13-12-2022
Salvatore Avallone e Federica Gatto, rispettivamente chef e maître-sommelie di Cetaria a Baronissi (Salerno)
Si sta proprio bene a casa di chef Salvatore Avallone e Federica Gatto, maître e sommelier. Marito e moglie, sodalizio vincente in un settore che, se succede, consegna un plus in piena regola. Avallone, originario di Cetara, undici anni fa apre il suo Cetaria, prima versione. E lo fa a Baronissi, dunque nella parte interna del Salernitano, optando per un’offerta tranquilla e tradizionale. Format che il territorio non sembra gradire più di tanto. Ma perché? Cosa succede di preciso a Baronissi? Intanto, c’è un dinamico mondo universitario, quello dell’Università di Fisciano che abbraccia le province di Salerno ed Avellino. Naturalmente, non ci riferiamo agli studenti, ma alle zone alte del carrozzone. Altro dato da non sottovalutare, nell’entroterra salernitano straripa parte del turismo della Costiera, ultimamente un po’ annoiato dalle solite proposte “spenna turisti”. Infine, a Baronissi ci si finisce per caso o per fortuna. Posizione strategica se si viaggia verso Calabria e Sicilia, il Cetaria funge da pit-stop comodo, oltre che gourmet. Tutto questo preambolo, per ragionare sul flop iniziale e sulla successiva virata fine-dining. Tre anni dopo la prima apertura, il ristorante cambia completamente connotati, accoglie Federica Gatto e riparte con una proposta di cucina creativa, che non ama gli eccessi, se non la raffinatezza e la qualità degli ingredienti. Salvatore Avallone ha lavorato in Svizzera, in Francia, ama il burro e rispetta la sontuosità della tavola classica. Federica Gatto ci mette il suo. Origini calabresi, ha imparato l’arte della sobrietà, ma sa come segnare i punti che contano.
Cialda di tapioca al nero di seppia, con salsa olandese e caviale di lompo
Uovo in carbonara campana
LA PROPOSTA. Tre menu degustazione, con possibilità di ordinare anche à la carte. L’aperitivo è trionfante, ci sono Bun con pastrami e burro acido, Baccalà fritto al tartufo, Tonno e papaccelle, Cialda di tapioca al nero di seppia, con salsa olandese e caviale di lompo. Giusto per elencare qualche boccone esplosivo. Subito dopo, Uovo in carbonara campana, un piatto che ci ha stregato. Si tratta di un uovo morbido con guanciale di suino nero casertano, cacioricotta del Cilento, spuma di Parmigiano e latte di bufala. Ottime anche le Linguine risottate in brodo di funghi secchi, burro alla soia e aglio nero. Piatto umami, per essere linguisticamente attuali, ma che schiude con maestria tutto il bosco possibile. Altro signature, Carciofo con topinambur, lemongrass e mozzarella, con la solita capacità di essere lievi, ma incisivi. Il nostro dessert è un Cremoso al cioccolato bianco, con frutti rossi e menta. Goloso quanto il saluto finale della piccola pasticceria e di una fumante tisana con zenzero e limone, salvifica più di qualsiasi abbinamento alcolico, pur griffato che sia.
A proposito, per i vini, consigliamo di affidarsi all’intuito e – va detto – alla generosità di Federica Gatto, la maître che domina la sala con idee intraprendenti. Che bello scovare il giusto posticino, con la giusta filosofia, che poi significa semplicemente voler far bene. Senza perdersi nel costing - che è naturalmente necessario - ma spingendo l’acceleratore sul feeling. L’equazione è semplice: il cliente soddisfatto, ritorna. Bravi, ragazzi.
Linguine risottate in brodo di funghi secchi, burro alla soia e aglio nero
Carciofo con topinambur, lemongrass e mozzarella
Cremoso al cioccolato bianco, con frutti rossi e menta
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
classe 1977. Nata ad Ischia, gli ultimi quindici anni li trascorre a Roma collaborando con le più note scuole di cucina della capitale. Esperta food&wine, collabora con riviste del settore scrivendo di ristoranti, grandi alberghi, prodotti di nicchia ed eroici produttori. Sommelier Ais, attualmente si divide tra Ischia, Napoli e Roma, sempre a caccia di nuove storie da raccontare
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