11-08-2025

Nel nuovo ristorante a Grottaferrata dove la materia prima si fa racconto

Agricoltura e tecnica, testa e pancia: a L'Acqua Bulle, nel borgo dei Castelli Romani, ci si diverte con la cucina schietta e pulita di Francesco Caputo. Il piatto simbolo? Linguine con scampi, mandarino e bottarga

Francesco Caputo, lo chef, e Loris Paolini, il som

Francesco Caputo, lo chef, e Loris Paolini, il sommelier: sono i protagonisti de L'Acqua Bulle a Grottaferrata (Roma)

C’è un momento preciso, quasi sacro, che segna l’inizio di un pasto: quando l’acqua inizia a bollire. In quell’attimo si compie il rito dell’attesa che diventa piacere. Da qui prende nome L’Acqua Bulle, espressione dialettale nemese che rievoca la convivialità delle cucine di casa e che oggi dà identità a un ristorante che racconta il territorio dei Castelli Romani con voce limpida e moderna.

Dopo aver conquistato le sponde del lago di Nemi, L’Acqua Bulle ha riaperto le sue porte a Grottaferrata, in una villetta che profuma di accoglienza e autenticità. Il trasferimento, tutt’altro che una battuta d’arresto, ha rafforzato la direzione intrapresa dal giovane patron Lorenzo Giuliani, classe 1995, ristoratore nato a Velletri, e da Claudia Maria Negru, imprenditrice nel settore alimentare estero.

Fondato nel 2021 a Nemi, L’Acqua Bulle è nato da un’idea chiara e ben piantata: restituire centralità alla materia prima locale attraverso una cucina schietta ma tecnicamente solida. Dopo un periodo formativo nella ristorazione londinese, Lorenzo è tornato a casa per gestire l’enoteca storica di famiglia, trasformando quella base solida in un progetto gastronomico ambizioso. A causa di problematiche strutturali nella sede originaria, la scelta di trasferirsi a Grottaferrata è stata naturale, quasi fisiologica: restare nel cuore dei Castelli Romani, in una zona viva, con un’identità gastronomica in fermento.

In cucina c’è Francesco Caputo, chef coetaneo di Lorenzo e originario di Genzano. La sua mano è precisa, il pensiero netto: stagione, territorio, misura. Caputo ha maturato esperienze all’estero che oggi traduce in tecnica raffinata al servizio di ingredienti locali.

Tagliolino burro e tartufo bianchetto

Tagliolino burro e tartufo bianchetto

Carpaccio di manzo affumicato, con funghi cardoncelli e ravanelli

Carpaccio di manzo affumicato, con funghi cardoncelli e ravanelli

La preparazione dell'anatra

La preparazione dell'anatra

Il risultato è una cucina elegante e profonda, che gioca con contrasti ben orchestrati. Come nel caso delle Linguine con scampi, mandarino e bottarga, piatto simbolo di un equilibrio costruito per sottrazione, dove il mare incontra il frutto e la sapidità si stempera in dolcezza. Ma l’essenza de L’Acqua Bulle si coglie tutta nel Carpaccio di manzo affumicato, con funghi cardoncelli e ravanelli: un antipasto che racconta in modo diretto la capacità dello chef di far dialogare terra e fumo, freschezza vegetale e profondità carnivora. Ogni elemento è calibrato, nessun decoro superfluo: è il gusto il vero protagonista.

E poi c’è il Tagliolino burro e tartufo bianchetto, paradigma di comfort food d'autore. Burro che avvolge, tartufo che punge, pasta che tiene il morso: un’ode alla semplicità fatta bene, senza compromessi.

Le carni occupano un posto centrale nel menu, lavorate con tecniche precise che ne esaltano struttura e intensità. L’Agnello in crosta è già un classico della casa, così come i vegetali locali, trattati con rispetto e misura. Non mancano piatti che intrecciano il vegetale al mare, come la Zuppa di legumi con capasanta e timo o le linguine sopra citate, espressione della ricerca costante di equilibri e contrasti armonici.

Il menu, disponibile sia in versione degustazione sia alla carta con meno di venti referenze, tutte tra gli 8 e i 27 euro, cambia ogni tre mesi per rispettare il ciclo naturale delle stagioni e raccontare il territorio in continua evoluzione.

Agnello in crosta

Agnello in crosta

Uno dei dessert di L'Acqua Bulle

Uno dei dessert di L'Acqua Bulle

La tavola

La tavola

La carta vini è una dichiarazione d’amore al territorio, con oltre 400 etichette tra piccole realtà artigianali e produttori affermati. Il focus è sull’Italia, e in particolare sul Lazio, ma non mancano referenze da Francia, Austria e Germania. Un lavoro meticoloso, firmato da Loris Paolini, maître e sommelier, che dopo esperienze significative tra cui Cesare al Casaletto, Per Me e Piazza Duomo ad Alba, ha scelto Grottaferrata per accogliere e accompagnare gli ospiti in un percorso di scoperta sincera.

L’ambiente riflette l’anima del progetto: un grande tavolo conviviale, un caminetto acceso, dettagli vintage scelti da mercatini dell’usato. Ogni elemento parla di casa, senza manierismi. È il luogo giusto per chi cerca una cucina che sa raccontare, ma non ha bisogno di alzare la voce.

Con l’apertura della nuova sede a Grottaferrata e l’inaugurazione dell’Osteria Chiari a Roma, una trattoria contemporanea centrata su brace e forno a legna, Lorenzo Giuliani conferma una visione gastronomica coerente e radicata, capace di coniugare autenticità e innovazione, con una squadra giovane ma già matura per far parlare di sé. E mentre Grottaferrata accoglie questo nuovo capitolo, all’orizzonte si intravede già il ritorno a Nemi, con un format diverso ma lo stesso spirito. Intanto, chi siede a L’Acqua Bulle sa già di essere nel posto giusto.


L’Acqua Bulle
Viale Vittorio Veneto 133 - Grottaferrata (Roma)
Tel. 06 68975537
lacquabulle.it
Chiuso il martedì. Aperto solo a cena, sabato e domenica anche a pranzo
Menu degustazione a 65 euro


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

Francesca Feresin

di

Francesca Feresin

Romana di Trastevere, classe ’99, sin da piccola mangia fuori, ricercando tavole sempre più fuori dagli schemi. Si è laureata in Medicina al Policlinico Umberto I con l’obiettivo futuro di riuscire a coniugare le sue più grandi passioni: la cucina e la medicina.

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