Mondo pizza

30-06-2025

Liolà a Catanzaro: la pizzeria che unisce scuola romana e tradizioni calabresi

Nato nel 2021 con la consulenza di Luca Pezzetta, il locale propone pizza napoletana, romana e al padellino in un ambiente scenografico. Tra le novità la Pittarella, reinterpretazione della tipica pitta locale

La Pittarella, qui nella versione con morzello, è

La Pittarella, qui nella versione con morzello, è la creazione più rappresentativa di Liolà

Siamo a Catanzaro in Vicolo Primo Cavour, in pieno centro storico, ed è proprio qui nel cuore della vecchia città, accanto al Teatro Politeama, che nel 2021 arriva Liolà – Pizzeria Contemporanea, uno dei primi format innovativo e capace di declinare la proposta pizza e impasti, anche con un certo anticipo rispetto a quanto vediamo oggi.

Liolà, infatti, irrompe sulla scena calabrese come un progetto gastronomico differente e completo rispetto al panorama usuale, con una proposta moderna o meglio dire contemporanea dove la pizza napoletana, romana e al padellino sanno convivere in un unico luogo, diventando interpretazione di un territorio ricco di gusto e tradizione. Sicuramente Liolà ha portato in questi quattro anni una ventata di novità, con una proposta pizza studiata che va ben oltre la visione classica della pizzeria. Non a caso è un progetto che nasce con la consulenza e il supporto nella fase di start-up di Luca Pezzetta, uno dei big della pizza romana, e che oggi cammina perfettamente sulle sue gambe, grazie al lavoro e alla ricerca del pizzaiolo resident Luca Longo, che ha saputo assimilare tecniche e segreti del suo maestro, affermandosi sul territorio e contribuendo a portare in Calabria l'eredità della scuola romana. La cifra stilistica è quella della pizza d'autore che si ritrova nella pluralità di impasti e nei condimenti che ringiovaniscono la tradizione e valorizzano il territorio e i suoi prodotti.

Luca Longo

Luca Longo

La Pittarella, un omaggio alla città e alla tradizione del morzello

È la novità dell'anno, introdotta a fine 2024 pare stia conquistando un po' tutti. E anche a noi è piaciuta molto. Sicuramente per l'idea che si traduce in un prodotto nuovo e originale, tanto da farlo diventare marchio registrato. Stiamo parlando della Pittarella, che prende a pieno il posto del padellino con quella sua struttura che sa passare dalla croccantezza esterna a quella sensazione di quasi impalpabile al palato. L'impasto è il medesimo, cambia la forma e anche il nome e diventa soprattutto un omaggio appassionato alla città di Catanzaro e alla sua storia gastronomica.

Come si può intuire è una reinterpretazione della pitta, il pane largo e rotondo con il buco, somigliante ad una ruota che a Catanzaro viene riempita con il morzello, ovvero un mix del quinto quarto bovino cotto a lungo nella salsa di pomodoro con peperoncino e origano. Luca Longo da Liolà la propone con diverse e fantasiose farciture, dalla classica Come una Margherita alla tradizionale Catanzarese con all'interno il morzello, passando per la Mortadella Tonnè, quella al Baccalà alla Mediterranea e anche una versione Vegana. Un boccone che merita l'assaggio ed è appositamente pensato per essere condiviso tra i commensali.
 

La pizza di Liolà, un po' romana un po' contemporanea, ma sempre di territorio

In questa pizzeria contemporanea il principe è proprio l'impasto che trova la sua forma perfetta a seconda dell'ispirazione del momento. Lievito madre, lunghe lievitazioni con la giusta idratazione per un prodotto contemporaneo, leggero e digeribile. Alla base si utilizzano farine di tipo 1, 0 e integrale con prefermento e da qui prendono vita una serie di proposte che delineano il menu come un viaggio a tappe in cui il territorio calabrese si mescola alla tradizione culinaria capitolina.

Si parte dal pane nostrano, ovviamente home made che viene servito con topping stagionali come quello con crema di patate, carciofo alla romana, pecorino romano, prezzemolo, menta e olio extravergine di oliva o quello più autoctono a base di formaggio Dolcecampo di Campotenese piastrato, cicoria ripassata e capocollo di maiale nero.

Crocchetta di Butirro

Crocchetta di Butirro

Sfrea di brasato

Sfrea di brasato

Altro esempio di questo tributo alla romanità è il capitolo fritti con i supplì classico e carbonara, ma non mancano le sfere di brasato o di cicoria e una originale e golosa crocchetta di Butirro (detto anche burrito o burrino), un formaggio a pasta filata tipico calabrese con al suo interno un cuore di burro. Un particolare giocoso è quello di accompagnare ogni crocchetta con un bigliettino che riporta un detto in dialetto, una rivisitazione in chiave calabra del biscotto della fortuna cinese.

Margherita

Margherita

Arriviamo ora alla pizza tonda che si divide tra pizza contemporanea e pizza romana. La prima con un impasto in prevalenza non raffinato e semi integrale, morso iniziale croccante, cornicione ben alveolato e scioglievole al palato. Sui topping Luca Longo punta all'essenza e ad una buona ricerca delle materie prime, tutte lavorate con tecnica, ma senza voli pindarici e proposte gourmet. La filosofia di Liolà è quella di regalare gusto e di far stare bene le persone attraverso una proposta che sia diretta, riconoscibile, golosa e confortevole.

Cosacca

Cosacca

Cosacca romana

Cosacca romana

Proprio per questo motivo si parte dalla tradizione e dal territorio in un gioco di abbinamenti ed equilibri. Da provare la Cosacca a Catanzaro in cui compaiono il pecorino di Morano e la 'nduja; così come la Storia del Formaggio Calabrese dove la classica Quattro Formaggi diventa l'incontro di 4 formaggi della regione (fiordilatte locale, ricotta affumicata, caciocavallo silano e formaggio Moretto del Pollino). Non manca anche in questo caso uno sguardo sul "cupolone" con la pizza Omaggio a Roma a base di crema di patate, carciofo alla romana, guanciale croccante e pecorino o la pizza Cacio e Pepe.

Marinara rivisitata

Marinara rivisitata

Ma a nostro avviso è proprio la pizza romana la vera protagonista di questo posto. Un'affermazione che risponde a molteplici fattori: la pizza romana di Luca Longo è quella originale di tradizione, stesa al mattarello come il maestro Pezzetta gli ha insegnato e poi è una pizza bassa, scrocchiarella e leggera riuscita, di gran gusto e qualità. Se la pluralità di impasti vince in questo format, la pizza romana è il fiore all'occhiello e meriterebbe più spazio nel menù con topping dedicati.
 

Il locale

Prende il nome dall'omonima opera teatrale di Luigi Pirandello e vista la vicinanza al teatro l'ispirazione al mondo del palcoscenico e delle sue storie viene spontanea e la si trova subito nelle atmosfere e nelle scelte stilistiche dell'arredamento, che rendono l'ambiente caldo, accogliente e confortevole.

Comode sedute, eleganti divanetti, panche in pelle, luci soffuse, orologi antichi, violini, valigie e bauli, quadri e utensili, questo è quello che lo sguardo coglie entrando e in questo contesto protagonista è il legno, interamente lavorato da artigiani locali, che hanno creato una serie di mobili su misura. Altro elemento di rimando teatrale è il menu, che richiama il classico libretto consegnato a teatro per seguire l'opera. Oltre all'esperienza pizza il locale ti accoglie con un grande cocktail bar, che occupa il centro della scena e un servizio di miscelazione attento, sia come pairing al menu che nel momento del pre-dinner e fine serata. Anche la carta dei vini curata e con un focus importante sulla regione.


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Giusy Ferraina

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Giusy Ferraina

Calabrese di origine e romana di adozione. Laurea in Scienze della Comunicazione. Dopo alcuni anni passati nell’editoria, si avvicina al mondo dell’enogastronomia, muovendo i primi passi tra redazionali, ricette da editare, social network e fiere di settore. Giornalista pubblicista, collabora con La Madia e Pizza e Pasta Italiana, è autrice del podcast Misticanza per Radio Food, di cui dirige il magazine. La sua passione è raccontare le storie di aziende e produttori. Amante del buon cibo, della pizza abbinata con il vino e dei libri. Fanatica di sport

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