06-08-2020
L'ingresso del D'O di Cornaredo (Milano), una stella Michelin, dall'estate 2016 trasferito in piazza della Chiesa 14. Il Tinello è il tavolo ricavato a un passo dalla cucina
Davide Oldani guarda oltre le vetrate che separano il D’O dalla piazza di San Pietro all’Olmo, frazione di Cornaredo, appena fuori Milano. Sorride sotto la mascherina: c’è un sole caldo, con tantissima luce che entra a illuminare il frutto del suo lavoro, del suo pensiero, della sua passione. Oggi il D’O è sempre più “a sua immagine”: meno tavoli (proprio come avrebbe voluto chef Davide fin da subito), ancora più attenzione al rispetto totale delle norme di prevenzione anti Covid 19, ma soprattutto più centralità per l’ospite, chiamato a essere il vero protagonista. Non c’è posto per l’improvvisazione: c’è la materializzazione di una visione concreta dell’essere cuoco e imprenditore oggi, anche durante una pandemia. Bisogna infondere fiducia, far capire il valore di un’esperienza culinaria, invitare a riscoprire la gioia della condivisione e delle emozioni della tavola. Il tavolo speciale del D’O si chiama Tinello: un nome “parlante”, che evoca sensazioni di casa e di familiarità, tanto da essere posizionato di fronte alla cucina e con una vista in linea retta verso la chiesa di San Pietro all’Olmo. Quando ci si accomoda qui, ci si affida totalmente all’estro di chef Oldani, con un menu a sorpresa, dove si rincorrono preparazioni concrete, che partono dalla memoria e arrivano al presente. Ancora più forte qui si percepisce la sinergia tra cucina e sala, con un ispirato Manuele Pirovano, sommelier impeccabile, a suggerire abbinamenti vini notevoli.
Davide Oldani nel Tinello, qui in uno scatto pubblicato su Instagram con l'artista Maurizio Galimberti
Particolare del tavolo del Tinello del D'O: Davide Oldani pensa quasi a ogni dettaglio del design, dall'altezza del tavolo alle sedie mono-poggiolo
Alessandro Procopio e Wladimiro Nava, in cucina con Oldani dal 2003 e 2004
Manuele Pirovano, già miglior sommelier per la Guida ai Ristoranti di Identità Golose
Dalla finestra del Tinello, la chiesa di San Pietro all'Olmo
Un piccolo shock termico resetta il palato: Calamaro appena scottato, avocado cremoso, uva e granita di tè. È una preparazione senza mezze misure, volutamente spinta sul tono gelido della granita: è lei la vera protagonista, con il calamaro che dona mordente e consistenza all’insieme. Cucina italiana spesso si sintetizza con due elementi: pasta e risotto. Non mancano al D’O: si inizia con Frutta e Frutti di Mare, Riso. È un gioco di parole che condensa l’essenza del primo piatto in questione: il riso (eccezionale per cottura e mantecatura, impreziosito da una bisque di crostacei gradevolmente sapida) fa da vestito a un corpo pieno, ma sinuoso, con l’acidità della frutta che quasi amplifica la dolcezza degli elementi marini (capasanta, moscardino, gambero).
A portata di mano: melanzana caramellata con Grana Padano riserva caldo e freddo
Calamaro, avocado cremoso, granita di te, salicornia
Riso, frutta e frutti di mare
Spaghetto al cartoccio
Triglia, riduzione di arancia, rosmarino, cialda croccante di mais
Piccione
Razza alla mugniaia
Cocco, tè matcha, granadilla e frutti esotici
Ciliegie calde speziate e gelato alla vaniglia
La piccola pasticceria con l'ormai celebre palla da biliardo di cioccolato e ibisco
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
piacentino, classe 1988, ingegnere&ferroviere. Mosso da una curiosità gastronomica continua, ama definirsi “cultore delle cose buone”, essendo cresciuto in una famiglia dove si faceva tutto “in casa”. Crede fermamente nella (buona) tavola come creatrice di legami, generatrice di ottimi ricordi e di emozioni vive. Instagram lucafarina88
Sul palco dell'Auditorium, a sinistra il giornalista Luca Ferrua che ha introdotto lo chef Davide Oldani (a destra) del ristorante D'O, due stelle Michelin e una stella verde a San Pietro all'Olmo - Cornaredo, Milano. Tutte le foto sono a cura di Brambilla-Serrani
Davide Oldani, classe 1969, milanese di Cornaredo, dove ha aperto il ristorante D'O esattamente 20 anni fa, posa davanti alle copie del suo ultimo libro