«Tutto quello che toccano i Vaiani diventa oro», pare sia la convinzione diffusa in Versilia. I Vaiani, ossia i fratelli David e Marco, rispettivamente classe 1972 e 1982, sono tra i massimi protagonisti della ristorazione nella zona, con il padre Piero. Vantano oggi cinque insegne, tutti a poche centinaia di metri una dall'altra, tutte a Forte dei Marmi: l'ammiraglia Bistrot, indirizzo gastronomico del gruppo, aperta nel 1990, una stella Michelin dal 2011; l'Osteria del Mare 550 metri più a Nord, sempre sul viale Franceschi che guarda le onde: cucina informale, bistronomica appunto, e in più c'è la pizza; lì accanto The Fratellini's, sorto nel 2007, format più metropolitano, sushi e piatti fusion.

Il Bistrot a Forte dei Marmi

Il pass a The Fratellini's
Attiguo è
Pesce Baracca, attivo dal 2015, sorta di
Eataly in salsa versiliese, dunque bottega di cose buone con street food e ristorantino dove gustare tutto quello che è in vendita, a iniziare dal pescato esposto sul bancone refrigerato; proprio sopra, l'ultimo nato
Pesce Terrazza, del 2017, cocktail bar e ristorante di tapas con vista splendida sul pontile, considerato uno degli indirizzi più
in della costa. Fatti rapidi calcoli, i cinque locali sforano nei weekend i 2mila coperti serviti giornalmente: una macchina da guerra. «E siamo aperti tutto l'anno, con eccezione del
Pesce Terrazza, ovviamente».
Tale armamentario poderoso ha dall'inizio di quest'anno un nuovo generale in capo: a sovrintendere tutta l'offerta gastronomica dei
Vaiani, a iniziare dal
Bistrot fiore all'occhiello, è stato chiamato un nome di peso:
Andrea Mattei, chef versiliano di ritorno: è nato fisicamente a Pietrasanta e professionalmente al
La Magnolia dell'hotel
Byron di Forte dei Marmi, dove nel 1996 iniziò come commis di cucina per ritrovarvisi chef una decina di anni più tardi, avendo nel frattempo inanellato esperienze di prestigio:
Plaza Athenée di Parigi con
Alain Ducasse all’epoca in cui il vice-capo era
Jean-François Piège; sempre nella capitale francese anche il
Taillevent e
Il Carpaccio di
Angelo Paracucchi; e ancora
Enoteca Pinchiorri a Firenze e
San Domenico di Imola, con
Valentino Marcattilii. Negli ultimi anni stava invece al
Meo Modo del
Borgo Santo Pietro di Chiusdino, nel Senese (leggi
La cucina? A Meo Modo). Ora, la nuova avventura.
Per raccontare la quale iniziamo spostandoci però lontano dal Tirreno, nella campagna lucchese, a 4 km dal centro, dove i
Vaiani posseggono circa 5 ettari di terreno, il
Podere di Piero-Fattoria Vaiani, «papà era contadino ed è originario di questa zona. Si trasferì al mare quando sposò mamma
Nadia, che aveva la trattoria
Tre Stelle proprio al Forte». Un quarto di secolo fa, la scelta di rinnovare il proprio legame con la terra e la Lucchesia, acquistando la tenuta. Difficile dire chi sia più orgoglioso e felice di tutto ciò, tra i
Vaiani e
Mattei.

Marco, David e papà Piero Vaiani al Podere di Piero
Il quale, raggiante, ci accompagna nella visita, insieme a
Riccardo Pizzi, responsabile della conduzione dell'azienda agricola. Sono due ettari di uliveti con 800 ulivi (Frantoio, Leccino, Moraiolo) e tre ettari di orto e serre. Parte l'elenco: «Abbiamo 4mila piante di pomodori: Salentini, poi anche Canestrini di Lucca e tondi a grappolo. Quindi Cuore di Bue gialli e neri, Perini gialli, Rio Grande, San Marzano di terra... Produciamo circa 1.500 insalate ogni 10 giorni, e 3mila porri, 1.800 finocchi, 1.000 cavolfiori, 1,5 quintali di zucchine quotidianamente...» e poi asparagi, erbe aromatiche, ciliegie, susine, pesche, fragole, lamponi, rabarbaro... «Per quanto riguarda frutta e verdura, siamo quasi autosufficienti in tutti e cinque i locali», c'è anche in progetto di ampliare ulteriormente il podere, sia per crearvi un laboratorio di trasformazione dei prodotti che, magari, per impiantarvi un allevamento di polli. Il tutto viene supportato da un impianto di irrigazione computerizzato che pesca l'acqua dal fiume Serchio, la controlla e regola Ph, temperatura e salinità.

Andrea Mattei con Riccardo Pizzi
Insomma, i
Vaiani hanno creato un gruppo poderoso. Chiaro che una macchina di questo tipo è assai complessa da gestire.
Mattei è entusiasta, seppur conscio delle difficoltà, «ho a che fare con 60 cuochi, la mia preoccupazione è stata ed è sempre quella di garantire per prima cosa un'assoluta costanza. Chiaro: se devi servire 30 coperti e la percentuale d'errore è dell'1%, significa che scontenterai una persona ogni tre giorni. Con 2mila coperti è un po' diverso...».
Non siamo affatto rimasti scontenti della nostra esperienza al Bistrot, anzi. Mattei è lì da pochi mesi, così centellina ancora quei piatti molto tecnici, giocati tutti sull'equilibrio e la delicatezza, che fanno parte del suo bagaglio. Giusto così: non ha voluto stravolgere l'offerta gastronomica dell'insegna - in Versilia la clientela è piuttosto abitudinaria - ma accostarsi piuttosto con circospezione, per accrescere poco a poco il grado di difficoltà nel tempo. Ma la sua grazia è già evidente in alcune proposte e nei concetti di fondo, con l'uso intenso dell'elemento vegetale spesso lavorato: fermentazioni di acqua di pomodoro o purea di mela o melanzane o nespole, wakame soffiato, maionese di sedano, crema di pinoli e portulaca, brodo di corteccia e pigne di pino, polvere di cipresso o di resine, braci di foglie di tabacco toscano... E le tante marinature.
Rimangono in carta i signature della tradizione -
Il crudo di pesce, crostacei e frutti di mare;
Taglierini alle arselle, vino bianco, prezzemolo;
Catalana di crostacei, agrumi, erbe dell’orto... - ben eseguiti e che anzi innervano uno dei tre menu degustazione, chiamato
Classica-mente. In parallelo, ha introdotto percorsi più ambiziosi, come il
Momentanea-mente (si basa sul mercato. Troverete piatti come
Carpaccio di rana pescatrice alla brace, sedano, mela;
Scampi arrostiti, pino, pinoli;
Spaghetti, gamberi rossi, pomodori al forno a legna;
Branzino arrostito, melanzane al pomodoro, vino rosso, olio alla vite;
Buccellato - dedicato "a Piero, da Lucca a Forte dei Marmi") e il
Profonda-mente a mano libera, dove lo chef mostra tutto il suo estro, oltre a una proposta vegetariana.

Simone Di Maio e Andrea Salvatori
Lo aiuta in tutto questo il resident chef
Simone Di Maio, livornese classe 1983, ormai da due anni con
Andrea e prima ancora con
Francesco Bracali,
Fulvio Pierangelini al
Gambero Rosso,
Gualtiero Marchesi a Erbusco,
Andrea Berton al
Trussardi alla Scala, oltre a esperienze in Francia alla
Tour d'Argent e quella di sous chef di
Luca Landi al
Lunasia. E un altro
Andrea troviamo a capo del servizio e della cantina, una nostra vecchia conoscenza: si tratta di
Andrea Salvatori, veronese classe 1985, già incrociato al
Meo Modo ma precedentemente in forze anche di
Enoteca Pinchiorri, dai
Santini al
Dal Pescatore a Canneto sull'Oglio, a
Casa Perbellini e al bistrot del
Mandarin Oriental Milano. Si diverte parecchio: anche perché ha avuto carta bianca nel rinforzare ancor di più la grande carta dei vini (che serve tutti e cinque i locali...) ora forte già di 1.320 etichette, in ascesa.
La nostra cena, nelle foto di Tanio Liotta (non è in foto: ma il pane è ottimo, realizzato con un grano antico toscano, il Verna).

Il "benvenuto del Podere" come appetizer: qui Grissino di sedano rapa con polvere di alghe

Sfera di pomodoro con acqua di pomodoro fermentata, ricoperta di pesto d'erbe aromatiche

Buonissima la Patata fondente alle erbe e alga nori e wakame soffiato

Cuore d'insalata gentile, maionese al brodo vegetale

Ristretto di verdure, fagioli verdi del Podere

Crocchetta di crostacei, gel di melone

Carpaccio di rana pescatrice alla brace, purea di mela fermentata, maionese di sedano

Gamberi viola di Santa Margherita, crema di cetrioli, panna acida, cetrioli marinati, bisque della testa dei gamberi, caviale Beluga

Calamaretti spillo arrostiti farciti di crema di patate al limone, fagioli Montalbano del Podere, polvere di prezzemolo. I fagioli sono in brodo, in crema, soffiati. Altro ottimo piatto

Scampo arrosto, crema di pinoli e portulaca, portulaca fresca, brodo di corteccia e pigne di pino, cannolo di scampo farcito con crema di pinoli. Il cannolo è ottenuto frullando lo scampo e poi stendendolo per creare un velo. Piatto di gran classe, il Mattei etereo e gentile che amiamo

Altra bella interpretazione: Risotto mantecato con cipolla acida, crema di lattuga, ragù di seppie al nero, polvere di cipresso. Magistrale l'apporto della cipolla. Semmai avremmo preferito un riso più al dente

Taglierini con le arselle, un classico di Versilia. Un tempo al Bistrot la pasta era uno spaghetto, ora un taglierino fatto in casa con la semola

Spaghettoni, gamberi rossi crudi di Santa Margherita, pomodorini cotti nel forno a legna, polvere di yogurt, tarassaco, polvere di resine fermentate. Il plus di uno chef come Mattei emerge appunto laddove riesce a trasformare un piatto con basi classiche - pasta, gamberi, pomodoro - donandogli nuova vita. Ottimo

Branzino arrostito, melanzane marinate in acqua di pomodoro, olio di foglie di vite, salsa al vino rosso e nespole fermentate

Piccione del Casentino cotto su braci di foglie di tabacco toscano. Una delizia: il petto è arrostito, la coscia marinata in acqua di ostriche, il filetto marinato in colatura di alici, poi maionese di aglio nero, crema di rape rosse, rape rosse e achillea. Gran piatto

Dolcemare: spuma di mascarpone, alghe candite, salicornia, salsa di frutti rossi, biscotto soffice, crema al limone, lamponi e pino

A Piero, da Lucca a Forte dei Marmi: il Buccellato. Il "sasso" è fatto con una spuma di cioccolato bianco, poi gelato di uvetta, crumble di mandorle, gel di anice e uvetta, buccellato tostato
Bistrot
via della Repubblica 14 - Forte Dei Marmi (Lucca)
tel. +39 0584 89879
bistrotforte.it
aperti tutte le sere (d'inverno, anche a pranzo il sabato e la domenica ma chiuso il martedì)
menu degustazione a 80, 100, 110, 120 o 140 euro