06-06-2024
Un'allegria intelligente, ironica, stimolante: Bruno Verjus ha portato la sua energia a Identità Milano 2024 (Tutte le foto sono di Brambilla / Serrani)
Il podio della 50Best 2024 era tutto all'ultima edizione di Identità Milano. Non solo Oriol Castro frontman del Disfrutar, che è risultato primo all'evento di Las Vegas, e Victor Arguinzoniz di Asador Etxebarri, secondo. Ma anche Bruno Verjus. Ecco quello che ci aveva raccontato.
Disobbediente Bruno Verjus? Senza dubbio alcuno. Anzi, ci verrebbe quasi da affermare che nessuno come il francese possa incarnare, in questa diciannovesima edizione, i concetti che ne hanno ispirato il filo conduttore. La frase del filosofo Erich Fromm, "L'atto di disobbedienza, in quanto atto di libertà, è l'inizio della ragione", potrebbe quasi essere una didascalia per raccontare alcune scelte di Verjus, una in particolare.
Introducendolo sul palco, Cinzia Benzi non poteva che partire da quel momento cruciale nella storia personale del cuoco francese, che cuoco è diventato solo da pochi anni, tanto da poter essere definito (e da volersi definire lui stesso), "il più anziano dei giovani chef".
L'intervento di Verjus è stato moderato da Cinzia Benzi
Nel 2013, quando aveva 54 anni, annunciò la scelta, del tutto sorprendente, di lasciare il giornalismo per inaugurare il suo ristorante Table a Parigi, in Rue de Prague, vicino alla Gare de Lyon. Ha guadagnato la prima stella Michelin nel febbraio 2018 e la seconda quattro anni dopo.
Anche la scelta di quell'indirizzo, per aprire un ristorante con certe ambizioni, è stata una scelta a suo modo disobbediente: «Il dodicesimo arrondissement è un quartiere molto popolare e i ristoranti che ci si possono trovare non hanno ambizioni stellate. Infatti sono orgoglioso di questa mia scelta controcorrente, della visibilità che ho portato in quell'angolo di Parigi e del fatto che Table è il primo ristorante del nostro quartiere a conquistare due stelle Michelin».
Anche se la scelta di diventare uno chef, dopo anni da critico gastronomico, e di farlo da autodidatta, è stata una trasgressione molto audace: «In Francia da autodidatta? Non mi viene in mente una disobbedienza più scandalosa! C'è un sentimento di appartenenza al mestiere molto forte nel mio paese: per me invece, il fatto di sentirmi in qualche modo isolato mi ha permesso di esprimermi liberamente. Di fare la cucina che voglio fare, quella che vorrei mangiare, senza curarmi dei premi e dei riconoscimenti. Quello che mi interessa, piuttosto, è il confronto con i miei colleghi».
Chiacchierando con la nostra Cinzia Benzi sul palco di Identità Milano 2024, Bruno Verjus ha poi ricordato due chef che considera dei punti di riferimento, dei maestri, come Alain Passard («Lo straordinario lavoro che ha fatto sull'uso dei vegetali in cucina è una grande disobbedienza innovativa») e Bernard Pacaud («La sua trasgressione è stata invece rimanere legato alla classicità senza paura di sembrare passatista, lavorando su una cucina immediata»). E ha tracciato una affascinante analogia tra la sua precedente e la sua attuale professione: «Prima raccontavo storie con la mia penna, oggi racconto storie con la cucina, è solo una forma di scrittura diversa».
La sua voce, sempre venata di ironia, ha mostrato invece qualche inflessione commossa quando ha parlato dello spirito di squadra che si respira a Table: «Il nostro menu nasce da un lavoro di squadra, da un confronto continuo tra di noi sui prodotti che arrivano quotidianamente in cucina, così originano le idee per i piatti che proponiamo. L'affiatamento con la squadra si costruisce con il lavoro quotidiano, ma anche con il riposo: per questo il ristorante è aperto solo quattro giorni su sette, con il weekend completamente libero, per tutelare il diritto di chi lavora con me di avere una vita serena. E' davvero arrivato il momento di lasciarci alle spalle tutte le stupidaggini del passato: il rigore, se non la violenza, della disciplina in cucina, il bullismo, il sessismo. Basta a tutto questo».
Bruno Verjus con Paolo Marchi e Cinzia Benzi
Applausi per Bruno Verjus.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
Giornalista milanese. A 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Fa parte della redazione di Identità Golose dal 2014, dal 1997 è voce di Radio Popolare Instagram: @NiccoloVecchia
Agnese Morandi e Bruno Verjus, sommelier e chef del ristorante Table di Parigi, 2 stelle Michelin
Victor Arguinzoniz fotografato a Identità Milano 2024 da Brambilla / Serrani
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