Ridendo e scherzando, sono 35 anni che la Torre del Saracino ci ammalia come le sirene, nella baia di Seiano, a un passo dal mare. Gennaro Esposito continua, ogni giorno dal 1991, a lavorare per non disperdere le proprie origini, «perché non farlo è un peccato mortale», ammonisce il cuocone ancora oggi, «un gesto di superbia che preclude anche la possibilità di scoperte future, ricordatevene».
Identità e territorio sono le due stelle polari che guidano questa formidabile cucina tra Gamberi cilentani marinato, serviti con tutta la loro testa, Risotti con cipolla ramata di Montoro, aringa affumicata, olive verdi e rosmarino, Sampietri cotto dolcemente con involtino di amaranto, la loro pancia, bietole e salsa ai capperi. E dessert che recano traccia della primissima vocazione da pasticciere del cuoco: il Babà napoletano “secondo la tradizione” è il migliore che vi potrebbe mai capitare di assaggiare. Armonie gustative esemplari, con il condimento più importante: la sensazione di essere sempre a casa.
articolo a cura degli autori di Identità Golose
Tavoli all’aperto
articolo a cura degli autori di Identità Golose