06-01-2022
Paolo Bariani e Filippo Oggioni, soci nella gestione del ristorante Vecchio Ristoro di Aosta. Bariani maître e sommelier, Oggioni chef
Il ristorante Vecchio Ristoro si trova ad Aosta, ai margini del centro storico: la strada che lo ospita, via Tourneuve, non si distingue per carattere o bellezza, ma appena si varca la soglia la personalità del locale appare invece in modo chiaro e confortante. Si viene accolti dalla modernità, da linee chiare, sobrie, minimal: quando si entra in sala, invece, si ritrovano i segni della storicità del luogo. Un vecchio mulino, un edificio del seicento, il cui fascino è stato lasciato intatto. Quel primo impatto, quando ci si guarda intorno e si prendono le misure con il ristorante in cui si è arrivati da poco, è sempre importante e in questo caso ci si accomoda al tavolo di ottimo umore.
Da luglio 2019, il Vecchio Ristoro, che ha una lunga storia nel capoluogo valdostano, è guidato da Filippo Oggioni e Paolo Bariani, soci e già compagni di strada (in quell'occasione con anche un altro chef, Marcello Gado) al Dandelion di Courmayeur (ne scrisse Mariella Caruso qui). Un'esperienza finita anche per il desiderio di tornare a lavorare in una città, anche se non una metropoli: «Eravamo stanchi di quel contesto un po' "piccolo", non ci piaceva l'idea di essere costretti al ritmo stagionale che a Courmayeur è inevitabile. Aosta ci ha accolto, ci ha permesso di fare un investimento ragionevole di cui oggi vediamo i risultati». Tra cui una stella Michelin, assegnata nell'edizione 2021 e confermata pochi mesi fa.
Leggendo il menu, questa ricerca si coglie, così come si coglie il desiderio di non limitarsi alla declinazione esclusiva dei prodotti locali. Alla proposta alla carta, si accompagna un menu degustazione da cinque o sette portate, e una proposta tutta incentrata sull'Anatra alla Barberie in tre servizi all'italiana: «Ci piace poter proporre un volatile cotto intero, per poi gestire i diversi servizi al momento: è un'ispirazione che arriva direttamente da Gualtiero Marchesi e che facciamo da diversi anni anche con altri animali, come il germano o il piccione».
Oggioni con la sua brigata
E' affascinante poi trovarsi di fronte l'interpretazione di un grande classico: l'Insalata di spaghetti al caviale ed erba cipollina del già citato Gualtiero Marchesi risale al 1985, ma per Oggioni resta un piatto di estrema attualità ancora oggi. E, come assicura Paolo Bariani che lo serve in sala, nove clienti su dieci non sanno che si tratta di uno dei piatti più storici dell'alta cucina italiana: servirlo nel 2021 aiuta anche in questo senso, è divulgazione intelligente. «E' un piatto che ancora oggi comunica in modo straordinario delle idee a cui tengo molto: la sua apparente semplicità ha una forza fuori dal comune. La mia interpretazione parte da quella di Silvio Salmoiraghi, che era allievo del Maestro, e dai consigli di Marco Soldati, che è stato chef di Marchesi e preparava in prima persona questa ricetta. Ho fatto qualche piccola variazione, come l'uso di un'acqua di scalogno invece dello scalogno tritato crudo, mentre per dare una punta di amaro usiamo la radice di genziana. Aggiungiamo anche un po' di Parmigiano Reggiano, che usava anche Salmoiraghi e che si accosta bene al caviale, e un piccolo goccio di vodka».
In cui un ruolo fondamentale l'ha anche, giustamente, la sala, condotta con altrettanta grazia e sensibilità da Paolo Bariani, capace di condurre i commensali nella degustazione con puntualità, ascoltando e interpretando le loro esigenze e proponendo abbinamenti intelligenti e misurati, con la voglia di mettere in primo piano soprattutto le più interessanti produzioni locali.
Crema di uovo, alloro e zenzero
Ravioli del plin al tovagliolo con ripieno di cappone
Crema di carote, olio al mandarino, liquirizia
Carpaccio di rapa rossa, gelato di cipolla, beurre blanc
Insalata di spaghetti al caviale ed erba cipollina
Scampi dell'Adriatico alla maniera d'inverno
Granita di catalogna, cioccolato bianco, riduzione di Ebo Lebo, limone concentrato
Riso affumicato
Lepre giovane al cioccolato e contorni di accompagnamento
Culurgiones di parature di lepre
Sorbetto al finocchio, mostarda di kiwi, vodka e panna acida
Agrumi
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
Giornalista milanese. A 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Fa parte della redazione di Identità Golose dal 2014, dal 1997 è voce di Radio Popolare Instagram: @NiccoloVecchia
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