06-10-2023

Il Negroni tra passato e futuro: l'importante è sapersi emozionare

Il racconto appassionato di Paolo Baldini incontra le rivisitazioni in chiave moderna di Alessandro Iacobucci Vitoni al Mio Lab del Park Hyatt di Milano

Il libro

Il libro "Tutto quello che non sai sul Negroni" con lo stesso cocktail realizzato da Paolo Baldini

«Una vita senza emozioni… Ve la immaginate? No, non è possibile». Paolo Baldini non solo racconta la storia del Negroni, cocktail simbolo dell’italianità, ma apre il suo personale libro dei ricordi, fatto di storie, aneddoti e - soprattutto - tante emozioni.

Un racconto affascinate, quello di Baldini, che è racchiuso anche nel suo libro “Tutto ciò che non sai sul Negroni” e che ha avuto modo di ricordare durante una serata al Mio Lab del Park Hyatt di Milano, con l'organizzazione curata da Nicola Ultimo, Food&Beverage Director della stessa struttura milanese. «In quel libro ci sono un po’ di “bischerate”. Non mi reputo uno scrittore, ma piuttosto sono un raccontatore».

Paolo Baldini con il suo Negroni al Mio Lab del Park Hyatt di Milano. A sinistra Alessandro Iacobucci Vitoni

Paolo Baldini con il suo Negroni al Mio Lab del Park Hyatt di Milano. A sinistra Alessandro Iacobucci Vitoni

«In questo libro ci sono un po’ di storie vere - prosegue Baldini - Sono uno dei pochi che ha conosciuto i personaggi che cento anni fa fecero nascere il Negroni. Da loro ho potuto conoscere in prima persona la storia che ci ha portato fino ai giorni nostri».

Ma prima di tutto bisogna fare una premessa - appunto - storica. Con un viaggio a Firenze. «Siamo nel 1800 e qui circolavano grandi personaggi, soprattutto nel periodo in cui la città divenne Capitale d’Italia. Questi personaggi di giorno si riversavano a Firenze, mentre alla sera animavano le feste nei palazzi storici e nelle ville dei colli fiorentini».

Alessandro Iacobucci Vitoni presenta il Conte in Spiaggia 

Alessandro Iacobucci Vitoni presenta il Conte in Spiaggia 

E in questa Firenze d’altri tempi si fa luce una bottega. «Tra via dei Tornabuoni e via Spada sorgeva la Bottega Casoni - racconta Baldini - O meglio, come era scritto sull’antica insegna, “Coloniali Casoni - Profumeria”. E lì c’era un po’ di tutto, ma in particolare i liquori. Era frequentata dalla noblesse, soprattutto all’ora dell’aperitivo. Tra questi c’era il Conte Camillo Negroni. In quel tempo, come aperitivo, era di gran moda l’Americano, o meglio, il Mi-To, Milano Torino, perché univa il bitter milanese al vermouth piemontese. Al Casoni lavorava Fosco Scarselli. Un giorno imprecisato di oltre cento anni fa, il Conte Negroni, che aveva girato il mondo in lungo e in largo, assaggiando un Americano, disse allo Scarselli: “È un po’ leggerino. S’ha da rinforzare un pochino”. La scelta cadde sul gin».

Ettore, Taac e Il Conte in Spiaggia, le tre versioni di Negroni del Mio Lab

Ettore, Taac e Il Conte in Spiaggia, le tre versioni di Negroni del Mio Lab

Non si sa quali fossero esattamente i prodotti usati in quel tempo, ma ciò che è sicuro che c’erano bitter, vermouth e gin. «Questo Americano corretto gin fu apprezzato anche dagli altri avventori, che iniziarono a dire: “Me lo fai come il Conte Negroni, me lo fai alla Negroni?”. E il nome era già fatto».

Questo è il passato, la storia. Il Negroni, a oggi, non è sostanzialmente cambiato, con tre parti uguali di bitter, vermouth e gin. «Ma sono cambiate alcune attenzioni - spiega Alessandro Iacobucci Vitoni, bar manager del Park Hyatt di Milano - Abbiamo una grande possibilità di scelta tra i prodotti, che sono di qualità sempre più alta, ma anche i bicchieri, il ghiaccio». Quindi per un ottimo Negroni servono la cura nei dettagli e la scelta di prodotti che, miscelati, diano un cocktail perfettamente equilibrato. Poi entra in gioco un fattore non matematico, che è il gusto personale. Ma questa è un’altra storia.

Taac è il cocktail più milanese, con sentori (e colore)di zafferano

Taac è il cocktail più milanese, con sentori (e colore)di zafferano

Al Mio Lab del Park Hyatt, Alessandro Iacobucci Vitoni ha anche cercato di dare una propria interpretazione del Negroni moderno, con tre versioni speciali che sono sempre presenti nella cocktail list del locale milanese, presentate nell’occasione della recente settimana dedicata al Negroni a fine settembre.

Il Taac è un inno a Milano: Giass Gin aromatizzato allo zafferano, Vermouth Bianco, Bitter Bianco. Lo zafferano, ma anche le note amare del Bitter Bianco, regalano un coctkail piacevole, non invasivo, e piacevolmente fresco.

Ettore è la versione più "da meditazione" dei tre Signature Negroni del Mio Lab

Ettore è la versione più "da meditazione" dei tre Signature Negroni del Mio Lab

Il Conte in spiaggia viene realizzato con Ginarte, Campari, Vermouth Rosso MacchiaE qui il Negroni si esprime in eleganza, con note erbacee e anche leggermente balsamiche, e una grandissima lunghezza finale.

Ettore, invece, è una versione per certi versi un po’ più decisa: Gin Seven Hills, Vermouth Bianco, Campari, Rabarbaro Zucca, Bitter al caffè. Un Negroni che punta più verso i mesi più freddi, con nota calde e avvolgenti, da gustare sorseggiando forse non tanto come aperitivo, ma più come After Dinner.

La parola chiave, dal classico alle “rivisitazioni” è una: equilibrio. Sono tutti da provare, ovviamente. Ma nessuno vi biasimerà se chiederete un semplice Negroni. Che poi tanto “semplice” o “banale” non lo è, affatto.


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

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