18-05-2025

Baan Tepa, sostenibilità radicale e una mappatura dei gusti thai

Dopo un biennio da Dan Barber a New York, Chudaree "Tam" Debhakam ha ricostruito la casa di famiglia a Bangkok, conquistando attenzioni globali

Chudaree

Chudaree "Tam" Debhakam, chef e patron del ristorante Baan Tepa di Bangkok, 2 stelle Michelin e 1 stella verde. Tam è anche Asia's Best Female Chef per la World's 50Best 2025

Trentaquattro ristoranti stellati solo a Bangkok, il 35% in più rispetto a Milano. Quindici anni fa, nessuno si sarebbe mai aspettato che l'universo fine dining avrebbe fatto boom così rapidamente nella megalopoli thai. Troppo dominante l'anima street food, scrivevamo noi stessi all'epoca, per cedere spazio a concetti alti . E invece, grazie a investimenti crescenti e una devozione intensa verso il cibo, dietro a Sorn - il primo e unico 3 stelle del paese, ci torneremo - sta crescendo una generazione di cuoche e cuochi che girano il mondo e poi tornano a casa per raffinare con nuove tecniche e pensieri i prodotti del paese.

Tra loro, si distingue in modo speciale il lavoro di Chudaree Debhakam , detta Tam. È una deliziosa 32enne bangkokina che, nel novembre 2020, ha ristrutturato nella tranquilla periferia orientale della città la casa di famiglia inaugurata da nonna Suwaree. L'ha fatto dopo aver speso un biennio da Dan Barber al Blue Hill di Stone Barns, New York, un'esperienza che segnerà per sempre la sua impronta orientata alla sostenibilità e all'economia circolare, alla creatività e al localismo di un paese lungo quasi 2mila chilometri, dal nord d'influenza cinese all'irrequieto sud di tradizione musulmana.

L'ingresso del ristorante

L'ingresso del ristorante

La sala principale

La sala principale

Baan Tepa è una tenuta arredata con buon gusto e circondata da un grande giardino a spirale, con erbe e verdure che arrivano da Chang Rai al confine con la Malesia. La prima impressione dell'ospite è un senso di accoglienza fuori dal comune: in generale, ahinoi in Asia molto più che in Europa, la disposizione a sorridere e farsi in quattro per soddisfare ogni richiesta è spesso il valore che marca la differenza, non solo nella ristorazione ma lungo tutti i percorsi attraversati dal turista. Qui c'è il gentilissimo Benz Pien Sangtong a raccontare con dovizia di particolari la cucina di Tam, dopo che gli altri ragazzi dello staff ti avevano condotto in giardino, illustramdo tutte le accortezze utilizzate per trasformare gli scarti della cucina in oli, polveri commestibili o kombucha; il reimpiego di 12 chili di rifiuti che finiscono per posarsi sull'orto ogni settimana, il riutilizzo di plastica, vetro, cartone o gusci d'uovo che vengono separati a un passo dal pattume e ceduti ad artigiani che ne faranno piccole opere d'arte o d'ingegno.

È la ristorazione contemporanea, bellezza, riti non meno importanti del reclutamento dei migliori pomodori del Paese (che crescono a Chiang Mai, nel nord), del dialogo con le comunità di pescatori, allevatori o contadini che non sono consapevoli fino in fondo di tenere in mano delle gemme. Dello studio sulle infinite possibilità tecniche per trasformare riso, gamberi e radici (possibilità sterminate) e dello scrupolo nel disegnare i piatti con grande attenzione (fin eccessiva) a geometrie, forme e colori.

Sono gli addendi di un menu degustazione unico da 7 portate, concepito come viaggio tra i tesori nascosti di un paese di cui, nonostante tutto, sappiamo ancora molto poco e che dovremmo esplorare di più, prima di esprimere punti di vista di presunzione colonialista.

BAAN TEPA, menù primavera 2025 
A sinistra, la prima portata del menu degustazione di Baan Tepa, Kill the kapi: kapi è una pasta di gamberi fermentata, molto popolare e versatile nella cucina del Sud-est asiatico. Tam la addomestica con dell’olio di erbe al basilico limone e menta fresca e la associa al sugarello locale (horse mackerel).

A destra, Crab crab crab, una tripla esplorazione sulle possibilità del granchio in cucina: 1. Toast di riso viola con garum di muta di granchio (tipo moeca), glassa di miso di granchio nero e granchio azzurro (portunus pelagicus). 2. Corallo di granchio di risaia con miso di frutti d'uovo ed eggfruit (lucuma campechiana) 3. Brodo di granchio alle erbe con amomum biflorum jack (cardamomo). Un triplo carpiato tra note voluttuose e delicate.

A sinistra, la prima portata del menu degustazione di Baan Tepa, Kill the kapi: kapi è una pasta di gamberi fermentata, molto popolare e versatile nella cucina del Sud-est asiatico. Tam la addomestica con dell’olio di erbe al basilico limone e menta fresca e la associa al sugarello locale (horse mackerel).

A destra, Crab crab crab, una tripla esplorazione sulle possibilità del granchio in cucina: 1. Toast di riso viola con garum di muta di granchio (tipo moeca), glassa di miso di granchio nero e granchio azzurro (portunus pelagicus). 2. Corallo di granchio di risaia con miso di frutti d'uovo ed eggfruit (lucuma campechiana) 3. Brodo di granchio alle erbe con amomum biflorum jack (cardamomo). Un triplo carpiato tra note voluttuose e delicate.

A sinistra, Noodles Dong Dang con calamari salati e uova d'anatra salate. Dong dang è una preparazione di noodles di riso molto popolare attorno a Udon Thani, città a nord-est di Bangkok, al confine col Laos. Tam associa i noodles a un’altra preparazione classica thai: seppie con uova d’anatra salate. Le uova arrivano da Baan Talad Noi: sono stagionate nelle fecce e nella cenere della legna, sottoprodotti nella produzione della salsa di soia.

A destra, Anatomy of a River Prawn, “anatomia di un gambero di fiume”, è una ricostruzione un po’ artificiosa che prende le mosse dalla tradizione thai di gustare la testa del crostaceo intatta, accompagnandola alla salsa piccante di pesce. Il corpo è fatto con i gamberi del fiume Tapi di Surat Thani, grigliati al carbone, spennellati con olio di guscio di gamberi e finiti con una loro emulsione. La testa è una purea di salsa di frutti di mare, unita a una salsa piccante tradizionale di foglie di dragoncello. La coda è di cipolla e cipollotto bruciati, con tuiles di peperone rosso.

A sinistra, Noodles Dong Dang con calamari salati e uova d'anatra salate. Dong dang è una preparazione di noodles di riso molto popolare attorno a Udon Thani, città a nord-est di Bangkok, al confine col Laos. Tam associa i noodles a un’altra preparazione classica thai: seppie con uova d’anatra salate. Le uova arrivano da Baan Talad Noi: sono stagionate nelle fecce e nella cenere della legna, sottoprodotti nella produzione della salsa di soia.

A destra, Anatomy of a River Prawn, “anatomia di un gambero di fiume”, è una ricostruzione un po’ artificiosa che prende le mosse dalla tradizione thai di gustare la testa del crostaceo intatta, accompagnandola alla salsa piccante di pesce. Il corpo è fatto con i gamberi del fiume Tapi di Surat Thani, grigliati al carbone, spennellati con olio di guscio di gamberi e finiti con una loro emulsione. La testa è una purea di salsa di frutti di mare, unita a una salsa piccante tradizionale di foglie di dragoncello. La coda è di cipolla e cipollotto bruciati, con tuiles di peperone rosso.

A sinistra, White Lotus, "loto bianco", è un piatto interamente vegetale. Punta a sottolineare le potenzialità delle radici bianche. C’è tutto un lavoro di fermentazioni, marinature e pickling applicato a patate jicama, radici di loto, funghi bianchi (tremella fuciformis) e palloncino (calostoma cinnabarinum). Sopra c’è della jicama fermentata e della granita di amazake (dolcificante ricavato dalla fermentazione del riso). Un piatto rinfrescante, acido e terroso.

A destra, Blackened Curry, Wagyu Mosaic, "curry annerito e mosaico di Wagyu", una riscrittura molto personale del curry che utilizza frutta annerita di 4 specie: lucuma (eggfruit), banane, limetta acida (citrus lime) e sapodilla (Manilkara zapota). Il curry condisce un mosaico di manzo e tendini Wagyu, cucinati con tecniche diverse e avvolti nel cavolo essiccato. E' accompagnato da riso Jasmine di Lampang (nord del paese), affumicato in foglie di bambù.

A sinistra, White Lotus, "loto bianco", è un piatto interamente vegetale. Punta a sottolineare le potenzialità delle radici bianche. C’è tutto un lavoro di fermentazioni, marinature e pickling applicato a patate jicama, radici di loto, funghi bianchi (tremella fuciformis) e palloncino (calostoma cinnabarinum). Sopra c’è della jicama fermentata e della granita di amazake (dolcificante ricavato dalla fermentazione del riso). Un piatto rinfrescante, acido e terroso.

A destra, Blackened Curry, Wagyu Mosaic, "curry annerito e mosaico di Wagyu", una riscrittura molto personale del curry che utilizza frutta annerita di 4 specie: lucuma (eggfruit), banane, limetta acida (citrus lime) e sapodilla (Manilkara zapota). Il curry condisce un mosaico di manzo e tendini Wagyu, cucinati con tecniche diverse e avvolti nel cavolo essiccato. E' accompagnato da riso Jasmine di Lampang (nord del paese), affumicato in foglie di bambù.

Dopo il pre-dessert (un inno fresco al riso dolce, con amazake, la scoby del kombucha, longan e cracker di riso), ecco il dolce principale, The Forest, un paesaggio commestibile che riproduce le foreste tropicali della Tailandia, con un cioccolato piuttosto terroso e crumble di funghi selvatici su un'emulsione di pandan (pandanus amaryllifolius), wolffia (pianta acquatica iper-proteica dalle acque della provincia a sud di Ratchaburi), biscotto di topinambur e noce moscata candita. E' finita con una tuile croccante e un gelato di funghi testa di scimmia (lion's mane) e noce moscata

Dopo il pre-dessert (un inno fresco al riso dolce, con amazake, la scoby del kombucha, longan e cracker di riso), ecco il dolce principale, The Forest, un paesaggio commestibile che riproduce le foreste tropicali della Tailandia, con un cioccolato piuttosto terroso e crumble di funghi selvatici su un'emulsione di pandan (pandanus amaryllifolius), wolffia (pianta acquatica iper-proteica dalle acque della provincia a sud di Ratchaburi), biscotto di topinambur e noce moscata candita. E' finita con una tuile croccante e un gelato di funghi testa di scimmia (lion's mane) e noce moscata


Baan Tepa
561 Ramkhamheang road
Bangkapi, Bangkok, Tailandia
+66986969074
booking@baantepabkk.com
Menu degustazione: 6.200 baht (circa 160 euro, più 10% di servizio e 7% di iva)
Chiuso lunedì e martedì, aperto solo la sera dalle ore 17


Zanattamente buono

Il punto di Gabriele Zanatta: insegne, cuochi e ghiotti orientamenti in Italia e nel mondo

Gabriele Zanatta

di

Gabriele Zanatta

classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. 
instagram @gabrielezanatt

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