26-02-2019
Crepinette di foglie, cardi e ravanelli, un super-piatto di Giuseppe Lo Iudice e Alessandro Miocchi, ristorante Retrobottega, Roma. I due saranno anche tra i protagonisti a Identità Milano 2019, per loro il palco del congresso nella sezione Nuove Identità, Italia-mondo, domenica 24 marzo alle 13
Certo che "Retrobottega" non gli rende giustizia. E' un nome carino, buffo, antico, memorabile e "di memoria" (era il nome del primo ristorante aperto da Giuseppe Lo Iudice e Alessandro Miocchi in via della Stelletta, a Roma). Ma il nome del nuovo ristorante del due giovani cuochi, con esperienze da Anthony Genovese e da Enrico Crippa non gli rende certo giustizia. Eppure... ci sta.
E' un luogo singolare, Retrobottega. Pulito, netto, scuro, riflettente, con un non so che più di Milano/giapponese che di piazza Navona, dietro la quale si trova. Certamente non è un ristorante romano, sia nell'offerta gastronomica sia nella cornice architettonica. E di Retrobottega ci ha colpito anche: lo studio accurato delle luci (finalmente! Quanti ristoranti con luci sbagliate abbiamo visto!); la scelta dei materiali, legno e acciaio in un susseguirsi di scure teorie studiate per far risaltare il colore e il contenuto dei piatti. Questa "diversità" è diventata una delle valenze di marketing del ristorante, che attira clienti che anche a Roma cercano un cucina creativa, in un ambiente innovativo.
Ma soprattutto ci ha colpito la sorridente, accurata, fluida attenzione del servizio, puranche in un tavolo comune da 10, dove non dev'essere stato facile mantenere il punto anche di fronte all'esuberanza partenopea dei nostri compagni di tavola. E invece... tutto liscio.
Alessandro Miocchi, co-chef con Giuseppe Lo Iudice
Animelle e puntarelle
Bottoni di lingua, prezzemolo e pepe verde
Retrobottega e' un posto differente. E' un posto unico, almeno a Roma. E' un ambiente architettonicamente lineare, minimalista, senza essere freddo. Diverso dal barocco classico ristorante romano, anche di livello. E' un ambiente sapientemente illuminato. E' un ambiente differente. E questa differenza, accoppiata all'unicità e bontà del menu, ne fa un posto da provare e in cui tornare. E qui, lasciatemelo dire, proprio perché un ristorante si sceglie per la cucina ma ci si torna per la sala, non possiamo non sottolineare un aspetto che ci ha colpito: la grande gentilezza di tutti, da Alessandro in banco/cucina a Giuseppe in sala e a tutti i ragazzi, di qua e di la del pass.
Piccione, tamarindo e topinambur
Miele e mandarino
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
Triestino, partito dall'agenzia di pubblicità Armando Testa, ha ricoperto ruoli di vertice nei settori della comunicazione di aziende come Michelin, Honda, Telecom Italia. Oggi è consulente di comunicazione e marketing aziendale e politico, per clienti quali Autogrill, Thevision.com. Tiene lezioni all'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e a quella di Genova. È docente presso Niko Romito Formazione, Intrecci Scuola di Sala e In-Cibum. Presidente dell'Associazione "Le cose cambiano", che lotta contro il bullismo omofobico
Dall’Italia è una narrazione in continua evoluzione di tutto il buono che racchiude in lungo e in largo il nostro Belpaese. Una rubrica che ci porta alla scoperta delle migliori trattorie, i ristoranti più esclusivi, osterie, tra le vette più alte o in riva al mare. Delizie che non possono sfuggire alle rotte dei più entusiasti viaggiatori.