Capita, a volte, che il lavoro ti porti lontano da casa. E che in mezzo a una tabella fitta di impegni, ci sia il tempo per una deviazione, una cena che diventa racconto.
Così è stato per me: due giorni intensi al Sud, e una sera libera. Potevo tornare in camera, mangiare un boccone velocemente e chiudere la giornata. Invece ho fatto una scelta diversa. Ho prenotato da Casa Sgarra, a Trani, ristorante che affaccia sul lungomare con un panorama mozzafiato.

L'insegna all'ingresso di Casa Sgarra
Il locale è gestito da tre fratelli: Felice è lo chef, Riccardo il direttore di sala, e Roberto il sommelier. Un progetto comune che hanno deciso di intraprendere e che li ha portati a conquistare la stella Michelin, risultante di una proposta gastronomica fondata su pregiate materie prime del territorio, con qualche incursione esotica.

Il tramonto dal lungomare di Trani
Un nome che negli ultimi anni ha saputo costruirsi una voce netta nel panorama gastronomico italiano. Non solo per i riconoscimenti ottenuti, ma per l’identità coerente che dimostra. E per quella capacità rara di tenere insieme la memoria del territorio e lo slancio creativo.
La prima cosa che colpisce, entrando, è il senso di equilibrio. Casa Sgarra è uno spazio elegante senza essere freddo, raffinato e accogliente. Ti fa sentire ospite, non cliente.
Abbiamo puntato su pochi piatti, con l’idea di non strafare. Ma già i primi due sono bastati per capire che il posto era quello giusto.

Che delizia l'Insalata da amare
A partire dall’Insalata da Amare, una dichiarazione già nel nome. Una carezza marina, un ricamo di pesce crudo ed erbe, che profuma di fondo e pazienza.
Un piatto che parla piano, una sinfonia salina, precisa e gentile. Ogni elemento è un punto di cucitura, nulla stona. È come camminare in riva al mare al tramonto, quando l’aria sa di sale e silenzio. Ti permette di rallentare, di chiudere gli occhi, e poi resta dentro.
Un’insalata classica composta da un pescato eccellente e pulito, quindi Gambero rosso di Gallipoli, gambero bianco e violetto, scampo, tonno, tagliatella e cialda nera di seppia.

Lo Spaghetto all'Assassina
Si prosegue con lo Spaghetto all’Assassina. Arriva lui e cambia tutto. Se l’insalata era una poesia, questo è un romanzo di fuoco.
Una pasta che cuoce senza acqua, a contatto diretto con il ferro e la fiamma. Brucia, caramella, crocca. Il pomodoro è fondo e pelle, è dolcezza arsa, è rabbia buona. La forchetta affonda in uno spaghetto ruvido, vivo. È la Puglia che non si piega. È il Sud che non chiede permesso.
Un piatto che si fa ricordare sulla lingua e nella pancia: Pasta di Gragnano tostata con del pomodoro, aglio e peperoncino.

Tortino caldo di cioccolato bianco e lamponi
Infine, il dessert. Un Tortino caldo di cioccolato bianco e lamponi.
In una cena si possono leggere tante cose: il carattere di un cuoco, il lavoro di una brigata, la filosofia di una cucina. Tutto quello che abbiamo trovato da Casa Sgarra. Un luogo in cui la tecnica è al servizio dell’identità, dove la ricerca si fa accoglienza. Un’esperienza che è andata ben oltre il solo “mangiar bene”.