22-11-2021
Prodotti raffinati, delicati e non aggressivi, con una personalità distintiva e precisa per concludere con coerenza il percorso gastronomico alla tavola dello chef Carlo Cracco o da ordinare sullo shop online
Tutto è iniziato da un’idea e da un’esigenza precisa. Per mettere sempre al centro la soddisfazione del cliente. «Nel mio ristorante capitava spesso di ricevere la richiesta di poter chiudere il pranzo o le cena con un amaro o un limoncello. Il mercato offre buoni prodotti che non rispecchiano a pieno la mia concezione di drink per il fine pasto. Durante la chiusura forzata dovuta ai lockdown, con un po’ più di tempo a disposizione per ragionare su dettagli e particolari del servizio, ho pensato fosse giunto il momento di dare la mia interpretazione di un distillato e un liquore che fossero un tutt’uno con quello che prepariamo e serviamo e non un’appendice slegata dal contesto». Così Carlo Cracco spiega la genesi della sua linea di distillati, presentata - davanti a una schiera di barman, giornalisti e opinion leader - nella preziosa e suggestiva sala all’ultimo piano dell’edificio di via Silvio Pellico a Milano dove sono ospitati con accesso diretto dalla Galleria Vittorio Emanuele, il Caffè, la Cantina e il suo Ristorante.
Limoncello, Amaro e Gin: tre prodotti, realizzati da materie prima bio e con processi sostenibili, pensati dallo chef e curati dalla distilleria Quaglia, per chiudere un’esperienza alla tavola di Carlo Cracco ed essere, contemporaneamente, espressioni del suo gusto e della sua filosofia.
Lo chef Carlo Cracco
«Il punto di partenza è stato il mio gusto personale. Non amo, ad esempio, nei limoncelli l’eccessiva dolcezza, quella pastosità che ritrovo in molti prodotti. Il mio limoncello, è un distillato che solo un cuoco poteva immaginare. É delicato, con molti aromi secondari, frutto dell’utilizzo di diversi agrumi, del lemongrass e zucchero per caramellare le bucce degli agrumi. Nel finale, emerge una nota sapida perché è concepito per essere servito insieme o a subito dopo a dolci poco dolci, a volte addirittura con note salate».
Stesso discorso per l’Amaro Bianco.
«É il prodotto che ha richiesto il numero maggiore di prove prima di essere messo in produzione. Innanzitutto l’ho voluto bianco - spiega lo chef - non per una scelta di marketing ma per dare un segno di eleganza e finezza. Ha profumi intensi di piante aromatiche, vaniglia, arancia amara e timo, E poi non è “tanto” amaro, il che lo rende interessante sia come digestivo a fine pasto sia come ingrediente da miscelare in cocktail pre e after dinner».
L'Amaro Bianco ha profumi intensi di piante aromatiche, vaniglia, arancia amara e timo
E infine il Gin, forse per i palati fini e gli amanti dei cocktail, il prodotto più interessante del trio.
«Sono un amante del Negroni e quindi ho cercato di realizzare un gin in grado di non essere solamente elemento alcolico di questo meraviglioso cocktail. Volevo un distillato capace di emergere nel bicchiere e nello shaker. Alle botaniche più classiche ho voluto aggiungere una nota di lavanda per dare una tratto distintivo e riconoscibile». Il risultato è notevole, lo sviluppo del bouquet ampio ed esteso, la personalità forte, un po’ come quella del suo mentore Carlo Cracco. Nello shaker o nel mixing glass fa sempre bella figura e lo hanno dimostrato Flavio Angiolillo e la sua crew del MAG Cafè chiamati a miscelare i tre distillati per dare vita a drink serviti in pairing ai piatti usciti dalla cucina.
I distillati firmati dallo chef Carlo Cracco interpretati da Flavio Angiolillo e dai bartender del MAG Cafè
Con L’Uovo nero, zucca e mostarda Angiolillo ha preparato un drink con Amaro Bianco, Bitter Fusetti, liquore Verjus, salamoia e vino bianco. Delicato, con un tocco di sapidità, portato nel bicchiere dalle note balsamiche dell’Amaro Cracco e della salamoia, si è ben abbinato alla morbidezza e alla cremosità dell’uovo - cotto a metà fra una coque e un sodo – quindi cosparso di polvere di carbone vegetale e appoggiato su crema di zucca e finito con tocchetti di mostarda di frutta a dare densità.
Si prosegue con un risotto posato su una Crema di acciughe e guarnito con scorza di limone e un disco di cioccolato fondente. E’ un piatto iconico, nato 17 anni fa in via Victor Hugo, proposto in abbinamento al cocktail a base di Limoncello Organico, cacao, vermouth e champagne con consommè di verdure a finire per ricordare uno degli ingredienti del riso.
Il ristorante Cracco in Galleria
L’ultimo pairing proposto dai ragazzi del MAG Cafè utilizza il Gin Organico Cracco come elemento centrare. E’ miscelato con Bitter Fusetti, betulla affumicata, vermouth chinato, riduzione di vino rosso e bitter alla quercia bianca. E’ stato servito con un Controfiletto di manzo alla brace, capperi e liquirizia.
Per finire degustazioni in purezza dei tre distillati che entrano nelle preparazioni di Negroni, Martini, Rising Sun e Portofino, quattro cocktail già assemblati e acquistabili, in batch da 100 ml pronti per la degustazione, nello shop online di Carlo Cracco.
Carlo Cacco con la crew del MAG Cafè
Prodotti raffinati, delicati e non aggressivi, con una personalità distintiva e precisa. L’obiettivo che ne ha determinato la genesi è certamente centrato. Cosi come il piacere - evidente dalle parole soddisfatte di Carlo Cracco durante tutta la presentazione - di comporre un altro tassello (fra poco arriveranno anche i vini) nell’offerta di esperienze ed emozioni dedicate ai clienti. Oltre, perché no, per lo chef di divertirsi e sperimentare nuove piste interpretative dell’essere grande protagonista della cucina e dei piaceri della vita.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
di
Giornalista professionista, classe 1966 con una laurea in Fisica e, oggi, docente in IULM e comunicatore. Cultore del bello e del buono, attento osservatore della società e dei suoi cambiamenti, appassionato e commentatore televisivo di golf. Amo e racconto il cibo, quello schietto, vero e senza fronzoli. Scrivo di luoghi, persone, vino, rum e distillati e, quando capita, di politica
Carlo Cracco a lezione all'Università Iulm, con i ragazzi della tredicesima edizione del "Master in Food and Wine Communication". A destra, Gabriele Zanatta
A sinistra, lo chef Carlo Cracco e a destra Luca Sacchi, la sua ombra al ristorante Cracco, Milano. Foto Brambilla-Serrani