24-01-2022
Federico Sisti alle prese con un pesce da sfilettare. Lo chef è il protagonista di Frangente, aperto nell'aprile scorso a Milano
Un’insegna con le lettere maiuscole, disposte a mo’ di onda, recita: FRANGENTE. Il vocabolario declama che è una “onda di notevoli dimensioni diretta dal mare verso la costa, contro la quale si rompe spumeggiando”. Qui però il mare non c’è: siamo a Milano, in zona Repubblica, ma il cuoco che ci farà divertire è molto legato ai cavalloni e, da buon romagnolo, ha la salsedine nel dna.
Federico Sisti è da sempre appassionato di surf, tanto da tenere le sue tavole nel ristorante: «Le vedi? Eccole là dietro, vicino all’ingresso. Sono il mio biglietto da visita», spiega sornione, da dietro al bancone dove si apre la cucina a vista, senza barriere, che lo vede preso anima e core.
Dopo la preziosa esperienza al Ronchettino, divenuto vero e proprio luogo di culto per chiunque volesse godere appieno della tradizione milanese e non solo, Federico sentiva il bisogno di allargare gli orizzonti, andando a concretizzare le idee in qualcosa di completamente suo. Nasce così, insieme ad alcuni soci (Laura Bencini, Josef Khattabi ed Enrico Cruccu), Frangente: qui si racchiude una goduria generosa, figlia di ricette della campagna, del mare e della Romagna, rilette in chiave contemporanea e trasposte in una realtà come il capoluogo lombardo. Si può dire che siamo oltre le definizioni classiche di trattoria, ristorante, fine dining: Frangente è un locale dove si sta bene e forse è proprio questa l’unicità che conta.
La sala
Il benvenuto: pane, grissini al mais e qualche fetta di salame di Felino
Foie gras di anatra, marinato al Porto, con indivia belga caramellata allo zucchero di canna e mosto cotto
«Pensavo di farvi assaggiare questa, per non avere solo carne nel menu» propone a un certo punto Federico Sisti, mentre mostra il collo di una ricciola di pezzatura considerevole: «La preparerò al forno, con sale e olio, per esaltarne la carnosità insospettabile». Approvato e messo subito in cottura.
Federico Sisti e la Testina di maiale in due versioni
Dal lato dei classici si erge fiera la mitica Trippa (rumine e cuffia) con scalogno, sfumata con agro di mosto e aceto invecchiato, passata di pomodorini e pecorino affumicato Primo Fiore sardo. Se si vuole imparare a conoscere questo cuoco, il consiglio è di provare, almeno una volta, proprio la sua trippa, vera carta d’identità della mano di Federico: inconfondibile. Ogni gusto è al suo posto, l'assaggio è avvolgente e morbido e richiama continuamente il boccone, grazie al leggero sentore affumicato dato dal pecorino e all’acidità amica, davvero ben dosata.
Trippa con scalogno, sfumata con agro di mosto e aceto invecchiato, passata di pomodorini e pecorino affumicato Primo Fiore sardo
Animella di cuore, con zucca, borragine, aceto invecchiato sei e quattordici anni e fondo di vitello
La traccia della nobile acidità si palesa anche nel Risotto Carnaroli Riserva San Massimo con rosmarino, aceto invecchiato sei anni e midollo, guarnito con guanciale di vitello alla saba, sempre di Acetaia San Giacomo. Ecco un fuori carta sorprendente: il rosmarino è davvero un colpo di genio, per rinfrescare e dare un tono erbaceo alla grassezza del midollo, senza intaccare gli altri elementi, che si rincorrono vicendevolmente, come in una staffetta. Quella guancia brasata è infine il completamento perfetto.
Risotto Carnaroli Riserva San Massimo con rosmarino, aceto invecchiato sei anni, midollo, guanciale di vitello alla saba
È il momento della pasta
Pasta mista, bisque di crostacei, passato di fagioli cannellini, gamberi rosa e teste di calamari
Tortelli ripieni di erbe ripieni di mascarpone e ricotta, con ragù di garretto e sottospalla di vitello
Collo di ricciola
Cotoletta
Piccione
Federico Sisti, cuoco surfista, doma i cavalloni del sapore che è una meraviglia.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
piacentino, classe 1988, ingegnere&ferroviere. Mosso da una curiosità gastronomica continua, ama definirsi “cultore delle cose buone”, essendo cresciuto in una famiglia dove si faceva tutto “in casa”. Crede fermamente nella (buona) tavola come creatrice di legami, generatrice di ottimi ricordi e di emozioni vive. Instagram lucafarina88
Foto di rito al pass, con la brigata di Identità Golose Milano
I piatti della trattoria italiana a Honk Kong, Testina, un'idea - brillante - di Diego Rossi, patron e chef di Trippa Milano, Pietro Caroli e Matteo Ceravolo
Astice al vapore, animella di cuore di vitello e bisque all'acqua di peperoni arrostiti è il Piatto del 2023 di Federico Sisti, chef del ristorante Frangente a Milano