al matcha con cuore di fragola e sake

Intensità al cioccolato: sfere di parfait al cioccolato fondente accompagnate da namelaka al Caramelia, crumble di cacao, caramello, mou al miso, sferificazione di caramello e cioccolato soffiato, servito con cialda croccante al gruè di cacao e bourbon. Accompagna il tutto un gelato alla vaniglia profumato al tè nero affumicato