10-10-2023
Marlene Vieira e Ana Roš al pass di Marlene, il ristorante di Lisbona dove la slovena - fresca delle tre stelle - ha duettato con la padrona di casa portoghese. Foto Manuel Manso
Se le cene a quattro o più mani costituiscono per la clientela l’occasione di conoscere chef e stili di cucina ancora mai provati, allo stesso modo si tratta di serate funzionali a creare un movimento mediatico e di interesse diverso dall’ordinario. Tanti affezionati avventori sono spesso i primi a prenotare questo genere di eventi proprio per l’esotismo di certe congiunzioni così come per il puro divertimento di ritrovarsi nel proprio ristorante di riferimento in condizioni eccezionali.
Lavorando nello stesso ambiente e all’interno dei medesimi circuiti molti chef si conoscono tra loro e al di là di quelle che possono essere certe proposte istituzionali o brandizzate, gli eventi più felici in cucina arrivano in genere dall’amicizia e dalla stima reciproca che due o più professionisti nutrono vicendevolmente. Tali momenti diventano occasioni per imparare e prendere spunto da chi ci ha fatto scuola, da chi ammiriamo e da coloro i quali, anche se con modalità diverse dal nostro selciato, stanno scrivendo parti nuove di storia della gastronomia contemporanea.
Non è raro avere giovani chef impegnati a confrontarsi con grandi nomi così come colossi della ristorazione internazionale portare avanti botta e risposta di grandissimo livello. Occasioni e contesti in cui nella maggior parte dei casi vediamo protagonisti più cuochi che cuoche, anche proprio per ragioni numeriche e di presenza, ma dove in ogni caso la figura catalizzante verso il pubblico resta lo chef. Il boom mediatico del settore negli ultimi vent’anni ha visto spostare l’attenzione di stampa e pubblico – anche grazie alle facilitazioni dei social network – sugli autori delle cucine, estremizzandone non poco immagini e vite. Lo chef è oggi un deus ex machina, una figura con la quale un certo tipo di pubblico si immedesima e che altri mitizzano, una personalità cui è stato affidato il compito di consolare l’uomo con la più grande delle gioie possibili: il cibo.
Momenti in cucina... al femminile. Foto di Chiara Buzzi
Per come la nostra società è impostata, anche con le dovute differenze culturali tra i vari Paesi (restando quantomeno in Europa), la donna non può sottrarsi dall’essere multitasking e dedicare la maggior parte del suo tempo agli altri. Perché spesso sono mogli, madri e imprenditrici: «Ho capito nel tempo che una chef mamma è destinata a vivere con grandi sensi di colpa la maggior parte del suo tempo perché se è in cucina non è a casa, se è con i figli non è con la sua squadra e quando viaggia non è né con la sua cucina né con la sua famiglia». Ora che il suo ristorante Hisa Franko ha affisso fuori dalla porta la targa rossa con tre stelle Michelin, si è fatto un ulteriore passo in avanti. Un successo strepitoso non solo per il traguardo della gastronomia slovena a livello mondiale, ma come ulteriore progresso verso la riduzione del gender gap in questo settore: lo ha ribadito proprio su Identità Golose anche Cristina Bowerman che - complimentandosi con la Roš, sua grande amica e compagna di avventure in cucina - ha confermato quanto il mondo della cucina sia ancora tanto esageratamente maschile. "Con Ana, ma anche con altre colleghe, abbiamo spesso discusso del perché oggi, ancora oggi, sia ancora così evidente il gap (basta leggere il report rilasciato dalla Comunità Europea l’altro giorno che parla di un 16% di salary gap in Italia per aumentare vertiginosamente all’età pensionistica) e, inevitabilmente, giungiamo sempre a conclusioni diverse perché la materia è complessa e coinvolge ogni aspetto della nostra società" (leggi qui l'intervento della Bowerman: Vi racconto Ana Roš, il domani oggi).
Foto di gruppo
Un'occhiata al menu. Foto Manuel Manso
Un po' di relax. Foto Manuel Manso
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
piemontese di ferro, classe 1986, laurea in Economia per i beni culturali, dopo anni di militanza nei locali milanesi, è co-titolare insieme a Edoardo Nono del Rita & Cocktails - storico American bar di MIlano e del Rita’s Tiki Room, spin-off caraibico polinesiano aperto nel 2019. Viaggia per passione, lavora per passione, mangia con passione
Un ciak di Pizza Girls, programma televisivo che dà finalmente visibilità al mondo della pizza al femminile
Irina Steccanella (a destra) con Francesca Romana Barberini al termine della sua masterclass all'ultima edizione di Identità Milano 2024. Foto Brambilla-Serrani
Giulia Vicini e Giulia Zanni, pizzaiole del Giuly Pizza di Castelli Calepio (Bergamo). Due esempi di giovani talenti nel mondo della pizza al femminile