13-07-2023
Azotea è, da sempre, alla continua ricerca di equilibrio. Nel ristorante torinese lo chef e lo staff giocano con sapori forti, con gusti aspri e talvolta spigolosi, proprio alla ricerca di un equilibrio non sempre facile da trovare nelle tavole dei ristoranti italiani. E se non è semplice con menu tradizionali e con le ricette che i commensali conoscono e assaggiano da immemori secoli, lo è ancora meno quando si presentano piatti di stile nikkei, che richiedono una scommessa con l’oste.
Il racconto e la presentazione delle portate qui è sempre una scoperta, che richiede approfondimento e studio: da Azotea le ricette sono complesse e stratificate, giocano con ingredienti che non appartengono alla nostra cultura. Il che rende la spiegazione affascinante, il racconto di una lingua straniera, di una tradizione lontana alcuni oceani da noi e che è bello scoprire.
Su questo equilibrio lo chef Alexander Robles Laura ha scelto di sperimentarsi presentando un menu che ha condiviso con Acqua Panna, per l'occasione organizzatore della serata, artefice di un progetto specificamente dedicato proprio al tema dell’equilibrio e persino ingrediente di alcuni piatti. Per celebrare questa storica acqua minerale e il suo territorio di origine, la Toscana, si stanno organizzando molte iniziative tra cui appunto il progetto Equilibrio in un piatto, proprio a sottolineare l’importanza della ricerca di un'armonia nella vita di tutti i giorni.
Alexander Robles
Eccoci dunque alla prima tappa di questo viaggio, sul finir di giugno proprio a Torino e da Azotea. Il menu della cena è stato usualmente e come sempre strutturato girovagando tra le ricette che il locale propone ai clienti che entrano in via Maria Vittoria. Si parte con una piccola entrée di benvenuto, ovvero una Cialda croccante al carbone vegetale con maionese all’aji amarillo e popcorn di quinoa, seguita da Mare freddo, un piatto composto da calamaro acidulato con agretti, piselli e umeboshi. Poi il Deserto della costa, ovvero ceviche vegetale con asparagi, ravanelli, finocchi e pallares verdes; quindi il Serrania Steparia, un piatto tradizionale di Cusco, la città natale dello chef, a base di tuberi delle Ande, cotti all’interno di un impasto di carbone vegetale con due salse di accompagnamento.
Deserto della costa. Foto Chiara Schiaratura Photography
Chiudono la sera la Jungla Alta, il gazpacho tiepido con Iulo, vongole, cozze e mazzancolle; e il Bosco tropicale amazzonico con petto d’anatra in fondo di cacao fermentato.
Sotto la luna. Foto Chiara Schiaratura Photography
Ogni piatto è come sempre associato a un sip, un cocktail in versione small, costruito e presentato in coerenza con i sapori. Da ricordare in particolare il Rye Whiskey al fieno greco con cordiale di basilico, cetriolo e estratto di fragola che si associa perfettamente con il Gazpacho; altrettanto azzeccata l’accoppiata tra il Ceviche servito come secondo piatto e il cocktail su base Aranciata Amara San Pellegrino, estratto di finocchio, mango e ancho verde.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
gastronomo per passione e assaggiatore seriale, abitante della periferia montana del Regno Sabaudo, nel tempo che resta prova a innovare il sistema di welfare italiano. Ancora si emoziona prima di aprire il menu di un nuovo ristorante
Cappuccino di pasta e fave, il piatto firmato da Maicol Izzo, chef del ristorante Piazzetta Milù a Castellammare di Stabia (Napoli) dedicato alla kermesse di Acqua Panna, L'equilibrio in un piatto 2024". La cena presso l'insegna della Penisola Sorrentina, è la prima di una lunga serie in giro per il Bel Paese
Identità Golose annuncia la nuova rassegna I Maestri del Gusto, il progetto targato S.Pellegrino e Acqua Panna per celebrare l’eccellenza culinaria nata dall’incontro tra l’arte della pizza d'autore e la maestria dell’alta cucina. Per restare informati clicca qui