24-06-2025

Dentro l'evento più goloso della Costiera Sorrentina: numeri, emozioni e piatti di Festa a Vico 2025

È giunta alla sua ventiduesima edizione la manifestazione ideata da Gennaro Esposito, chef del ristorante Torre del Saracino a Vico Equense, un'occasione di riflessioni, solidarietà e soprattutto di pura condivisione a tavola

Gennarino Esposito, chef del ristorante Torre del

Gennarino Esposito, chef del ristorante Torre del Saracino e ideatore della manifestazione a cadenza annuale Festa a Vico, a Vico Equense (Napoli)

Ci sono eventi e poi ci sono riti collettivi.

Festa a Vico è un rito collettivo. Un abbraccio corale che dura da ventidue edizioni, una festa del gusto, tra le più grandi d’Italia, in grado di chiamare a raccolta cuochi, appassionati, sognatori. Un palcoscenico vivente che ogni anno mette in scena il meglio della cucina italiana e lo fa tra la gente, per la gente.

 

E questo non smette mai di ricordarcelo chef Gennaro Esposito, ideatore - anzi gran sacerdote - di Festa a Vico: «Tutto nasce dalle persone. Ogni anno è sempre più emozionante vivere questo spirito di fratellanza tra chi condivide le stesse sensibilità».

 

Sotto il tema ispiratore «È tempo di…» migliaia di presenze si sono lasciate travolgere da tre giorni di gusto, dialogo, bellezza e solidarietà. Ben 280 mila gli euro raccolti dagli organizzatori e devoluti in beneficenza a cinque realtà attive nell’ambito sociale, educativo e sanitario.

Ma procediamo nel racconto giorno per giorno.

Lunedì 9 giugno, al Teatro Aequa, il sipario si è aperto con la conferenza dedicata alla candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’umanità. Un dibattito denso di significato per ribadire che la nostra tradizione gastronomica non è solo mero esercizio, ma cultura viva da custodire.

Il gala dinner Bites of Italy è stato uno degli appuntamenti più attesi dell’intera rassegna: un firmamento di chef italiani e stranieri (tra cui Massimo Bottura, Carlo Cracco, Antonia Klugmann, Alex Atala, Manu Buffara) si sono uniti per una cena che ha esaltato la creatività come linguaggio universale.

 

«Grandi professionisti e grandi amici hanno sposato il progetto Festa a Vico fin dall’inizio – dichiara Esposito - C’è stato un momento, tanti anni fa, in cui nell’alta ristorazione si è iniziato a respirare aria di condivisone. Io colsi questo spirito e volli incanalarlo in una manifestazione: questa. Ma si può dire che l’abbiamo costruita insieme! Con Norbert, Bottura, Cracco, Cannavacciuolo…  Abbiamo fatto nostro quel sentimento di innovazione che soffiava sulla cucina italiana e lo abbiamo impreziosito con l’amicizia. Ciò ha fatto sì che Festa a Vico nascesse sotto una buona stella».

 

Martedì 10, il pranzo Quell’abbinamento a Vico presso il ristorante Torre del Saracino, ha puntato invece i riflettori sui protagonisti della sala, i sommelier, i quali hanno orchestrato un’esperienza sensoriale inedita tra vini e piatti, un ribaltamento delle regole che ha sviluppato dialoghi sorprendenti tra sala e cucina.

 

In serata, Vico Equense ha visto una vera e propria invasione di giacche bianche e parannanze: le strade, i cortili e le piazze si sono trasformati in un brulichio di piattini, pentole, padelle, forchette, occhi gioiosi e palati in festa. Era la Repubblica del Cibo. Oltre 180 chef, compatti come in un moderno Quarto Stato gastronomico, proponendo street food d’autore e piatti identitari, hanno proclamato la loro rivoluzione gentile del gusto.

 

Mercoledì 11 si è viaggiato nel tempo, più nello specifico nel futuro, con Una Promessa è una Promessa, pranzo dedicato ai giovani talenti dell’alta cucina provenienti da tutta Italia. Piatti carichi di visione, coraggio, tecnica ed emozione che ci hanno regalato uno spoiler sulla cucina che verrà.

Il Cammino di Seiano ha chiuso la manifestazione con un suggestivo percorso al tramonto tra mare, musica e assaggi d’autore.

«In un momento storico complicato come questo, in cui, fra l’altro, i ritmi frenetici della vita ci cannibalizzano - ha puntualizzato Gennarino Esposito - chi riesce a ritagliarsi del tempo da dedicare al prossimo, trova una chiave di lettura meravigliosa per la felicità. E questo vale anche per la cucina: dobbiamo imporci di viverla in maniera più spensierata, consapevole e felice».

È calato così il sipario su Festa a Vico, molto più di un evento, un rito collettivo fatto di visioni e di idee ma anche di terra e di mani che si sporcano. Un sortilegio in grado di trasformare per tre giorni un paese intero in cultura, incontro, emozione.


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

Mario

di

Mario "Bolivar" Pennelli

Nasce a Bari nel 1988 e da allora "va sempre girando" (cit. nonna Laura). Scrive di ristoranti, di terre e personaggi leggendari. Ha pubblicato: "Puglia à la carte", "Incredibilia" e "Canti di Terra e di mare"

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