01-01-2025
Dylan Jones e Bo Songvisava, chef di Bo.lan, riaperto da poche settimane innella nuova sede: Sukhumvit 53 Alley, Khlong Tan Nuea, Watthana, a Bangkok, in Thailandia
Nel cuore di Bangkok, Bo.lan non è solo un ristorante, ma un vero e proprio manifesto gastronomico. Creato dalla chef Bo Songvisava e dal compagno Dylan Jones, questo progetto ambizioso, che torna dopo 3 anni di chiusura, vuole riportare nuovamente in primo piano l’identità culinaria thailandese, intrecciando tradizione, sostenibilità e una moderna interpretazione dei sapori locali.
La chef Bo, originaria di Chiang Mai, ha costruito il suo percorso attingendo da antichi testi di cucina e lavorando a stretto contatto con produttori locali, per riscoprire ingredienti e tecniche che rischiavano di perdersi. Un approccio che unisce ricerca, artigianalità e un profondo rispetto per l’ambiente. “La nostra missione è salvaguardare il patrimonio culinario thailandese e la biodiversità,” spiega la chef. “L’innovazione sta nel reinterpretare piatti antichi con un tocco contemporaneo e nello stile in cui li serviamo.” Ogni piatto da Bo.lan racconta una storia: l’uso esclusivo di prodotti stagionali guida il menu (costo, 4.800 baht a persona, circa 135 euro) mentre il rapporto diretto con i contadini locali garantisce una filiera etica e trasparente. Non mancano le sperimentazioni. “Sono una cuoca nel cuore,” racconta Bo. “Alcuni piatti che penso non funzioneranno si rivelano un successo, e viceversa. Ma il bello sta nel percorso.”
La sostenibilità come filo conduttore. L’approccio di Bo.lan non si limita al piatto: la sostenibilità è al centro di ogni scelta. Dalla ricerca di produttori che operano in armonia con l’ambiente, all’impegno nel ridurre l’impatto ecologico delle operazioni del ristorante, ogni aspetto del progetto è pensato per avere un effetto positivo sul territorio. “Non smetteremo mai di cercare nuovi produttori e modi per migliorare,” afferma Bo. “Il lavoro non sarà mai finito, ma è questo a renderlo interessante.”
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
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Fin da bambina, i viaggi nei ristoranti d’Italia insieme al nonno hanno acceso una passione che è diventata poi una professione. Oggi è specialista della comunicazione in ambito food, con competenze strategiche nel digitale. La sua curiosità la spinge a scoprire piatti inediti e vivere esperienze gastronomiche, perché il cibo è una forma di cultura, una lente attraverso cui esplorare il mondo e valorizzare le identità. Instagram: @maryland84
Mahaniyom è una parola thailandese, che indica sia grande sogno sia grande popolarità. Una casualità forse, che per i due soci Ronnaporn Neung Kanivichaporn e Chennarong Bhumichitr in un'importante esclation di locali di grande successo. Il locale accoglie gli ospiti con il suo stile "thai – roccocò", acronimo di Thai – Rocco – Disco, dove gli interni in legno richiamano i dettagli delle case locali ma con inserti contemporanei come le tigri al neon.
Pichaya Soontornyanakij, più nota come chef Pam, e il suo maître marchigiano Sacha Di Silvestre: sono i protagonisti di Potong, uno dei migliori ristoranti del mondo, cucina "Progressive Thai-Chinese" a Bangkok, in Thailandia. Foto Carlo Passera
L'anatra del ristorante Potong, una stella Michelin nel quartiere Yaowaraj di Bangkok, e la sua autrice Pichaya Soontornyanakij, semplicemente Chef Pam, tailandese di origini cinesi (foto @gastrofilm e @poldivina)
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