14-01-2025
Paris, Dubai, Toronto, Singapore, Istanbul, Doha, Marrakech, Dallas, Delray Beach, Bangkok, Seoul, Riyadh... Cosa unisce questa lista di città apparentemente casuale? Uno chef, innanzitutto. Akira Back, nato a Seoul ma cresciuto sulle piste innevate di Aspen in Colorado, dove la famiglia si era trasferita quando lui era giovane per motivi di lavoro. La neve è stato il suo primo amore, la passione che lo portò a diventare campione di snowboard fino a che, trovato lavoro nelle cucine di un ristorante giapponese per mantenersi – ha scoperto una innata propensione per la cucina, e quindi la voglia di cambiare vita, direzione. Il resto è storia.
Al giorno d’oggi Back ha un impero di oltre 25 tra bar, ristoranti e steakhouse, per una cucina ‘pan asiatica’: sushi, cinese, coreano, ma anche Dosa, cucina elevata che gli è valsa una stella Michelin così come il ristorante eponimo a Seoul. Sono definiti ‘concetti’ culinari, ognuno con la sua identità. La sua cucina è fusion, ma anche arte – dice Back. Cucina giapponese moderna, con influenze coreane e nord americane. “Siamo artisti” commenta lo chef, parlando delle sue creazioni. I suoi inizi nel mondo gastronomico non furono facili, tra chi dubitava che potesse farcela a ottenere un successo simile a quello che aveva conosciuto sulle piste e la famiglia che invece, tipicamente, si aspettava una laurea e poi la gestione dell'attività paterna. Ma lui ha fatto di testa sua, rimboccandosi le maniche e proponendo una cucina totale espressione “della libertà che abbiamo noi chef”. Insomma, ha fatto un po’ come voleva lui, ma è andata bene, anzi benissimo.
Ma dopo aver aperto in tanti posti, così diversi tra loro e lontani (in stile e geografia), può uno chef mantenere la qualità e lo stile per i quali è diventato famoso?
Back si fa in quattro qui al Mandarin. C'è Dosa, esperienza immersiva con un menu degustazione d’ispirazione coreana al tavolo dello chef per 14 massimo commensali; due bar (ABar Lounge, elegante cocktail bar, assaggi e dj dal mercoledì al sabato e ABar Rooftop, sul tetto con panorama sui tetti di Mayfair); infine c'è Akira Back London, semplicemente il suo nome per una sala da pranzo che da colazione a cena propone una cucina con solide fondamenta giapponesi e accenni di sapori globali.
Anche se Akira Back non è sempre presente, l’executive chef Jihun Kim fa onore alla sua cucina con maestria: la qualità che abbiamo apprezzato al Mandarin Oriental Mayfair, London è davvero notevole e la location non è da meno.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
Napoletana residente a Londra, vacanziera subacquea, è website manager di mestiere e foodie per passione
Gabriele Contatore al bancone del Co.Mo Bar&Bistrot, al Mandarin Oriental, Lago di Como. Il bar manager trova la perfetta espressione della sua indole dietro un bancone, cercando di regalare agli ospiti il piacere di gustare un ottimo drink
Nazca, uno dei nuovi drink del menu Mysteries of the World di Paradiso, è ispirato alle misteriose linee del Perù meridionale. Il drink, a bassa gradazione alcolita, presenta un cordiale complesso e delicato a base di fiori e mais, con una garnish gastronomica con croccante di mais peruviano e una gelatina di Bloody Mary.
Il Bridgerton afternoon tea all'hotel The Lanesborough a Londra
Dal Mondo è curiosità, fascino, un guida verso i migliori indirizzi intorno al globo, di cui vi raccontiamo non solo piatti, insegne, ingredienti, ma anche le vite di personaggi che stanno facendo la differenza nel nostro Pianeta, dalla ristorazione al meraviglioso mondo del vino.