10-11-2021
Lo staff del ristorante iPalici, bella scoperta al Relais San Giuliano di Viagrande, tra Catania ed Etna. È composto dallo chef Gaetano Procopio, al centro, e da Antonino Capici, Salvatore Platania, Alessandro Parisi, Vittorio Nicotra, Francesco Isaia, Daniele Lombardo, Kelvin Bhantooa e dal maître Mario Santitto, già all'etneo Villa Neri. Foto Tanio Liotta
È stata davvero una bella sorpresa la cucina di Gaetano Procopio al ristorante iPalici del Relais San Giuliano. Siamo a Viagrande, alle porte di Catania e sulla strada che conduce a Messina, l'Etna a un passo tanto che il territorio fa parte della Doc. Ormai più di due anni fa, era l'1 luglio 2018, la famiglia Gruttadauria - attiva nell'imprenditoria soprattutto siderurgica ed edilizia, con 3.300 dipendenti - ha inaugurato l'indirizzo, frutto di un lungo e ammirevole lavoro di recupero, con l'obiettivo di farne un punto di riferimento in una zona, questa tra la metropoli e il vulcano, a bassa frequenza ma alto potenziale turistico.
La struttura in sé merita due righe in più, anche perché grazie ai Gruttadauria è l'unico edificio storico superstite in un'area dove il passato è stato via via cancellato, senza troppo badare alla sua importanza, a favore di abitazioni moderne. Riportiamo:
Il racconto di questa rinascita è avvincente. Le prime testimonianze della residenza di campagna degli Asmundo, marchesi di San Giuliano, risalgono ai primi del XVIII secolo. (...) Realizzata nell'Ottocento, lungo questo asse viario sono nate ville e residenze di campagna, di proprietà delle famiglie più influenti di Catania che già prima possedevano i terreni e i campi dedicati all'agricoltura. Tra i vari edifici sorti, la casa padronale presenta particolari soluzioni architettoniche, come lo spettacolare prospetto con la scala a tenaglia che si affaccia sul grande cortile interno dove emergono i due corpi rustici; il palmento con la grande "bottaia" e l'edificio che ospita la casa del "Massaro", il negozio di automobili e le scuderie. Secondo le fonti storiche, Orazio Paternò Asmundo costruì la macina all'inizio del 1700, ma la casa padronale fu quasi certamente ricavata da un edificio preesistente: il taglio secco e solenne delle finestre, la loro disposizione ad ampia apertura sulle facciate rivelano, infatti, un carattere simile alle case fortificate della metà del 1600.
Relais San Giuliano
Altre foto del relais
Gaetano Procopio
Procopio guida una brigata che comprende altre sei persone, per il servizio completo dalla colazione alla cena, passando per un light lunch a mezzogiorno riservato agli ospiti della struttura. A convincerci a provare, una sera, l'esperienza a iPalici è stato l'annuncio di un evento che ci sarebbe stato da lì a pochi giorni, qualche tempo fa, con un menu tutto dedicato al cavolo trunzu di Aci, bontà autoctona che è anche Presidio Slow Food. Così siamo andati e abbiamo assaggiato un po' di piatti "normali" e un po' di altri, focalizzati sul cavolo e anteprima di quell'evento.
Il torchio nel vecchio palmento, che ha oltre 500 anni, nell'edificio che ospita iPalici
In sostanza: Procopio - oltretutto: umile e appassionato com'è - non va perso di vista.
E ora la nostra cena, le foto sono di Tanio Liotta.
Appetizer: Lollipop con ragusano; "Zuzzu", ossia orecchie, zampe e naso di maiale in gelatina con limone e peperoncino; Tonno marinato con banana fermentata; Cannolo con crema di zucchine; Arancino al ragù. Ottimi assaggi, nell'abbinamento con la banana al tonno sostituiremmo della carne
Davvero eccellente questo Assoluto di cavolo trunzu di Aci, ossia foglie di cavolo trunzu, acqua e chips dello stesso cavolo, polvere di barbabietola, sesamo, soia. Davvero una bella idea
Altro bel piatto è Tra le vie della Sicilia, ovvero battuta d'asina, panella croccante, maionese di salmoriglio, tegolino di tuma persa, olio alla brace. Una specie di ponte tra Palermo e Catania
Zuppa Mare Nostrum, ancora un assaggio azzeccatissimo: molluschi e crostacei, caviale di alici e acqua di basilico. Eviteremmo però la colorazione (con coloranti naturali) vagamente shocking
E sempre di livello i Plin di cavolo trunzu in acqua dello stesso cavolo, mini-arancino di cavolo trunzu, foglie dello stesso cavolo sbollentate e saltate i padella
Spaghetto, pesto di finocchietto selvatico e masculina da magghia. Buono al gusto ma davvero troppo asciutto
Bottoni di pasta fresca ai frutti di mare, fagiolo cosaruciaro, pomodorini confit e calamaretti spillo
Coniglio, scampi, carota, i fondi di coniglio e scampi, bouquet di misticanza. Non convincentissimo, rimane un po' a metà
Buona la Guancia di manzo al Marsala, bieta, purea di sedano rapa e acqua di barbabietola. La guancia è cotta a 78° per 24 ore
Eccellente e simpatica (riprende l'idea del cannolo) la Cialda di cavolo trunzu, ricotta alle mandorle, caglio di fico, frutta candita e basilico
Cavolo trunzu marinato in acqua di zenzero, mosto di Carricante, crema di mele Cola, crema di foglie di cavolo trunzu
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di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
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