Non ci si annoia mai a parlare di Brunello di Montalcino. Perché si tratta di un territorio incredibile, per certi versi anche selvaggio e incontaminato, con enormi sfaccettature. Un diamante dalle numerose facce.
Una di queste facce brillanti è l’azienda Pietroso, una piccola realtà che negli anni è riuscita a farsi conoscere grazie a vini che hanno sempre avuto il grande pregio di puntare sull’estrema eleganza e sulla verticalità.

Uno dei vigneti dell'azienda a Montalcino
Una storia di famiglia, come racconta il proprietario
Gianni Pignattai. «Negli anni Settanta mio nonno, che era andato in pensione, voleva trovare un posto dove fare vino per berlo con gli amici. Poi ha iniziato a imbottigliare quel vino realizzato da mezzo ettaro di vigneto a 500 metri di altitudine, circa 2.000 bottiglie. Così nasce la nostra prima etichetta nel 1978».
La situazione, per quanto riguarda il vino e l’economia locale, era ben diversa, allora. «Montalcino in quel periodo era spopolato, non c’era ancora tutto questo benessere, si riusciva a investire con poco. Poi grazie ai nuovi imprenditori e al lavoro con il Consorzio, le cose sono migliorate».

Gianni Pignattai: «Ho iniziato nel 1992. Poi mi sono appassionato, anche se non ero enologo»
Anche
Pietroso crescerà con il tempo. «Nei primi anni Novanta mio nonno si è ammalato. Allora mi sono fatto avanti io: “Vengo a darti una mano”. Era il 1992 e mi sono appassionato».
«Non ho studiato enologia, ma sono vissuto nel mondo del vino. Così ho iniziato a prendere altri piccoli appezzamenti e poi ho allargato la cantina. Adesso ho circa 6 ettari in diversi appezzamenti, le cui caratteristiche sono quelle di essere tutti sopra i 400-500 metri. E questo ci aiuta molto con i cambiamenti climatici. Basti pensare che, quando ho iniziato, arrivare a 13% di alcol era difficile. Quest’anno abbiamo vini già a 15%».

La splendida sala degustazione che si affaccia sulle colline
Rimane comunque l’aspetto familiare: «In questo momento lavoriamo io e mio figlio, con una produzione di circa 35mila bottiglie annue, e abbiamo appena ripiantato in zona Montosoli». Una realtà piccola, ma che è riuscita nel tempo a conquistare notorietà con vini sempre caratterizzati da finezza ed equilibrio.
Il Rosso di Montalcino 2019 rispecchia proprio questa filosofia: bella struttura, grande frutto, lunghezza e sapidità. Con un prezzo che si aggira attorno ai 20 euro a bottiglia.
Il
Brunello di Montalcino 2017 è uno dei pochi di quest’annata così difficile (come già spiegato nel nostro articolo del
Benvenuto Brunello) veramente eleganti, dove i 14, 5% di alcol riescono a passare in secondo piano, grazie a una bevibilità straordinaria. Un vino mai pesante, ma ovviamente di struttura, e con piacevoli note erbacee e balsamiche. Prezzo: 50 euro.
Infine il Brunello Riserva 2016: in un’annata tra le migliori degli ultimi decenni, rispecchia l’andamento stagionale, riuscendo a trovare equilibrio, complessità e finezza. Ma soprattutto struttura, per una longevità potenziale molto alta. Prezzo: 100 euro.