Piove in questo febbraio meneghino, ma è un universo liquido anche quello che tracima dentro la sala Blu2, dove protagonisti sono birra e acqua. La bevanda luppolata viene declinata da quattro suoi alfieri d’eccezione, primo tra i quali il più illustre per honor et gloria, Moreno Cedroni, che utilizza quello che definisce «il lato nobile della birra», ossia la schiuma: con un poco di albume secco e un aeratore da acquario fa mille bolle (bianche) come fosse Badedas. Il bell’effetto viene adagiato, a conferire piacevoli note amarognole, su pluma di maiale iberico accompagnata da salsa ai finocchi e aglio nero. L’assaggio conferma: straordinario. Come solleva un’ola di entusiasmo pure l’altro piatto con la Moretti, in salsa e gel, che accompagna pan di spagna e, soprattutto, un gelato al burro d’arachide, «il migliore che faccio». La platea, concorde e grata, si lecca i baffi.

Moreno Cedroni, mago della birra (e non solo)
Da un mare all’altro, direzione Roma, si arriva (quasi) al Tirreno ma “il mare è di birra” a parere di
Luciano Monosilio, che titola così la sua lezione. Esordisce con
Birra scampi e tartufo nero, dove la bevanda è solo un accenno, a sfumare una riduzione classica alla francese, che fa da fondo a battuto di scampi, tartufo nero e un succo di sedano in purezza - a sgrassare la bocca col suo acido ascorbico - addensato e poi abbattuto. Più intensi i sentori birrosi in
3B (ossia birra, salmone balik e blu): una Moretti Grand Cru viene gelificata e racchiude mousse di erborinato come un cannolo. Cubetti di salmone, granella di pane di segale, polvere d’olio, purea di mirtillo e germogli piccanti completano un piatto dalle note contrastanti. Restiamo sempre in area romana con
Daniele Usai da Ostia, classe 1977, vincitore del
Premio Birra in Cucina per
Birra Moretti e
Identità Golose 2014. Gioca a rischiatutto: usa la birra per cuocere un risotto, bilanciando poi le note amare con crema di mais. Impiatta con un filettino di triglia, germe di grano, fiori di luppolo e infine salicornia, a conferire una nota marina.
Chiude la mattinata (poco) alcolica il 25enne
Luigi Salomone del
Marennà di Sorbo Serpico, piena Irpinia: sous chef di
Paolo Barrale, è il vincitore della terza edizione del
Premio Birra Moretti Grand Cru (2013). Succede a
Christian Milone, circostanza come minimo ben augurante. Ha riproposto un piatto che lo ha laureato trionfatore:
Oro, incenso e… birra, una finta pizza marinara dal cuore mediterraneo. Esordio assoluto per
Identità di Acqua, organizzato con la collaborazione di
San Pellegrino e tutto dedicato all’ingrediente principale di noi uomini ed elemento che in cucina è solo apparentemente neutro, come dimostrano i relatori.

Christian Milone, dell'estrazione dell'acqua alla Gastronavicella di Pinerolo (Torino)
Acqua di mare quella di
Emanuele Scarello di
Agli Amici di Udine, che ha raccontato la sua piacevole odissea di sei anni attraverso altrettanti piatti a forte componente iodata: la
Brezza di Mare, il cui tocco è un vapore di acqua di molluschi trattenuto nel piatto attraverso una pellicola che, bucata davanti al cliente, lo annega all’improvviso. Il
Mare 2010, riassunto della marinità secondo
Emanuele. La
Bassa Marea che simula una spiaggia appena abbandonata dall’acqua. E
l’Alta Marea, interpretazione commestibile del suo abbondante riflusso. Poi la devastante
Mareggiata che lascia dietro di sé tanti (golosi) detriti e infine il placido
Ritorno a Godia, che vede il mare incontrare la terra. Idee che abboccano all’amo come spigole nel racconto di un pescatore gradasso.
E’ un’acqua più mutevole quella di
Christian Milone della
Trattoria Zappatori di Torino, che si diverte nella sua
Gastronavicella che sta per ripartire dopo la travagliata installazione della nuova cucina. L’acqua compare come essenza di limone nel
100 per cento limone e capesante, come anima liquida di un tartuto disidratato, che va a tartufizzare una patata a sua volta disidratata, come elemento di un
Riso pomodoro e mozzarella sorprendentemente bianco perché l’ortaggio è evocato nell’acqua di cottura che è appunto acqua di pomodoro e infine come elemento portante dell’
Acquapannacotta, dessert leggerissimo.
Esplora tutte le caratteristiche dell’H2O
Gianluca Fusto, professore della pasticceria che ci guida alla scoperta della semplice complessità dell’elemento che – in cucina – cuoce-veicola-struttura-alleggerisce-rispetta i colori. Un viaggio mozzafiato e amniotico che si conclude con un magnifico dessert con crema di cioccolato e latte, macedonia di ananas e mandorle, salsa al miele, granita di basilico, sorbetto di aceto e crema. Vertiginoso.

Luciana Monosilio, Pipero al Rex, Roma
Dall’acqua all’
agua con
Enrique Dacosta di
Quique Dacosta a Denìa, nei pressi di Valencia. Avanguardista puro, abita talmente nella sua
Tomorrowland (così si chiama uno dei suoi menu) che i pensieri lo precedono. Come nel
bloody mary con i cuori di mare in cui la citazione del cocktail è stata quasi inconsapevole.
Quique si e ci tuffa nel mare pieno dei suoi amati gamberi rossi di cui vanta 24 ricette, sempre partendo da quello bollito nell’acqua di mare che in Spagna, scopriamo, è ingrediente vero e proprio, registrato dal ministero della Salute. Il
Gambero rosa con petali ed emulsione del fiore diventa un omaggio alle donne in sala, cogli uomini costretti a rifugiarsi nell’invidia.
Si attracca con
Christian e Manuel Costardi di
Cinzia – Da Christian e Manuel di Vercelli, due giovani ma già rodati
risottari che però ci guidano alla scoperta delle potenzialità dell’acqua gassata (in questo caso la
San Pellegrino. Le bollicine servono a estrarre aromi particolari (come nella
Burrasca, un branzino cotto nell’acqua effervescente) e per cotture particolari, come nell’
Tuorlo gassato in cui le bolle dell’acqua aiutano a rendere più solido e gommoso l’esterno. Con in più il vantaggio di non dover salare le pietanze. E ora, provate ancora a sottovalutare l’acqua!