Ha aperto da pochi giorni a San Bonifacio - l’ultimo Comune di Verona prima di Vicenza - Meteri Cucina, il ristorante di Meteri, azienda veneziana nota per la distribuzione di etichette naturali da tutta Europa. Un concept interessante proprio perché estende alla ristorazione gli orizzonti di un brand finora legato al mondo del vino. «Vedo un’interessante analogia», rammenta l’idea il patron Raffaele Bonivento, già manager per Diadora, un decennio fa folgorato sulla via di vigne e calici, «tra la ristorazione e il mondo della moda: la tendenza a declinare il marchio in attività diverse».
Una scintilla scoccata in fase pre-Covid, cui seguirono numerose ricerche di location nella campagna tra Venezia e Padova. Finché non si è presentata l’opportunità di rilevare il locale che fino a poco tempo fa ospitava Degusto, l’arioso ristorante con stella Michelin di Matteo Grandi - poi traslocato al Caffe Garibaldi di Vicenza città – che sorge proprio accanto all’insegna monumento di San Bonifacio, I Tigli di Simone Padoan.


Meteri distribuisce circa 350 referenze da 70 produttori di 8 paesi d'Europa

Panzanella di cozze di Mitilla (tutte le foto dei piatti sono di Andrea Moretti)
Superato l’ingresso, s’intende subito l’antifona: niente fine dining ma ambiente rilassato, con espositori che sfoggiano i gioielli di Meteri azienda (
Meinklang,
Paraschos,
Tenuta di Maio,
Daniele Portinari,
Robinot…) e tavoli ben distanziati in sale diverse, incluso un grazioso dehors. Ad accogliere c’è
Luca Fullin, socio mescitore già noto per le prodezze al ristorante
Local di Venezia (che non lascia) e lo stesso
Bonivento, lesto a spiegare lo
scouting dei piccoli produttori di cibo, un esercizio meticoloso quanto quello che ha reso celebre l’azienda da cui tutto è partito («Tengo a dire che in catalogo non ho alcun Brunello né vini che fanno legno»).
«Ci siamo spinti sulle malghe dei Monti Lessini», illustra il patron nel manifesto delle origini, «a caccia di
Cimbro e
Monte Veronese. La carne la prendiamo da
Andrea Tolin, un ragazzo attento alla sostenibilità, le verdure da
Terrakrea, le cozze
Mitilla dalla laguna a Pellestrina. Abbiamo il
Pastaio di Creazzo per gnocchi e bigoli, il Prosciutto Veneto da
San Marco, i formaggi di capra di
Perenzin, il pescato dal Mercato Ittico del Tronchetto, a Venezia…». E via così. La trasparenza sui fornitori è una scelta certamente virtuosa – in verità, spesso offuscata dall’ego di chi gestisce le cucine. Naturalmente, poi, occorre la mano giusta che le trasformi in cucina.

Risi, bisi, capra al Traminer e ciliegie

Lingua, uovo e zucchine scapece
E qui c’è un’interessante sorpresa: brigata e fornelli sono affidati a
Eleonora Barbone, 32 anni e già con importanti esperienze alle spalle, ultimo il desco greco di
Vasiliki Kouzina a Milano - e prima ancora
Edit a Torino,
28 Posti ancora a Milano e
S’apposentu in Sardegna. La cuoca, anche lei curiosamente di natali veneziani, è guidata da un palato felice: compone una cucina di prodotto che non accalca più di tre ingredienti importanti per piatto. Questo perché sa bene che la riconoscibilità degli addendi è importante. Ma dimostra di sapere bene pure che, spesso, la tradizione (in questo caso di matrice veronese-veneta e stagionale) è una stanca ripetizione di dogmi. Per questo non rinuncia a riflettere sui ricettari per imprimere la sua piccola firma su classici come panzanella, risi e bisi, bigoli e sarde, pesce all’acquapazza, tiramisu… Premesse confortanti per scrivere un altro capitolo interessante della saga "nuova trattoria italiana".
Meteri Cucina
via Camporosolo 9a
San Bonifacio (Verona)
+393519122717
Prezzi medi: antipasti 13,50, primi 15, secondi 24, dessert 7 euro
Chiuso martedì e mercoledì