29-06-2021
La finestra sul mare del Conero del Clandestino Susci Bar di Moreno Cedroni a Portonovo, frazione di Ancona
Chissà come sarebbe stato L’Infinito di Leopardi se fosse stato scritto uno dei tavolini del Clandestino Susci Bar di Moreno Cedroni, lì dove il Cònero con la baia di Portonovo incontra il mare e lo sguardo si perde oltre quella linea immaginaria di congiunzione tra cielo e acqua. Di giorno le piccole pietre bianche assottigliate dal continuo sciabordìo riflettono il sole, tutt’intorno sembra disegnato con i colori presi dall’astuccio di un bambino che dal tramonto (sicuramente il momento più suggestivo) sfumano dolcemente. E con lo stesso animo fanciullesco Moreno declina la sua idea di susci, una piccola rivoluzione culinaria che in 21 anni ha visto intrecciare storia, letteratura, miti, fiabe e altre suggestioni che di certo la pandemia non ha arrestato ma anzi, è stata lo spunto per tornare alle origini dell’uomo, segnarne le tappe evolutive e, chissà, propugnare oggi un nuovo umanesimo, anche in cucina. Susci Preistorico è un susseguirsi di tappe fatte prima pensiero e poi piatto, che Moreno Cedroni sviluppa tra gennaio e febbraio con Luca Abbadir alla Madonnina e che al Clandestino realizza insieme al sous chef Alessandro Mandrioli e porta in tavola sotto l’occhio attento di Massimo Franzin che questo luogo magico lo vive da 20 anni.
Dall’arrivo dell’uomo sulla Terra all’Antropocene, ecco le fasi della preistoria passando per l’Età della Pietra, del Bronzo e del Ferro a cui si aggiunge scherzosamente quella del “Ramen”, abbiamo assaggiato il nuovo menù in abbinamento ai vini del Sannio Dop, una denominazione che, quanto a quarti storia (di territorio, di vitigni, di vini) e a qualità raggiunta – attraverso il lavoro di quasi 8 mila viticoltori e un centinaio di aziende coordinate dal Consorzio di Tutela, presenti sul mercato con l’Aglianico del Taburno Docg rosso e rosato, la Falanghina del Sannio Dop e le diverse tipologie della Igt Beneventano – è stata una pregevole compagna di avventura.
Si parte con l’Era Glaciale, iniziata in concomitanza del Quaternario, il periodo geologico in cui fa la comparsa in Europa l’homo sapiens e i Neanderthal scompaiono: l’Ice Age è un ghiacciolo, idromele e Chartreuse, una delle bevande alcoliche le cui origini si perdono nella notte dei tempi e l’elisir vegetale forse più conosciuto al mondo. Insieme per il primo shock sensoriale.
Era Glaciale
Fossile
Fossile bis
Età della Pietra
Homo Erectus
L’Età della Pietra porta l’uomo a organizzarsi e a creare i primi utensili utili per la caccia, per la pesca e per la sopravvivenza. All’epoca il fuoco non era stato ancora scoperto quindi l’alimentazione era ancora prevalentemente vegetale o a base di proteine animali crude. Il piatto è un bocconcino di dentice con semi spezzati di farro e orzo agrodolci, zucca gialla e sedano, servito con una salsa di pomodoro crudo, olio al basilico e semi croccanti sopra.
La prima vera rivoluzione in cucina arriva quando l’uomo riesce a governare il fuoco e mette a punto una sperimentale tecnica di cottura che permette di cuocere direttamente sulle braci le carni e quanto di commestibile in natura. Questo passaggio fondamentale fa si che anche il corpo dell’uomo si evolva, lo stomaco rimpicciolisca e si sviluppi maggiormente il cervello. Un punto di svolta che porterà l’uomo a stanziarsi e a organizzare la propria vita intorno al fuoco, ad avere una ciclicità giornaliera fatta anche di pasti in condivisione e prime forme di comunicazione.
Homo Erectus, quarta portata, è un cubo di tonno servito insieme a un identico cubo di carne, che vanno entrambi scottati su una pietra lavica incandescente a poi adagiati nel piatto dove con il purè affumicato e con la salsa di frutti rossi fermentati sono disegnate le rispettive postazioni. Tecniche e sapori che rievocheranno il sentore del fuoco, fondamentale elemento per la sviluppo della specie umana.
Ramen
Lophius
Selvatico
Disgelo
Lophius – il nome latino della rana pescatrice – prende le mosse dall’idea che, pur avendo a disposizione alcuni strumenti gli uomini non avessero ancora sviluppato velleità artistiche in cucina. È per questo che la pescatrice arriva intera con la sua testa gustosa, dopo essere stata passata in padella con burro e polvere di porcini, adagiata su una melanzana arrosto, polvere di funghi fermentati, melanzana e polvere di ginepro. È il piatto di collegamento tra terra, mare e cielo.
Si arriva così al Selvatico pre-dessert, nel quale torna un elemento dell’aperitivo come da tradizione del Clandestino, la Chartreuse in questo caso abbinata alle nocciole, panna acida e polvere di Kafa, prima del Disgelo. Che è il nome del dolce ma anche la fine di un’epoca che ha fortemente condizionato la vita sulla terra; il caldo e la presenza di acque dolci portano all’agricoltura e quindi alla civiltà stanziale, alla vita sociale: un gelato al kefir, granita di Cedronic, salsa di lamponi fermentati e streusel al topinambur: la fermentazione…nella preistoria.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
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Giornalista freelance, da quasi 30 anni racconta di ristoranti, di vini e di territori. E' fondatore e curatore di MeetInCucina, format congressuale di cucina che sta sviluppando in diverse regioni italiane
Da sinistra lo chef de La Madonnina del Pescatore a Senigallia (Ancona) e del Clandestino Susci Bar sulla spiaggia di Portonovo, Moreno Cedroni, il regista Massimo Tomagnini, Mariella Organi, moglie di Moreno e regina della sala italiana, e Paolo Marchi. Tutte le foto sono a cura di Marialuisa Iannuzzi
Martedì 25 giugno Identità Golose Milano ospiterà una serata speciale per festeggiare un anno davvero importante per lo chef marchigiano Moreno Cedroni: nel 2024, infatti, si celebrano i suoi 60 anni, i 40 anni del suo ristorante più storico, La Madonnina del Pescatore di Senigallia, e i 20 anni di un altro luogo mitico per l'alta cucina in riva al mare, il Clandestino di Portonovo. Per l'occasione, sarà presentata una versione concisa del menu attuale del Clandestino: è il Susci Rosa, un percorso che omaggia sei di otto grandi donne. Orario unico di prenotazione ore 20.00. Per info, visitare il sito dell'hub
Dall’Italia è una narrazione in continua evoluzione di tutto il buono che racchiude in lungo e in largo il nostro Belpaese. Una rubrica che ci porta alla scoperta delle migliori trattorie, i ristoranti più esclusivi, osterie, tra le vette più alte o in riva al mare. Delizie che non possono sfuggire alle rotte dei più entusiasti viaggiatori.