23-02-2020
Diego Rossi, a sinistra, con Enrique Olvera nella cucina di Pujol (tutte le foto di Araceli Paz)
Città del Messico, 19 gennaio, ore 12:00. Al ristorante Pujol, tempio messicano dell’alta cucina contemporanea, è andato in scena un inedito: Enrique Olvera, grande chef e patron, ha ospitato e condiviso pass e fornelli con Diego Rossi, pluridecorato chef e patron, con Pietro Caroli quale partner, della Trattoria Trippa di Milano, accompagnato dal suo amico e compagno di avventure culinarie Federico Sisti, già chef del Ristorante Ronchettino a Milano. Mai successo.
Nelle passate edizioni di questi “scambi” di Olvera, avevamo visto passare da Pujol chef quali Don Wagyu (New York), Gaggan Anand (tra India e Bangkok) e l’argentino Francis Mallmann. Non avevamo però mai visto una condivisione di cucina di questo tipo. Le prenotazioni della serata con Rossi si sono esaurite già un mese prima della data. Ed è per questo che, a distanza di qualche settimana, ne parliamo ancora.
E neanche Diego è un cuoco qualsiasi, con le sue esperienze in cucine stellate Veronesi e Sudtirolesi, e con anche una sua stella guadagnata sul campo in passato. Esperienze che l’hanno portato a sperimentare quello che a un primo sguardo potrebbe apparire come un passo indietro, per uno come lui, ma che invece si è rivelato un successo straordinario, a Milano: Trippa, la nuova trattoria contemporanea.
Federico Sisti, in primo piano, compagno di avventure gastronomiche di Diego Rossi
Ancor di più, rappresenta il cuore pulsante della nostra gastronomia. Resta famosa la frase di Paul Bocuse in merito: «Il giorno che gli italiani capiranno la forza della loro cucina regionale, noi francesi resteremo fregati». Beh, on disse proprio “fregati”…ma il senso era quello. Quindi è ovvio e intuibile l’interesse di uno chef come Olvera per la cucina di Diego Rossi.
Fino ad oggi la cucina creativa, gli “stellati” di rango , avevano in massima parte reinterpretato le ricette tradizionali rendendoli piccoli capolavori, a volte, di grande bellezza e bontà. Ma si trattava pur sempre di stellate reinterpretazioni. Fanno scuola in proposito i paccheri e la cotoletta orecchia di elefante dei fratelli Cerea, la minestra di pasta mista di Gennarino Esposito, i timballi di Ciccio Sultano, ma anche i risotti di Giancarlo Morelli, Davide Oldani e Andrea Berton, o, tra i dolci, la millefoglie di Giancarlo Perbellini.
Fregola, ragù di montone e 'nduja, fiore sardo affumicato e bergamotto
Grande evento, quindi, nel ristorante di Olvera. Come ci ha raccontato Diego, grandissima umanità e senso di famiglia. E tutto è seguito con visita al meraviglioso mercato messicano di Oaxaca. E la sera tutti insieme a ballare la salsa, con gran parte della brigata. Per Rossi questo evento è stato il più bello e caldo organizzato in questi anni con altri chef. Piccola curiosità: sono stati 104 i chili di cibo italiano che sono stati portati in Messico per l’evento da Rossi e Sisti.
Zuppa di cicerchie e roveja, testina di vitello, lumache e aringa affumicata
Trippa emigra, viaggia, e lo fa arrivando ed entrando dalla porta principale, e confrontandosi con una cucina importantissima nello scenario gastronomico internazionale, quella messicana, cucina non a caso dai gusti, tecniche e sapori molto simili ai nostri.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
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Triestino, partito dall'agenzia di pubblicità Armando Testa, ha ricoperto ruoli di vertice nei settori della comunicazione di aziende come Michelin, Honda, Telecom Italia. Oggi è consulente di comunicazione e marketing aziendale e politico, per clienti quali Autogrill, Thevision.com. Tiene lezioni all'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e a quella di Genova. È docente presso Niko Romito Formazione, Intrecci Scuola di Sala e In-Cibum. Presidente dell'Associazione "Le cose cambiano", che lotta contro il bullismo omofobico