23-09-2020
Piccione, rapa e prezzemolo, un piatto straordinario di Alberto Gipponi, al Dina di Gussago (Brescia)
Il piccione che chi scrive ha mangiato l'altro giorno al Dina di Alberto Gipponi è semplicemente fenomenale, uno dei migliori di sempre (il migliore?). Piccione, rapa, prezzemolo, dunque. Semplice semplice, quasi da non credere: il petto del volatile - viene da Verona, dall'azienda di Maurizio Cordioli (si chiama Pollo Ruspante), fornitore Cazzamali - è racchiuso tra fogli di composta di rapa rossa disidratata sul Silpat, poi passati al cannello una volta messi a far da involucro alla carne; il tutto adagiato sulla salsina verde erbacea - ossia prezzemolo sbianchito, frullato, filtrato. Stop. Essenzialità pura. Concetti di cucina che si traducono in assaggi golosi e raffinati. Ci sono sentori splendidi, la salsa di prezzemolo e la carnosità del piccione a far da vettore, esplosione di dolcezza e ferrosità in bocca, le note vegetali, al primo boccone sembra manchino due fiocchi di sale ma poi il sapore avvolge pienamente il palato con la texture che al morso pare tenace eppure, appena i denti affondano un poco, si dimostra in verità scioglievole, sensuale.
Alberto Gipponi
Gipponi, primo a destra, col suo staff. Foto Chiara Cadeddu
Gipponi col freno tirato? «No, sono anzi convinto di andare più veloce. Rimango fedele a me stesso, la linea è la medesima, ossia "fare felice la gente". Oggi la calibro meglio. Dina fa ricerca, accontenta l'appassionato che cerca qualcosa di davvero intenso (magari evitando certi eccessi border line del passato, ndr); però non siamo Mugaritz, quindi anche la signora dei dintorni trova adesso piatti in grado di accontentarla, quasi tagliati su misura. Siamo artigiani, no?».
Gipponi e famiglia a Identità Golose (foto Brambilla-Serrani)
La cosa importante è: il compromesso è solo al rialzo, rimane il Gipponi che amiamo. Nel degustazione lungo, ossia "gourmet", oltre al piccione, ecco Cozze, aglio dolce, caffè, balsamite, ogni tassello che s'incastra alla perfezione; Tra Georges Blanc e Mugaritz, ossia un potenziale "nuovo classico", la coscia di pollo liquida e il suo petto croccante, disidratato, dunque consistenze diverse che sono innovazione ma vengono ricondotte a una palatabilità accogliente, porto sicuro, tra scuola francese e avanguardia, appunto; e ancora, il pane cotto nel grasso del Grana Padano e condito con concentrato di datterino, basilico e una crema di scarti di mela; fino alle le note meravigliose di un piatto brutto, Spaghettino freddo, olio al basilico, panna montata e pinoli. Gipponi non si è normalizzato, è ancora fertilmente fuori di testa, quindi dentro la nostra testa. Ha però guadagnato in sapienza e savoir faire. Per quanto ci riguarda, noi al Dina non abbiamo mai mangiato meglio.
Ecco il nostro pranzo.
Dopo una foglia di tarassaco con shottino di panna diluita (amaro-dolce) e un assaggio del noto Casoncello crudo ma cotto, il primo piatto è Cozze, crema all'aglio dolce, shokoshu, polvere di caffè, balsamite. Gipponi torna sul luogo del delitto (ricordate le divisive Cozze all'arancia come petit fours?) ma lo fa con maestria acquisita. Assaggio splendido, armonioso
Pomodoro e santoreggia: pasta di datterini di Giovanni Parisi, acqua di pomodoro (che decanta per due giorni e mezzo), foglie e fiori di santoreggia. Concentrazione deliziosa
Tra Georges Blanc e Mugaritz: coscia di pollo liquida e il suo petto croccante. Piatto perfetto, vellutato, pieno
Pecora, pane con grasso di pecora, indivia riccia, ribes. La carne è scottata da un lato, effetto cotto-crudo. Altro gran piatto, se non fosse un po' eccessiva la nota dolce del ribes
Pane cotto nel grasso del Grana Padano, concentrato di datterino, basilico e crema di scarti di mela
Testa di sarda di lago e salsa verde: texture intrigante, gusto sorprendentemente senza spigoli
Fusilli, colatura di calamaro, limone, menta, rafano e miele. Gipponi va sul sicuro
Spaghettino freddo, olio al basilico, panna montata e pinoli. Piatto a nostro parere davvero brutto, ma anche davvero buono, con note gustative intense
Spaghetti alla carbonara. Anche qui con la panna montata (andrà a sostituire il piatto precedente) all'uovo, cialde di bagoss, pancetta in tre cotture Giovanna di Salumificio Capitelli, più uno straordinario pepe nero. Come il piatto precedente: brutto ma buono
Rana pescatrice, liquirizia, aglio nero e timo limone. Piatto estremamente gustoso, anche troppo
Dopo il piccione, spazio alla parte dolce. Qui Rosa, anice e barbabietola
Latte e brodo di fieno, ossia prima e dopo la bufala. Pelle di latte, cialda di cagliata, yogurt piastrato, gelato di bufala, brodo di fieno
Crostatina cruda ma cotta, crema di chantilly e zabaione, frutti rossi, erbe, confettura di susine
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classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
Antonio Pappalardo, chef pizzaiolo nonché patron delle pizzerie Inedito a Brescia a La Cascina dei Sapori a Rezzato (Brescia). Foto aromi.group
Alberto Gipponi, classe 1980, dopo una prima parte della sua vita impegnata a fare altro (laurea in sociologia, musicista, lavori nel sociale), la scelta di dedicarsi alla passione per la cucina. Nel 2017 ha aperto Dina
Alberto Gipponi, Chicco Cerea e Annalisa Cavaleri (foto Serrani/Brambilla)