29-08-2023
Lo chef Martin Lazarov, piemontese classe 1995, insieme a Benito Scatà, responsabile di sala e sommelier. Sono le colonne portanti del Principe di Belludia, ristorante gastronomico del resort Il San Corrado a Noto
Paradigma esaustivo del barocco siciliano, il centro storico di Noto è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 2002 e tutta la città è considerata gioiello di uno stile architettonico che, prima di essere tendenza artistica, vuole esprimere gioia di vivere. Gioia di vivere che, oltre le costruzioni di straordinaria teatralità e di toccante tonalità dorata, si ritrova senza fatica nella campagna rigogliosa a un quarto d’ora d’auto dallo spazio abitato. Proprio a quindici minuti esatti dalla Cattedrale di San Nicolò, storia, natura e lusso si intrecciano in un resort d’alta gamma, cinque stelle lusso, del catalogo Relais & Chateaux, Il San Corrado di Noto.
La struttura è un recupero attento di quella che una volta era la masseria del principe Nicolaci, un edificio costruito inizialmente con uno scopo rurale, di supporto ad agricoltori e allevatori che lavoravano dei dintorni, poi trasformato in residenza nobiliare, espressione della tenuta e del censo del proprietario. Varcarne la soglia oggi significa ricevere una promessa di relax, di benessere e di appagamento dei sensi. Il San Corrado di Noto, sosta rigenerante per la mente e per il corpo, è un paradiso di 26 suite, di cui due con piscina, un beach club e altre 8 ville con patio e piscina privata, ben governato da una manager d’esperienza come Rita Pili.
Il San Corrado di Noto
Executive chef della struttura è da quest'anno Martin Lazarov, piemontese classe 1995, genitori di origini macedoni. Dopo il diploma all’istituto alberghiero di Mondovì (Cn), è cresciuto da autodidatta frequentando cucine di vari alberghi e ristoranti, è stato chef privato per famiglie importanti della moda e dell’industria e, prima di arrivare in Sicilia, executive chef al Castello di Guarene, altro Relais & Châteaux in provincia di Cuneo. Giovane cuoco con una nome da ala destra, Lazarov non ha avuto maestri blasonati: «Tutti i lavori che ho fatto mi hanno permesso di consolidare le basi e, fino a qualche anno fa, mi dispiaceva non aver avuto un tutor importante, uno chef stellato a farmi da guida. Oggi invece penso che sia stato quasi un bene perché sono cresciuto autonomo, professionalmente senza schemi, libero di esprimere la tavola che preferisco».
La sala del ristorante Principe di Belludia
Indole e applicazione vanno a braccetto: «Cucinare è una cosa che mi viene naturale, ma studio e mi aggiorno tanto. Quando devi coordinare quaranta persone tra sala e cucina di due ristoranti, devi dimostrare di essere un leader, tenere alti gli standard, sapere in ogni momento quello che c’è da fare». Rispettare il mondo: «Tra i pilastri della mia cucina c’è assolutamente la sostenibilità. Cerco di lavorare con ingredienti sostenibili e con i vegetali del nostro orto e facciamo sempre in modo di puntare all’utilizzo pieno del prodotto limitando al minimo gli scarti».
Carota marinata con crema di ricotta e caviale Baikal. Tutte le foto dei piatti sono di Davide Visiello
Ravanello cotto a bassa temperatura con lenticchie croccanti e gel di arancia
Tartelletta di pasta fillo con ragù vegetale
Radicchio tardivo con aceto di lampone e sciroppo d’acero
Animella nappata al burro e timo servita con jus di vitello, scalogno con riduzione di barbabietola e lamelle di tartufo di Palazzolo Acreide
Agnolotti del plin ai 33 tuorli, ripieni di maialino nero dei Nebrodi e verza
Trottole di Gragnano con estrazione di peperoni e sedano rapa, crema di spinaci e jus vegetale
Piccione, “Gillardeau” e pak-choi
Piccione, “Gillardeau” e pak-choi, seconda parte
Nido di vermicelli con ganache di cioccolato al 70 % e rum, sabbia salata al cacao, pistacchi pralinati e gelato al lampone
È inconfutabile che al centro della proposta gastronomica di Martin Lazarov al Principe di Belludia ci siano i sapori e le declinazioni del mondo vegetale. Sapori che non vengono mai nascosti dall’ottima tecnica che il cuoco piemontese impiega nell’elaborazione di ogni piatto, presentato con minimalismo e senso estetico. È una cucina concepita col cuore, ma tracciata con il compasso, ponderata nei dettagli e nelle più piccole sfumature; il territorio è punto di partenza ma non vincolo asfissiante. Insomma una tavola moderna, libera di muoversi nel tempo e nello spazio. Lazarov ha talento e umiltà ed è giovane come tutti i componenti della squadra negli outlet de Il San Corrado di Noto. Molto bravi Benito Scatà, responsabile di sala e sommelier del Principe di Belludia e il suo braccio destro Lorenzo Breda.
A Noto il barocco è gioia di vivere, a Il San Corrado c’è gioia e amore per la cucina e per la grande ospitalità. La gioia e l’amore sono le ali per le più grandi imprese (cit.).
Menu degustazione 140 e 190 euro.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
classe 1974, sommelier, assaggiatore di caffè e verace uomo del Sud, è alla costante ricerca di sole e cieli azzurri. Nato a Vico Equense e cresciuto a Castellammare di Stabia, ama la cucina quando è innovativa e ha solide basi. Epicureo di cuore e palato, vive e scrive a Palermo, ma mangia e beve ovunque. Collabora con Identità Golose dal 2016
Passione e amore per l'ospitalità si leggono negli occhi di Norma e Salvatore. I piatti esaltano i sapori locali, celebrano le materie prime e regalano colore e modernità
Zisola è la tenuta siciliana, vicino a Noto, di Marchesi Mazzei
Foto di gruppo al Battimandorlo di Noto. Davanti sono lo chef Michele Di Bonito e il patron Pietro Viola. Dietro di loro, da sinistra, Alessio Zani, Federica Carnemolla, Laura Peduzzi, Cinzia Mottola, Karin Pace, Carla Irimia