Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Persino i luoghi seguono la Legge di Lavoisier. Per lo meno quelli dotati di anima. È il caso del Pashà, insegna fra le più note dell’alta ristorazione nel Meridione, che si appresta a iniziare un nuovo capitolo della sua storia, traslocando dalla città alla campagna, dagli spazi del Seminario Vescovile di Conversano (Bari) a quelli di Masseria Mancini, eremo immerso nella natura, sulla strada fra Polignano e Castellana Grotte, sempe nella provincia barese.
Solo pochi chilometri, in verità, divideranno la vecchia sede da quella nuova, ma l’habitat nel quale sarà immerso, accompagnerà il Pashà in una metamorfosi verde. Il ristorante si evolverà senza perdere la sua anima, il mantra che l’ha reso famoso: l’amore per l’ospite.
La nuova sede, Masseria Mancini, è una dimora storica del Trecento circondata da ulivi maestosi e dalla quiete della macchia mediterranea. Oltre al ristorante, l’offerta prevede la presenza di sei camere (due suite e quattro comfort), un orto, un dehors, un lounge bar, una trattoria con forno a legna, sale per eventi e, a breve, anche hammam e piscina. Un impianto fotovoltaico permetterà alla struttura di essere autosufficiente in termini di consumo energetico e sostenibilità ambientale.

La Masseria Mancini dall'alto
Insomma: in questo
locus amoenus l’ospite potrà usufruire di maggiori spazi e di un’offerta più sfaccettata e più vicina alle nuove sensibilità della società.
Sembra solo ieri quando mamma Maria Cicorella, matriarca della famiglia, cucinava affacciata sulla piazza del castello di Conversano, nella prima sede storica del Pashà. Autodidatta passionale, riuscì con tenacia e studio ad aggiudicarsi la stella Michelin. Fu poi la volta di chef Antonio Zaccardi, la cui visione raffinata e contemporanea contribuì all’internazionalizzazione del brand Pashà. Fino ad arrivare al giorno d’oggi, con Michele Spadaro, chef giovane ma già apprezzato tanto dal pubblico quanto dalla critica, coadiuvato dall’altrettanto giovane Valentina Lenoci, pastry chef dall’animo perfezionista.
Un bel viaggio nel tempo, dunque, e nelle personalità avvicendatesi in brigata. Lingue diverse che ci raccontano di una cucina che ha saputo aggiornarsi senza mai perdere i suoi connotati romantici, sentimentali.
Al timone del progetto resta
Antonello Magistà, sommelier e maître, ma soprattutto volto e fondatore del
Pashà. In sala,
Rossana Minunni coordina il servizio, con garbo e naturalezza.
«Pashà Ristorante e Dimora continuerà a essere presidio della cultura enogastronomica pugliese, come fa ormai da quasi trent’anni - dichiara Magistà - Da oggi, però, lo farà immerso nella quiete della campagna, dove il tempo rallenta e la natura detta i suoi ritmi. L’attenzione per l’ospite sarà ancora più curata. Tengo a specificare che non si tratta in alcun modo di una fuga da Conversano, città d’arte alla quale saremo sempre grati e visceralmente legati (e che comunque dista pochi minuti di auto dalla nuova sede), ma l'evoluzione naturale di un'impresa che desidera offrire un'esperienza ancora più completa e immersiva».

Pashà alla Masseria Mancini di Polignano

Altri scatti del nuovo Pashà alla Masseria Mancini

Altri scatti del nuovo Pashà alla Masseria Mancini
Da quando sarà possibile immergersi in questa esperienza? «Dopo il 25 giugno. Dopo quella data il
Pashà Ristorante e Dimora riaprirà, mostrando la sua nuova veste che si prefigge d’essere un piacere per gli occhi, per il palato e per l’anima».
L’anima per l’appunto: nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma. Compresi i luoghi, sì, ma solo quelli che ne hanno una. Come il Pashà.