C’è chi ritiene che la cucina vegetariana e vegana sia noiosa, poco saporita e difficilmente accattivante. Per fortuna però a Roma i ristoranti che sperimentano la cucina vegetale con creatività e accostamenti invitanti si stanno moltiplicando: si va dai burger al sushi. Eccone sette da provare.
Romeow Cat Bistrot

Riso Acquerello allo zafferano, liquirizia e limone fermentato di Romeow Cat Bistrow
Nato nel 2014, per amore degli animali,
Romeow Cat Bistrow è un ristorante vegano in zona Ostiense che ospita sei gatti. «Sono un valore aggiunto per far conoscere una cucina che forse troppe volte spaventa», racconta
Valentina De Matteis, la proprietaria del locale, vegana da 16 anni. «Tante persone vengono da noi all’inizio per i gatti, ma tornano per il cibo, perché proponiamo una cucina gourmet 100% vegetale dove l’amore per il gusto si sposa con la bellezza dei nostri piatti». Le proposte del
Romeow Cat Bistrot nascono dai viaggi e dalle scoperte di ingredienti e accostamenti sempre nuovi, che cambiano stagionalmente. «Abbiamo ad esempio il
Maki Taco con jackfruit alla marinara, tsukemono di daikon, maionese al sriracha e foglie di shiso - racconta ancora
Valentina - O il
Riso Acquerello allo zafferano, liquirizia e limone fermentato, o ancora la
Ricotta di mandorle artigianale con pomodorini in olio cottura, capperi fritti e pane pizza alle olive». Da non perdere pure il
Maritozzo salato con funghi, chimicurri al mango e maionese al sriracha.
Aromaticus
Aromaticus è un brand nato da un’idea della coppia
Luca De Marco e
Francesca Lombardi. Ha aperto nel 2011 nel rione Monti in una forma ibrida, ossia con un bistrot con annesso negozio di piante aromatiche e piccolo giardinaggio. Nel 2019 viene aperta una seconda sede a Trastevere. Nel 2021 entra nei top 10 più votati d'Italia (
leggi qui) ai
The Fork Awards organizzati con
Identità Golose, dove conquista anche il premio speciale
Engine. Nel suo "manifesto",
Aromaticus scrive: «Noi crediamo in una cucina vegetale che parla il linguaggio universale del gusto, una cucina che arriva dritta al cuore senza bisogno di maschere o artifici. È una cucina libera dagli orpelli, lontana dalla ricerca ossessiva del colpo di scena o dell’effetto fine a sé stesso. Una cucina che celebra la bontà pura e inopinabile, che non si nasconde dietro la tecnica, ma la usa per esaltare il sapore autentico degli ingredienti». Il locale fa della sostenibilità il suo orizzonte quotidiano, sostenendo fornitori locali, riducendo gli sprechi e selezionando imballaggi plastic-free. «Per noi, cucinare vegetale non è solo una questione di gusto o salute, ma un atto d’amore verso la Terra. Crediamo in una ristorazione che nutre senza consumare, che costruisce senza sottrarre», spiegano i proprietari.
Flower Burger

I colorati panini di Flower Burger
Flower Burger nasce con una missione semplice ma ambiziosa: dimostrare che, con piccoli gesti e un burger alla volta, il mondo può diventare un posto migliore, più inclusivo, sostenibile e gioioso. A spiegarlo è il fondatore e ceo
Matteo Toto, classe 1986. «Ogni panino che serviamo è un invito al cambiamento positivo. Siamo la prima veganburgheria gourmet d’Italia, nonché la prima catena vegan fast food al mondo per numero di punti vendita (18 in tutto)», racconta. Il primo locale ha aperto a Milano nel 2015 e a Roma ce ne sono due, uno in Via dei Gracchi 87 (aperto nel 2016) e l’altro in Via Alessandria 21 (inaugurato nel 2020). «La nostra forza sta nella produzione interna: realizziamo pane, burger e dolci nel nostro laboratorio, mentre le salse vengono preparate ogni giorno direttamente nei punti vendita. Questo ci garantisce qualità costante, innovazione continua e una nuova ricetta ogni due mesi. Un’altra nostra firma sono i panini colorati: non solo buoni, ma anche belli da vedere, simbolo della nostra filosofia fatta di diversità, creatività e positività». Tra i piatti forti ci sono il
Purple Hummus, con burger di lenticchie e riso basmati, salsa smoky, cavolo cappuccio marinato, bacon carrot, hummus affumicato, insalata e pomodori; e il
Funny Crispy, un burger crispy a base di proteine del pisello, salsa baconnaise, bacon carrot, insalata iceberg e cetriolini.
100% Bio
Il locale
100% Bio, che affaccia sulla Piramide Cestia, è stato aperto nel 2016 da due socie, entrambe attente all'ambiente e alla sostenibilità, provenienti da settori diversi dalla ristorazione, ma attente ai dettagli:
Marina Magi, architetta, e
Gisella Ruffi, restauratrice ed antiquaria.
100% Bio è aperto dalla mattina alla sera: per la colazione, per il pranzo a buffet self service, per l’ora del tè, per l’aperitivo e per la cena alla carta (tranne la domenica, giorno in cui chiude alle 16). «Tutto quello che viene portato in tavola è home made e preparato quotidianamente - raccontano le proprietarie - compresi creme, marmellate, dolci e gastronomia. Non ci sono prodotti chimici, surgelati e conservanti». I piatti che si trovano nel ricco buffet cambiano ciclicamente, si possono trovare preparazioni come il
Tempeh con la zucca o i
Fusilli con ragù di funghi.
Nativa
Nativa è un ristorante aperto nel 2019 dall'ora 37enne
Valerio Marinaro, vegano da dieci anni. «Questa scelta mi ha letteralmente cambiato la vita, portandomi a creare questo progetto in cui ho messo e metto tutte le mie energie per cercare di apportare un piccolo cambiamento e fare la mia parte». Il messaggio di cui si fa portavoce il titolare di
Nativa è chiaro: «Si può mangiare 100% vegetale rispettando gli animali e il pianeta senza rinunciare al gusto. La nostra missione è arrivare al palato dei nostri ospiti, qualunque siano le loro scelte alimentari, creando abbinamenti ed esplosioni di sapori che non facciano mai pensare che manchi qualcosa nel piatto. Anzi, vogliamo far scoprire quanto sia meravigliosa e creativa la cucina vegana». Il menu cambia ogni tre mesi, con materie prime perlopiù biologiche e a km 0. C’è pure un’ampia scelta di vini naturali e bio. «La nostra non è né una trattoria né un ristorante gourmet - sottolinea
Marinaro - È una via di mezzo tra la semplicità e la ricercatezza, tra la tradizione (rivisitata) e la contemporaneità e sperimentazione. Il tutto in un ambiente caldo e accogliente dove i nostri ospiti si possono sentire coccolati dall'inizio alla fine».
Vitaminas 24

Due proposte di Vitaminas 24
Vitaminas 24 è un locale al 90% vegano, che include alcune ricette vegetariane. Il progetto è nato nel 2011 nel quartiere Pigneto, dove vivono i tre fondatori,
Francesco, Giuliana e l'altro
Francesco. «La scelta di una cucina a base veg è strettamente legata sia a una motivazione etica che salutistica, considerando che una dieta vegetale ed equilibrata è la scelta migliore per ogni individuo. Nella nostra visione è centrale il rispetto della Terra e di tutti i suoi abitanti», spiegano i titolari. Per questo usano solo materiale da asporto 100% compostabile, in resina di mais e polpa di cellulosa. «Il nostro desiderio è quello di riempire il quartiere di vitamine con frullati, centrifughe, succhi tropicali, cremolati, insalate, piadine, vellutate e polpette veg di ogni tipo, garantendo frutta e verdura freschissime, preferibilmente biologiche e a km 0, piene di colori e nel massimo rispetto della natura, della sua stagionalità e dei suoi sapori».
Mún Sushi Bar

Uramaki veg di Mún Sushi Bar
Mún Sushi Bar si differenzia un pochino dai ristoranti vegetariani e vegani di questa lista. La sua particolarità è però aver inserito, all’interno di due locali che preparano il sushi classico, diverse proposte vegane. Ad aprire nel 2018 la prima sede a Centocelle sono stati
Fabrizio Necci ed
Eros Toncli, con la volontà di rendere più pop e accessibile la ristorazione giapponese, focalizzandosi sulla qualità delle materie prime. Da febbraio 2025 hanno inaugurato una seconda sede a Monteverde, nel Mercato De’Calvi. «A partire dal 2021, unito alla proposta di pesce, adottiamo un menu completamente vegan», raccontano i titolari. A stimolarli è stato il fatto che in città non c’è un’ampia proposta di “sushi vegano” e dunque il desiderio di offrire una varietà di prodotti che possano soddisfare anche chi non mangia il pesce. «Il feedback è stato incredibile e ci ha portato tantissima nuova clientela che viene a provare un menu variegato nei sapori e nella proposta, come il
Salmon veg roll o lo
Shrimpz, tutti prodotti che non si trovano con facilità nei sushi classici di Roma».