È glamour. Ma la sua anima è selvaggia. È mondana, notoriamente scelta da vip e celebrità per la sua movida e per i suoi locali alla moda. Ma la sua bellezza è autentica. Le sue acque cristalline, le calette nascoste, le spiagge suggestive (alcune delle quali raggiungibili solo via mare), gli scogli e gli isolotti circostanti, offrono paesaggi unici. Siamo a Panarea, la più piccola delle Isole Eolie. Ma è tradizionalmente la più ambita meta turistica del jet set internazionale. Sin dallo sbarco si percepisce la sua doppia anima e il fascino dei suoi contrasti: si aprono scenari mozzafiato, tra bellezze naturali e mega yacht super lussuosi. E sulle golf cart, che si fanno largo sul molo, tra le apette e le reti dei pescatori, viaggiano valigie, cappelliere e beach bag dei brand del lusso più blasonati, verso le ville private e gli hotel più esclusivi dell’Isola. Attraversando i vicoletti che si snodano nel centro abitato, fra case bianche, locali cool, bar, botteghe artigiane e boutique per lo shopping, si aprono scorci incredibili con il mare turchese che fa da sfondo. E nell’aria ci sono note di sale, di mirto, di fico, di cappero, di gelsomino e un mix di profumi della vegetazione della macchia mediterranea. Panarea è magica. È coinvolgente. È attraente. Ma non è fatta solo di eleganza e mondanità. «È fatta di tradizioni, di arte, di cultura. Di donne. Che hanno dominato l’isola e sono state artefici della storia di questo luogo incantato». Ce lo racconta Giovanna Mandarano, un’imprenditrice nata proprio qui a Panarea, che ama profondamente la sua terra e che ha deciso di investirvi ancora, con il suo lavoro. Neanche due mesi fa, infatti, ha debuttato con il suo nuovo ristorante Da Giovanna Panarea, la novità più attesa delle Isole Eolie, targata estate 2025.

Giovanna Mandarano e il suo Da Giovanna Panarea
Un angolo autentico, dove la tradizione eoliana incontra il gusto contemporaneo, in una location unica, con Dattilo - un isolotto disabitato - di fronte. Uno scenario naturale di straordinaria bellezza, giardino incantato tra ulivi, bouganville, palme e rocce e una vegetazione intensa e rigogliosa. Con i tavoli sull’erba, apparecchiati di fuxia o panna e sabbia, a seconda delle serate, in perfetto pendant con il contesto, abbinati ai colori del tramonto e delle bouganville, o alle sfumature dorate di Dattilo. E quando scende la sera, la luce intensa delle stelle e la luna riflessa sull’acqua regalano dei colori ed emozioni incredibili. Sembra una scena di un film, dove ogni dettaglio racconta ricerca e storia. È il set di una cena romantica, a lume di candela, riservata a un massimo di cento ospiti.

«Nel mio ristorante non si fanno doppi turni. Mi piace dedicare coccole e attenzioni ai miei ospiti che devono sentirsi protagonisti della serata e devono sentirsi liberi di viverla fino in fondo, magari fermandosi ad ascoltare la musica o a bere un cocktail dopo cena. O semplicemente a guardare le stelle», spiega
Giovanna. Un nome ben noto, il suo, nella ristorazione dell’Isola. Infatti è figlia d’arte. Il
Da Pina, ristorante aperto negli anni Settanta da sua madre, la signora
Pina, ha fatto la storia della cultura gastronomica di Panarea. «Mi piace raccontare di lei – dice la figlia commossa e orgogliosa – È stata una donna forte, di carattere. Ha costruito la ristorazione nell’isola. E io, sin da bambina, ero con lei in cucina, tutti i giorni. Questo mi ha permesso di apprendere i segreti dei sapori e degli abbinamenti che sanno emozionare. E il suo grande amore per la cucina e per l’ospitalità l’ho fatto mio. Negli anni, girando il mondo, ho maturato esperienze ed acquisito nuove tecniche che ho via via inserito nel mondo culinario di mia madre, fino a quando gli eventi della vita mi hanno portata a decidere di creare il mio brand nel mondo della cucina e dell’hotellerie, facendo tesoro delle esperienze consolidate in oltre trent’anni di carriera nel mondo della ristorazione e dell’ospitalità».

La sua idea di cucina affonda le radici nelle sue origini, nelle preparazioni semplici, nella pulizia del gusto, dei metodi di cottura e degli abbinamenti ma con una consapevolezza moderna maturata con la cultura dei viaggi che l‘hanno portata ad aprirsi anche a nuovi orizzonti di sapori. La qualità è stata sempre il punto fondamentale, per una cucina capace di raccontare storie di passione e di identità, ma allo stesso tempo di esprimere un concetto contemporaneo, adeguato alle esigenze del cliente. «La bontà di un piatto è fatta innanzitutto di materie prime. Per questo per me la selezione è importantissima. Molti degli ingredienti dei piatti provengono dal mio orto. Seguiamo la stagionalità. Utilizziamo esclusivamente pesce freschissimo, prevalentemente locale, e lo portiamo in visione ai tavoli, con una cesta che per me ha un grande valore affettivo perché è stata realizzata a mano dai miei nonni e rappresenta un modo per dare continuità alla storia della mia famiglia». Una storia che continua anche in questa nuova esperienza, con la terza generazione in sala:
Giuseppe e
Alessandro, i figli di
Giovanna. «Loro studiano fuori,
Giuseppe ha già preso la laurea triennale, ora studia per la magistrale. E sono felice che si strutturino dal punto di vista culturale e di esperienze, anche all’estero. Ma non posso nascondere che mi riempie di gioia vederli al ristorante e vedere la loro passione e il loro interesse per le aziende di famiglia».
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Battuto di dentice, con erbette dell’isola, pomodori dell’orto cotti sulla brace e polvere disidratata di cappero
Da Giovanna Panarea racconta la tradizione eoliana. Tra gli antipasti possiamo trovare il
Battuto di dentice, con erbette dell’isola, pomodori dell’orto cotti sulla brace e polvere disidratata di cappero; la
Parmigiana rivisitata in tre cotture, melanzane dell’orto di Giovanna, pomodoro fresco, basilico e burrata; il
Carpaccio di polpo con crema di patate dell’orto e polvere di fichi di Panarea; il
Roast beef di tonno, finocchio, olive croccanti e capperi.

Tagliata di ricciola su crema di melanzane bruciate, tartare di olive e foglie di cappero
I primi:
Gnocchetti di zucchine, zucchini, caprino siciliano, erbette dell’isola e semi di papavero; poi
Gnocchi di gamberi, cozze e ragusano; ancora,
Ravioli di burrata alla frescaiola; e per finire,
Risotto Acquerello ai tre limoni. Tra i secondi,
Tagliata di ricciola su crema di melanzane bruciate, tartare di olive e foglie di cappero; quindi
Dentice cotto al vapore, al rosmarino, con tartare di arancia e rucola; e ancora
Involtini di ricciola con carpaccio di pomodori dell’orto e avocado siciliano e
Catalana di scampi e mazzancolle, oltre al pescato del giorno nelle varie cotture.
Da Giovanna Panarea
Via S. Pietro - Panarea (Messina)
Tel +39 0909 83338
Instagram: @dagiovannapanarea
SE VOLETE SAPERNE DI PIÙ SU PANAREA...
È la più piccola (poco più di 3 chilometri quadrati) e la più antica delle 7 isole maggiori dell’arcipelago delle Eolie, in Sicilia. E insieme agli isolotti minori (Basiluzzo, Spinazzola, Dattilo, Lisca Bianca, Bottaro, Lisca Nera) e agli scogli (delle Formiche e dei Panarelli) forma un piccolo arcipelago tra Stromboli e Lipari. È raggiungibile solo via mare, con traghetti o aliscafi. La rotta più comune e frequente è dal porto di Milazzo, ma durante la stagione estiva è possibile trovare corse dai porti di Messina, Palermo, Napoli, Vibo Valentia e Reggio Calabria. A Panarea non entrano le macchine, l’isola è percorribile quasi interamente a piedi. O ci si sposta in taxi (golf cart elettriche). È possibile noleggiare scooter, bici, quad o golf-cart.

Punta milazzese a Panarea
Tra le spiagge di Panarea:
Cala Zimmari, l’unica spiaggia di sabbia, conosciuta anche come spiaggia rossa. facilmente raggiungibile a piedi;
Cala Junco, una delle spiagge più belle delle Eolie, una piscina naturale incastonata tra le rocce, raggiungibile a piedi con trenta minuti di camminata da Drautto;
Spiaggia della Calcara, suggestiva per il fenomeno vulcanico delle Fumarole;
Punta milazzese, una spiaggia di piccoli ciottoli, a sud-ovest del molo di San Pietro;
Cala bianca, spiaggia con acqua cristallina dove sono ancora visibili i resti dell’attività vulcanica;
Lisca Bianca e
Basiluzzo sono raggiungibili solo via mare, la costa è fatta di scogli a picco sull’acqua ma ci sono delle piccole insenature dove si può prendere il sole.