10-01-2020
Miguel Warren, 25 anni, di Medellìn. E' uno dei simboli della nouvelle vague gastronomica in Colombia
Un paese che vuole riscoprire le proprie radici e tradizioni gastronomiche, che vuole ricomporre una propria geografia del gusto piena di ricchezze e di specificità territoriali, che vuole riaffermare il proprio orgoglio per i sapori che lo caratterizzano: è questa l’immagine della Colombia che è uscita dalla prima edizione di Bogotà Madrid Fusion, di cui abbiamo avuto occasione di raccontarvi su queste pagine, testimoniando anche gli interventi di due colonne della cucina colombiana come Harry Sasson e Leonor Espinosa.
Ma uno dei motivi di maggior interesse di questa prima edizione dello spin-off colombiano del grande congresso gastronomico spagnolo, è stata la presenza nel programma di alcuni giovani chef emergenti che, con la propria energia e con uno sguardo dinamico e lucido, stanno contribuendo a riscrivere la storia della gastronomia di quel paese. Evidenziando tratti comuni, oltre che differenze, nella loro filosofia applicata alla cucina.
Tra cui, sicuramente, va citata l’abitudine per questi giovani cuochi di tornare in Colombia dopo aver fatto importanti esperienze all’estero, e usare quella formazione professionale in alcune delle migliori scuole (come il Basque Culinary Centre) o in alcune delle più prestigiose cucine europee o nord americane per applicare le tecniche apprese sui prodotti e le ricette tradizionali locali. Un’evoluzione sicuramente molto importante e interessante, che sta permettendo anche al pubblico colombiano di trovare nuovi stimoli per andare...a mangiare colombiano.
Warren premiato durante Madrid Fusion Bogotà
Durante i giorni del congresso, il venticinquenne Miguel Warren ha ricevuto da un panel creato da Madrid Fusion Bogotà il premio come miglior chef emergente in Colombia: si tratta certamente di una specie di ragazzo prodigio, in quanto al suo ritorno nella natale Medellìn ha deciso di aprire a soli 20 anni il suo ristorante, Barcal. Che oggi è diventato uno dei punti di riferimento per la nuova alta cucina colombiana.
Ajo blanco amazzonico
Alvaro Clavijo
Ma Clavijo ci crede lo stesso, va in Francia a a studiare, finisce a fare il lavapiatti in un ristorante per sbarcare il lunario e si innamora "di quella dimensione frenetica e rumorosa". Era la sua strada e ne era convinto. Studia a Barcellona, arriva a lavorare in insegne di livello mondiale come il Noma, L'Atelier de Joël Robuchon e Per Se. Proprio quest'ultima esperienza nuiorchese, l'ultima prima del rientro a Bogotà, è quella che considera la più formativa in assoluto per la decisione di aprire un proprio ristorante, in particolare dal punto di vista organizzativo.
Tamal di foglie di coca
I due chef di Celele
Il loro progetto è nato prima come laboratorio di ricerca e studio: il punto di partenza era il desiderio di fare emergere le molte influenze che si sono incontrate e mischiate sulla costa caraibica della Colombia. Quella spagnola ed europa, come quella africana, certo. Ma anche quelle siriane, libanesi, indiane. Parlando con le persone del luogo, con le donne che da una vita cucinavano per grandi famiglie, hanno raccolto tradizioni, storie, ingredienti. E le hanno utilizzate per costruire la proposta gastronomica, giocosa e raffinata, coloratissima, del loro ristorante. Che con poco più di un anno di vita sembra già promettere grandi cose per il futuro.
Melanzana arrosto e sottaceto, cremoso di platano al forno, foglie di orejero croccanti, fiori e aceto di rafano
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
Giornalista milanese. A 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Fa parte della redazione di Identità Golose dal 2014, dal 1997 è voce di Radio Popolare Instagram: @NiccoloVecchia
Davide De Luca (resident chef) e Álvaro Clavijo davanti all'entrata di Mitu, Spirit of Colombia a Milano, il locale dell'imprenditore Ivàn Cordoba - Foto Annalisa Cavaleri
Leonor Espinosa sul palco di Identià Milano 2023
Leonor Espinosa e Fatmata Binta, entrambe relatrici d'eccezione in Auditorium a Identità Milano 2023: la chef colombiana terrà lezione con la figlia Laura Hernandez domenica 29 gennaio ore 15.40; la cuoca sierralonese sabato 28 alle 16.20