09-08-2024
I Rigatoni con la pajata, piatto tradizionale a sorpresa a La Taverna di Bacco, indirizzo di fine dining di Nettuno (Roma)
Nel cuore di Nettuno ecco il ristorante fine dining che non ti aspetti. Siamo sul litorale laziale, a due passi dal mare, su Largo Luigi Trafelli: qui si trova La Taverna di Bacco, un piccolo regno di eleganza del gusto. Oltrepassata la porta a vetri è come trovarsi in una bolla: solo sette tavoli tra l’interno e il dehors coperto, non ci sono i rumori della strada, vedi solo il via vai dei passanti, per il resto è come sentirsi sospesi. Al centro di tutto c’è solo la tua esperienza gastronomica. Una piacevole scoperta che ti dà anche modo di ripensare a questa città, al di là di una meta per una classica gita fuori porta dove andare a mangiare del buon pesce vista mare. Dimenticate dunque la frittura di paranza o gli spaghetti alle vongole, ma non i rigatoni con la pajata o all’amatriciana.
Se vi state chiedendo se stiamo scherzando, la risposta è assolutamente no, siamo serissimi. A La Taverna di Bacco, in ogni stagione nel menu fa capolino un primo della tradizione. Un unico e solo piatto, che occupa un posto speciale nella carta, quasi fosse un signature o un limited edition, che a suo modo regala l’esperienza dell’elemento diversificante, dell’ossimoro o della contraddizione di gusto. Non capita spesso: ci siamo imbattuti in rivisitazioni, in scomposizioni, in tradizioni reinterpretate, in suggestioni di tradizione... Chiamatele come vi pare, ma la pajata nel fine dining, in zona di mare, ancora non l’avevamo vista.
Tavoli a La Taverna di Bacco
Sicuramente i Rigatoni con la pajata sono un piatto che non passa inosservato, su cui ci si sofferma, proprio come abbiamo fatto noi. Induce alla scelta anche solo per rendersi conto se ci troviamo di fronte all'ipertradizione o a una “pajata a modo mio”. Risposta: lo stile in cucina non cambia. Tecnico e meticoloso, lo chef rispetta la materia prima, sempre di qualità, e inserisce leggere sfumature che chiamarle “innovazione” è un’esagerazione, come per esempio - appunto - la pajata sfumata con il Marsala invece che con il vino bianco. O l’utilizzo di un mix di tre pepi differenti per un twist più speziato nella Carbonara - altro piatto che fa capolino da queste parti - al posto del solo pepe nero.
Eppure, La Taverna di Bacco è anche ben altro. Il progetto è nato nel 2015, per assecondare la passione per la buona cucina e il buon vino della famiglia Villani. Nel tempo, è riuscito a trovare ispirazione e una sua propria identità grazie alla cucina sempre più sofisticata di Filipe Dos Santos, classe ’88, origini brasiliane e una salda formazione italiana (la scuola all'Alma, poi Da Vittorio e gli Alajmo). Alla guida c’è Lucia Villani, affiancata in sala da Francesca Catanzani, cognata e grande amica: Le due ci raccontano di come negli anni abbiano fatto breccia nel cuore dei commensali, molti ormai fidelizzati, con dei piatti non facili rispetto agli usi e costumi del posto. Provando il menu degustazione si capisce anche molto bene il perché di questo innamoramento.
LA CUCINA CONTEMPORANEA DI FILIPE DOS SANTOS
Lo chef Filipe Dos Santos
COSA SI MANGIA A LA TAVERNA DI BACCO
Tartare di carne, anguilla affumicata, foie gras, mela verde e cipolla sotto aceto. Tutte le foto dei piatti sono di Andrea Di Lorenzo
Lingua, crostacei crudi, kimchi e kumquat
Carpaccio di orata, ostrica, peperone crusco, piquillo e lime
Pasta ripiena alla Nerano, limone, basilico e crostacei
Spaghettone, guanciale, piselli, nigella e ravanelli
Meringata alla fragola e shiso
Il servizio di sala è attento, curato in ogni dettaglio, compresi i sorrisi e i consigli. Fiore all’occhiello: la carta dei vini, che spazia dall’Italia alla Francia, oltre 600 etichette, un vero sogno per gli appassionati.
RIGATONI CON LA PAJATA di chef Filipe Dos Santos
Rigatoni con la pajata
Procedimento Tritare sedano, carota e cipolla. Far rosolare il soffritto fino a doratura e poi lasciare da parte. Fare i nodini alla pajata e poi tagliarli. Farli rosolare in una padella ben calda con olio e, raggiunta la doratura, sfumare con il Marsala. Mettere i nodini nel soffritto fatto precedentemente raccogliendo anche il Marsala. Aggiungere la salsa di pomodoro e far cuocere per circa 3 ore a fiamma bassa, aggiungendo il sale. Buttare la pasta e cuocerla al dente. Scolarla e ultimare la cottura in una padella insieme al sugo di pajata. Mantecare a fuoco spento con il parmigiano, il pecorino, il pepe e un filo di olio. Impiattare e servire
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
Calabrese di origine e romana di adozione. Laurea in Scienze della Comunicazione. Dopo alcuni anni passati nell’editoria, si avvicina al mondo dell’enogastronomia, muovendo i primi passi tra redazionali, ricette da editare, social network e fiere di settore. Giornalista pubblicista, collabora con La Madia e Pizza e Pasta Italiana, è autrice del podcast Misticanza per Radio Food, di cui dirige il magazine. La sua passione è raccontare le storie di aziende e produttori. Amante del buon cibo, della pizza abbinata con il vino e dei libri. Fanatica di sport
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