05-04-2023
Una delle pizze al piatto (la Vegetariana) disponibili - solo a cena - al Salamensa di Montichiari (Brescia), da Mino Dal Dosso
Non si ferma mai Benigno Dal Dosso, per tutti Mino. Sommelier Ais folgorato dalla passione per il cibo, oggi è un imprenditore della ristorazione che fa del pragmatismo la sua forza. Nel Bresciano, è al comando di un gruppo di cui fanno parte a Montichiari il ristorante Salamensa e l’ex pizzeria Cloe - trasformata di recente in una location per eventi - e poi il beach bar, ristorante e gelateria Copelia a Padenghe sul Garda, al quale è collegate la location per eventi Miralago, Dal Dosso non ha timore di fare scelte che solo all’apparenza possono sembrare incoerenti. Un esempio? Aver messo la parola fine 2022 all’esperienza di Cloe, pizzeria secondo natura e aver ridotto a due soltanto la proposta delle pizze gourmet in padellino nella carta di Salamensa.
Il Salamensa
Pizza gourmet al Salamensa: questa è la Prosciutto crudo di Langhirano, una pizza a lunga lievitazione in padellino, divisa in 8 spicchi e servita su ghisa calda con prosciutto crudo Sant’Ilario 24 mesi, stracciatella pugliese, mozzarella fiordilatte e basilico
La Acciughe del Cantabrico, con acciughe Nardin, pomodoro Masseria Dauna, bufala campana, capperi e origano di Pantelleria
Una Margherita "al piatto"
Essere pragmatici, però, per Mino Dal Dosso non significa abdicare alle proprie convinzioni in ossequio a freddi calcoli e meri ragionamenti economici. Vuol dire piegare calcoli e ragionamenti al raggiungimento dei propri obiettivi e anche alla realizzazione dei sogni. Tra questi c’è anche quello, realizzato, di una bakery e una pasticceria senza miglioratori. «Nel laboratorio a vista di Salamensa, locale aperto 7 giorni su 7 sin dal mattino, vengono sfornate pane, torte, brioche e grandi lievitati. Tutti preparati a regola d’arte partendo da farina, uova, burro e zucchero, senza premiscelati e miglioratori che sono ormai una scorciatoia per tantissimi», osserva. E aggiunge: «A darmi una mano c’è Alberto Teresa, pasticciere classe 1947, che all’inizio ci ha fatto da consulente, ma poi ho voluto accanto a noi in pianta stabile perché per innovare è necessario partire dalla tradizione. Per capirlo basta assaggiare la nostra Torta di rose». Anche qui, però, entra in gioco la sostenibilità economica. Conclude Dal Dosso: «Possiamo permetterci di lavorare con questa cura perché, con il laboratorio a vista, i clienti si rendono conto della qualità che c’è dietro ogni nostro prodotto». E anche perché da Salamensa, il giovedì con cadenza quindicinale, si fa cultura gastronomica con Mangia e impara. La qualità, prima di tutto, deve essere compresa.
Tutte le notizie sul piatto italiano più copiato e mangiato nel pianeta
a cura di
Giornalista catanese a Milano, classe 1966. «Vado in giro, incontro gente e racconto storie su Volevofareilgiornalista» e per una quantità di altre testate. Inscalfibile
Raffaele Boccia, chef pizzaiolo del Nanninella di Poggiomarino, in provincia di Napoli
Ciccio Filippelli, Duodecim Pizze, via Louis Braille 1, Rende (Cosenza)
Claudio Abbate, chef pizzaiolo e patron della sua Abbate Pizzeria a Giugliano in Campania (Napoli)