12-11-2024
I 23 nuovi Maestri d'Arte e Mestiere, premiati nella mattinata di ieri al Teatro Regio di Parma. L'evento è stato realizzato da Alma, la scuola internazionale di cucina italiana in collaborazione con la Fondazione Cologni Mestieri d'Arte
20 anni di Alma, la Scuola internazionale di cucina italiana. 20 anni di bellezza, di un’arte - quella culinaria unita a quella dell’ospitalità - che vengono celebrati nel giorno in cui l’Italia conosce i nuovi MAM, i Maestri d’arte e mestiere, svelati nella speciale premiazione giunta alla sua quinta edizione - in programma ogni due anni - e promossa dalla Fondazione Cologni dei Mestieri d'arte con Alma.
Una vera e propria festa della cultura, per celebrare il futuro e la grande eredità dell’artigianato italiano. Tramandata, conservata e che, oggi, aspetta di essere raccolta da nuove mani, aprendo una finestra sul domani, per cui tutto ciò che ha già lasciato il segno, possa prolungare la sua traccia nel tempo.
Una festa, perché cruciale per sentirsi comunità: «Ogni grande momento del lavoro dell’uomo è segnato dalla festa: il raccolto, la vendemmia, la pesca», sottolinea Davide Rampello, fondatore e direttore artistico di R&P e membro del Comitato Scientifico di Alma. E dove un tempo c’erano canti e balli, ora c’è un palco speciale, quello del Teatro Regio di Parma, unito da un ponte diretto alla Reggia di Colorno, dove negli ultimi 20 anni la cultura dell’ospitalità ha trovato la sua casa, «e un signore straordinario decide di creare un luogo in cui formare, per imparare il sapere e il saper fare, ma soprattutto per innestare quella sete di conoscenza da tener viva ogni giorno della nostra vita». Quel signore è Gualtiero Marchesi, Il Maestro per eccellenza, il "magis", ovvero colui che ha qualcosa in più, appassionato d’arte, ed egli stesso artista, dell’ospitalità e del ristoro.
A distanza di 20 anni si raccolgono i frutti di quella semina, di considerazioni espresse con garbo a tanti singoli che ne hanno fatto tesoro, «perché bastava anche solo una parola del Maestro Marchesi per veder mutata completamente la visione delle cose».
L’illustratore Gianluca Biscalchin ha realizzato un’opera esclusiva dedicata al ventennale
Nulla di tutto questo è stato perso in due decenni; al contrario, Alma ha trovato modo di evolvere e oggi, per citare solo alcuni dei suoi successi, dai 17 allievi iscritti nel 2004 è arrivata lo scorso anno a totalizzare 889 studenti (di cui 186 internazionali) spalmati su un’offerta didattica di oltre 20 corsi. Più in generale sono stati 14.484 di 80 nazionalità diverse i ragazzi usciti da Alma in questi vent’anni. Studenti che giungono da ogni dove, e decidono di trasferirsi, studiarvi per cogliere ogni sfumatura del gusto italiano. Li scorgiamo affacciati dai palchetti del Regio, numerosi, entusiasti e soprattutto giovanissimi. Rappresentano il futuro che, come ci ha tenuto a precisare Alberto Figna, presidente di Alma, è colmo di quel sogno che i ragazzi si aspettano di realizzare attraverso il mestiere che hanno scelto.
Non è un caso, allora, che questi due momenti - i 20 anni di Alma e la premiazione dei nuovi Maestri - siano andati unificandosi e proprio Figna ci aiuta a capire perché: «Dal 2016 la Fondazione Cologni porta avanti questa virtuosa iniziativa per valorizzare l’eccellenza dei mestieri, che includono quelli del Gusto e dell’Ospitalità, a cui quest’anno si aggiungono anche le Arti agrarie. Un ampliamento doveroso per tutti quei professionisti che lavorano con la terra e con la natura, garantendo l’unicità dei nostri prodotti - dopotutto siamo a Parma, il cuore della Food Valley ( nonché Città creativa UNESCO per la gastronomia, ndr)-. I 23 maestri premiati sono autentici custodi delle tradizioni; maestri, che rimangono pur sempre allievi, ed è questa la chiave della loro grandezza: rimanere sempre aperti a imparare. Dai produttori ai ristoratori, fino ai maestri dell’ospitalità. Gualtiero Marchesi, durante il suo periodo di rettorato ad Alma ha saputo trasmettere tutto questo, il valore della conoscenza che è una porta destinata a rimanere sempre aperta. Una massima dice, “non chiedere al maestro cosa c’è oltre la porta, chiedi solo la chiave per aprirla”: un messaggio che vive ancora tra gli studenti di Alma».
La splendida cornice del Teatro Regio di Parma
Si sono susseguite lezioni, messaggi che ciascuno di noi, qualunque sia il nostro mestiere, è chiamato a coltivare. Padrone di casa e cerimoniere per l’occasione, il presentatore televisivo Gerry Scotti. Ritmo, leggerezza sul palco, ma anche un amore sconfinato per il mondo della gastronomia, essendo Gerry praticamente nato nella cucina del nonno contadino, mentre l’altro era panettiere: maestri anche loro.
Artigiani che, per definirsi tali ed esserlo sul serio, non devono solo avere la forza di svegliarsi presto e, così, portare avanti il proprio lavoro: devono poterlo fare felici. Eppure, affinché la felicità e l’allegria siano autentiche, veraci, occorre prima carpirne il significato, andando dritti all’origine di queste parole. E in questo ci aiuta ancora una volta Davide Rampello: felicità, origina dal latino felix che racchiude la radice di fecondo, quindi fare, far essere, mentre allegria, da alacre, altro non vuol dire che fare con energia.
Fare, fare per essere, fare per riconoscersi, identificandosi con il proprio fare. Esattamente quello che accade con gli artigiani, i Maestri di Arte e Mestiere, coloro che - come sottolinea il direttore generale di Fondazione Cologni, Alberto Cavalli - vivono con uno scintillio negli occhi e portano avanti non solo un modo di lavorare, ma anche di vivere, creando bellezza in tutte le sue forme, nonostante l’evoluzione della società e dell’economia.
Ma chi sono i 23 nuovi Maestri d’Arte e Mestieri delle Arti Agrarie, del Gusto e dell’Ospitalità? Qui di seguito tutti i nomi che vanno a completare il ricco elenco relativo alla prima premiazione andata in scena lo scorso 29 settembre a Venezia, con l’investitura di 40 Maestri per le Arti Decorative.
Specifichiamo che i Maestri sono stati suddivisi in tre aree: produzione, trasformazione e ristorazione.
La prima ha visto 8 premiati: Filippo Drago (grani e cereali, Sicilia), Alberto e Giuseppe Rosso (frutticoltura, Piemonte); Bruno Sodano (ortaggi e legumi, Campania); Eleonora Noris Cunaccia (botanica ed erbe officinali, Trentino); Francesco Pellegrino (olivicoltura, Sicilia); Mario Pojer (viticoltura, Trentino); la famiglia Paternoster (apicoltura, Trentino) e Pino Spanu (allevamento, Sardegna).
Passando alla trasformazione: Dino Ligorio (pastificio, Puglia); Massimo Cifarelli (arte bianca, Basilicata); Luigi Biasetto (pasticceria, Veneto); Enzo Coccia (pizzeria, Campania); Luigi Caccamo (norcineria, Calabria); Sergio Motta (macelleria, Lombardia); Vittorio Beltrami (arte casearia, Marche); Stefano Guizzetti (gelateria, Emilia-Romagna); Cristina Quattrone (cioccolateria, Calabria) e Gianni Capovilla (distilleria, Veneto).
La giornalista americana Faith Willinger si aggiudica il premio alla carriera
Infine per la categoria ristorazione: Valeria Piccini (cucina, Toscana); Peppe Guida (ospitalità, Campania); Gabriele Gorelli (sommellier, Toscana); Massimo Raugi (sala, Piemonte) e Luca Gargano (miscelazione, Liguria). Durante la cerimonia sono stati conferiti anche due premi speciali. La giornalista e scrittrice americana Faith Willinger si è aggiudicato quello alla carriera, per la «promozione della cultura enogastronomica italiana»; Ilaria Cappuccini (influencer e sommelier) con l’ex ciclista professionista Nicola Bagioli e Arianna Dell’Agostino (ideatori dell’utilizzo in cucina del Lavéc, la pentola in pietra ollare) hanno invece conquistato il premio Allievo d’Arte e Mestiere dedicato ai giovani talenti che si sono distinti anche per il valore della comunicazione.
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Classe 1991. Irpina. Si laurea in Lingue e poi in Studi Internazionali, ma segue il cuore e nella New Forest (Regno Unito) nasce il suo amore per l'hospitality. Quello per il cibo era acceso da sempre. Dopo aver curato l'accoglienza di Identità Golose Milano, oggi è narratrice di sapori per Identità Golose. Isa viaggia, assaggia. Tiene vive le sue sensazioni attraverso le parole.
Ciro Fontanesi, classe 1984, Mantova
Davide Rampello, direttore artistico di Rampello&Partners . Foto Brambilla-Serrani
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