In una classifica 2025 dei World’s 50 Best Restaurants, annunciata e festeggiata giovedì 19 a Torino, nella quale Bangkok e la galassia Gaggan piazzano tanti chef, sei, come l’Italia, l’italiano più applaudito è risultato ancora lui: Massimo Bottura. Con la moglie Lara Gilmore, è stato chiamato sul palco per ritirare il premio Woodford Reserve Icon Award, riconoscimento che celebra il loro impatto sulla cucina, nell’impegno sociale e nell’arte dell’ospitalità.
Ha detto il modenese: «Le icone non si fondano su sé stesse. Si radicano su strati di storia, persone, tempo. Trent’anni fa, l’Osteria Francescana era solo un piccolo ristorante in una tranquilla stradina di Modena, via Stella, con tanti sogni e ancor più dubbi. Abbiamo cercato di sfidare la tradizione amandola profondamente. Volevamo onorare il passato senza rimanerne intrappolati. Non volevamo soltanto servire cibo, ma anche emozione, memoria, sorpresa.
«Questo trofeo non riguarda me, ma noi. Riguarda un team che è diventato famiglia, crescendo nel passato e così sarà nel futuro. Riguarda gli agricoltori e gli artigiani, i lavapiatti e i sous-chef, i sommelier e gli artisti, il servizio di sala e tutti coloro che hanno contribuito con le proprie mani, i propri cuori e le proprie menti alla realizzazione di questa visione.
«Riguarda anche Modena. Quella piccola città ci ha dato tutto – il balsamico, la nebbia, il silenzio e la sua poesia. A partire da Modena, abbiamo raggiunto il mondo. E dal mondo abbiamo estrapolato idee, energia, obiettivi.
«Ma più di tutto, questo premio mi ricorda la nostra responsabilità. Perché una volta arrivati in cima alla vetta, il nostro compito è quello di aprire la strada agli altri. Questo è ciò che cerchiamo di fare con Food for Soul, con i Refettori e con il Tortellante e attraverso ciascun cuoco che sia passato dalla nostra cucina portando con sé i propri sogni.

Quando Massimo Bottura parla di Francescana Family i riferimenti sono tanti e diversi tra loro, uno ha fatto capolino, 92° in questa edizione dei World's 50 Best restaurants: Al Gatto Verde, uno dei ristoranti di Casa Maria Luigia a Modena, locale dominato dalla brace, chef Jessica Rosval, canadese di nascita e modenese di adozione
«Nel corso di questi trent’anni, ho imparato che l’ingrediente più potente non è nel piatto. È la cultura. La cultura è ciò che trasforma gli ingredienti in idee, gli errori in capolavori e i piatti in ricordi.
«Quindi grazie. Grazie per averci visto non come ristorante, ma come movimento di persone che credono che la bellezza possa cambiare il mondo e che un piatto di pasta – se cucinato con amore – può essere rivoluzionario.
«Questo ICON award non è la fine di un viaggio. È solo l’inizio di un nuovo capitolo. Noi continuiamo a sognare. Continuiamo a imparare. Continuiamo a trasmettere. E non smetteremo mai di cucinare».
Poi le parole di Lara per spiegare chi sia Massimo e per farlo è tornata molto indietro nel tempo, a quando si conobbero a New York nel 1993, il 7 aprile, lei al primo giorno di servizio in un bar di Soho dove il modenese era entrato per scaricarsi e finì per offrirsi come cuoco: «Massimo era un vulcano sempre in eruzione, tanto che la terza volta che si incrociò con mio padre Ken, papà gli disse di crescere piano come un albero così “un giorno voi due vi volterete e sarete fieri delle radici che avrete messo”».