E’ bello ascoltare i Milone, i Costardi, gli Iannotti, insomma le nuove leve dell’alta ristorazione tricolore raccontare che lo spunto del tal loro nuovo piatto è venuto ascoltando una vecchia lezione di Alajmo, la scelta di una tecnica sia stata ispirata da una applaudita dimostrazione di Cracco. Perché Identità Milano è finita, ma domani ricomincia: ha portato idee nuove, ha suggerito progetti, ha condiviso spunti, ha concretizzato proposte che hanno già iniziato a svilupparsi nel momento in cui si sono spente le luci al MiCo. Paolo Marchi e Claudio Ceroni, rispettivamente ideatore dell’evento e patron della società che lo organizza, MagentaBureau, sono raggianti: «Non siamo autoreferenziali, creiamo contenuti. Rappresentiamo in qualche modo un’Italia che funziona, per questo sempre più aziende tricolori di prestigio si avvicinano a noi».
Vuol dire:
Identità Milano fa innanzi tutto qualità («è stata un’edizione piena di sostanza», sintetizza
Marchi). Poi, fa anche quantità, grandi numeri: si conferma il trend di crescita degli anni precedenti, anzi si amplifica: +40% in più d’iscritti al congresso, oltre 10mila persone hanno riempito i saloni di via Gattamelata, folla alle lezioni, folla tra gli stand, folla al
Food & Wine Festival, l’evento quasi parallelo che si propone al pubblico dei non addetti ai lavori.
A tal proposito, sarebbe interessante fare il calcolo di quante mani ha stretto
Marchi nelle ultime ore. «Vero, incredibile. Se devo dire cosa che mi ha colpito in particolar modo, mi viene in mente innanzitutto la straordinaria affluenza. Poi, la grande risposta rispetto al tema di quest’anno, la “golosa intelligenza”. Ho ascoltato moltissime lezioni di livello, ma voglio citarne una in particolare, quella di
Davide Scabin. E’ straordinario vedere un grande chef, uno che lo scorso anno ci aveva parlato dei piatti per gli astronauti, non solo occuparsi del cibo per chi è malato, per chi soffre di qualche patologia, ma scegliere proprio questo come argomento della sua lezione». Poi, un ulteriore sorriso di soddisfazione: «Dieci anni fa, alla prima edizione, gli chef usavano la prima persona singolare: “io”. Oggi dicono “noi”, fanno squadra». Il messaggio, insomma, è passato.

Agli estremi, Massimo Bottura e Raffaele Alajmo tributano con Paolo Marchi l'omaggio a Fulvio Pierangelini
«Il nostro decimo compleanno non è stato all’insegna della celebrazione, ma dello sviluppo», osserva
Ceroni. Le ragioni del successo dal punto di vista di un manager? «Ne dico tre: primo, la capacità di non deludere, di rinnovare i contenuti, merito di
Paolo e dello staff. Secondo, la crescita della nostra organizzazione, anche dovuta al fatto che riceviamo proposte di collaborazione da tante realtà importanti. Terzo e non ultimo, un clima economico leggermente più positivo, cui si aggiunge l’aspettativa per l’
Expo».
Dove
Identità sarà presente, invitata direttamente dal commissario governativo
Giuseppe Sala, salito sul palco domenica: «Avete sempre creduto nell’Esposizione Universale anche in tempi non sospetti – ha spiegato - Per questo vi invito ad avere uno spazio all’interno dell’area espositiva. Bisogna lavorare assieme perché l'evento coinvolga tutta l'Italia». Una sfida, una straordinaria opportunità, che già stimola
Marchi a guardare al futuro: «Certamente questo ci obbliga a riflettere bene, a progettare: avremo un’Identità lunga sei mesi».

Paolo Marchi e Claudio Ceroni
Intanto, qualcosa è già certamente in cantiere: il
Roma Food & Wine Festival (dal 29 novembre al primo dicembre), la nuova edizione di
Identità New York, a ottobre, cui si affiancherà nella stessa settimana la “prima” di
Identità Chicago, ospitata dalla nuova sede
Eataly...
Marchi sogghigna, «ci chiedono di andare anche in Oriente, soprattutto a Hong Kong», ma intanto ha già un pensiero per il prossimo passaggio meneghino: «Dovremo dare più spazio ai dessert. Siamo stati i primi a farlo, nemmeno in Spagna succedeva, ora voglio puntarci di più».
Ceroni individua un altro argomento: «Golosa intelligenza ma anche sana intelligenza. L’impegno con Expo ci spingerà a sviluppare il tema del connubio tra alta gastronomia, salute e benessere». Insomma: il 2015 è già qui.
TUTTA LA CRONACA DELLA 4 GIORNI
(Coordinamento redazione,
Gabriele Zanatta)
MARTEDI' 11 FEBBRAIO
Auditorium Tailandia di
Luciana Squadrilli
Auditorium Dossier Dessert di
Alessandra Meldolesi
Identità di Pasta di
Andrea Cuomo
Identità di Libri di
Raffaele Foglia
Area espositiva - mattino di
Cecilia Todeschini
Area espositiva pomeriggio di
Cecilia Todeschini
Grandi sapori di Sardegna di
Annalisa Cavaleri
LUNEDI' 10 FEBBRAIO
Auditorium - mattino di
Andrea Cuomo
Auditorium - pomeriggio di
Alessandra Meldolesi
Identità di Pane e Pizza di
Luciana Squadrilli
Identità di Birra e Acqua di
Carlo Passera e Andrea Cuomo
Area espositiva - mattino di
Cecilia Todeschini
Area espositiva pomeriggio di
Cecilia Todeschini
Milano Food & Wine Festival, giorno 3 di
Raffaele Foglia
DOMENICA 9 FEBBRAIO
Auditorium - mattino di
Alessandra Meldolesi
Auditorium - pomeriggio di
Carlo Passera
Identità di Sala di
Luciana Squadrilli
Identità Naturali di
Andrea Cuomo
Area espositiva - mattino di
Cecilia Todeschini
Area espositiva pomeriggio di
Cecilia Todeschini
Milano Food & Wine Festival, giorno 2 di
Raffaele Foglia
SABATO 8 FEBBRAIO
Milano Food & Wine Festival, primo giorno