C’è una nota a margine alla fine di questa edizione 2025 del Bob Fest andato in scena pochi giorni fa nel comune di Roccella Ionica.
Un sentimento comune che muove su un duplice binario. Quello di chi la Calabria la abita, e quello di chi in Calabria ci arriva proprio per il Bob.

I protagonisti del talk a cura di Identità Golose, "La grande Calabria fuori dalla Calabria": da sinistra, Anthony Genovese, Umberto Oliva, Salvatore Morello, Simone Cantafio e Matteo Aloe. Foto di Lorenzo Smirne
I primi - tanti, tantissimi -, compresi quelli fuori sede (li abbiamo raccontanti nel talk firmato Identità Golose, "La grande Calabria fuori dalla Calabria"), oggi hanno una luce particolare negli occhi.

Con i protagonisti del talk, da sinista, la presentatrice Francesca Russo, Paolo Vizzari, co-conduttore, Marialuisa Iannuzzi e Carlo Passera di Identità Golose, che hanno moderato l'incontro. Foto di Lorenzo Smirne
Un senso di gratitudine pervade il loro sguardo e non è tanto perché hanno avuto modo di far provare a migliaia di persone un piatto che fosse loro a cuore. Sono felici perché finalmente sta accadendo qualcosa di grande nella loro Calabria, una terra della quale sono sempre stati orgogliosi di appartenere, e a buon motivo.
Una bellezza ruvida, a tratti immediata, altre volte destinata a lasciarsi cogliere lentamente, dove meno ce lo si aspetta. Pietra che si alterna ad agrumeti; distese aride e subito dopo macchia mediterranea, e il mare, fresco, libero, limpido come la sua gente. E il tempo che finalmente scorre lento, qui dove 4 giorni recano pari pace di un mese.

Colleghi, ma soprattutto amici - la grande Calabria in uno scatto di Michele Galluccio
E arriviamo a noi, che il Bob lo abbiamo vissuto grammo dopo grammo, secondo dopo secondo, per poter raccontare la grande energia che Roberto Davanzo e Anna Rotella, Alessandra Molinaro, Silvia Rotella, Rino Gemelli, presidente dell’associazione Alchimisti e tutta la Band of Brothers che ogni anno impiegano per portare la loro Calabria nel mondo.

Da sinistra, Andoni Luis Aduriz, Albert Adrià e Vaughan Mabee. Foto di Lorenzo Smirne
È alla fine la Calabria nel mondo ci è arrivata: è approdata nella Spagna di Andoni Luis Aduriz e Albert Adrià, nella Nuova Zelanda di Vaughan Mabee o nel Barhain di Tala Bashmi. Ma a prescindere dalla provenienza precisa, è arrivata soprattutto nei nostri cuori, qui dove tutti sono protagonisti e nessuno lo è, e dove l’unico vero scopo è fare e fare bene, sostenendo la ricerca contro il cancro.
Abbiamo assimilato il luogo perché liberi di viverlo e lo abbiamo fatto lasciandoci guidare dalle persone, conversando con loro, dimenticando la provenienza dell'uno e dell'altra, concentrandoci nel qui e ora, fino a sentirci parte del luogo stesso. Ce lo ha spiegato bene Francesco Cuteri, archeologo e professore di Beni Culturali e Ambientali, Storia dell’Arte Medievale e Teorie del Paesaggio presso l’Accademja delle Belle Arti di Catanzaro: riconoscere la bellezza del passato è quanto più urgente, la cogliamo nel silenzio di un luogo segnato dal passaggio del tempo, e il cui ultimo tassello di testimonianza sono proprio le persone che oggi abitano questa terra.
Una Calabria che diventa parabola e speranza per tutti i luoghi riconosciuti come periferia, ma che proprio grazie al grande impegno umano divengono centro del mondo. Un palco per raccontarlo, per ricordare quanto grande la Calabria sia soprattutto a chi la sceglie, a chi resta - in altre parole, a chi ha coraggio; un palco per sgretolare qualsiasi forma di competizione e un palco anche per lanciare messaggi di speranza contro una guerra che sta facendo del cibo un’arma.

Antonio Tropiano in uno scatto di Lorenzo Smirne
Poi sapori, idee, relazioni che si intrecciano e si specchiano sulla superficie calma del Porto delle Grazie di Roccella; qui dove prende forma il pensiero illuminante dello scultore Antonio Tropiano, ovvero, la totale inesistenza di un’etica del cibo se prima non si dà spazio a un’etica degli uomini e questa non può prescindere dalla condivisione.
Il Bob è una cucina in cui nessuna mano è ferma, in cui i gesti vanno a tempo con la passione e la coesione si percepisce in una creatività sincronizzata che trova la sua sintesi nell’eccellenza.
La nostra convinzione? Che il Bob sarà sempre più grande.
La nostra speranza? Che questo non possa che essere l’inizio di una rivoluzione fondata sull’unica arma che tutti dovremmo scegliere di impugnare. Quella dell’umanità.
Il Bob Fest 2025 continua nella nostra fotogallery.

La grande squadra di Berberè Pizzeria

L'executive chef di Identità Golose Milano, Edoardo Traverso. Foto di Federica Docimo

Gabriele Bonci in uno scatto di Niko Pagnotta

Foto di Francesco Parrottino

Ciccio Vitiello in uno scatto di Niko Pagnotta

Jacopo Mercuro in uno scatto di Niko Pagnotta

Assaggi, in uno scatto di Michele Galluccio

Giacomo Giannotti di Bar Paradiso a Barcellona, in uno scatto di Michele Galluccio

Carlo Le Rose, pastry chef made in Calabria

Caterina Ceraudo del ristorante Dattilo a Strongoli (Crotone)

Maranciana, Limune Niuru, Agghiu Tostatu, un piatto di Floriano Pellegrino del ristorante Bros'. Tutte le foto dei piatti della cena di gala sono a cura di Michele Galluccio

Fusillo in Assoluto di calamaro di Gianfranco Pascucci del ristorante Al Porticciolo, Fiumicino (Roma)

Agnello in Parmigiana di melanzane di Nino Di Costanzo