28-11-2023

Meteri: una distribuzione di piccoli produttori del mondo di altissima qualità

Quasi cento produttori nazionali ed esteri che narrano l’artigianalità della vigna per vini mai banali e sempre eccellenti

Raffaele Bonivento

Raffaele Bonivento

Meteri nasce da un’intuizione di Raffaele Bonivento, grande appassionato e profondo conoscitore di vino. Dopo aver intrapreso un corso studi di Economia a Venezia non conclude il percorso accademico per girare il mondo con l’indole di buongustaio. Nel 2014 abbandona gli abiti manageriali del settore calzaturiero di lusso, dove aveva forgiato il suo talento, per fondare una società singolare dedicata alla distribuzione di vini cosiddetti artigianali.  Un concetto essenziale per comprendere appieno la partenza del progetto e afferrarne gli sviluppi presenti e futuri. Un uomo che potremmo definire viaggiatore del gusto dove il viaggio cela relazioni, intuizioni, scoperte. Se l’inizio è un vero e proprio lavoro di ricerca percorrendo migliaia di chilometri e altrettanti assaggi, dopo qualche anno, i piani lavorativi si delineano al meglio e il sogno di Raffaele si realizza con successo.

Bonivento sostiene: «Il vino mi deve far vibrare e per iniziare questo progetto ho pensato quali fossero i requisiti ideali per selezionare un vino e mi sono detto che la mia ricerca doveva svilupparsi con questi parametri: produttori artigiani poco interventisti in vigna e in cantina, utilizzo di soli rame e zolfo, cantine dove si praticassero fermentazioni spontanee con un utilizzo al minimo di anidride solforosa e, non ultima, un’impeccabile bevibilità del vino. Una selezione maniacale che mi vede in prima linea anche se, da qualche tempo, ho al mio fianco una squadra di collaboratori con un’età media di 30 anni».

Raffaele Bonivento, founder di Meteri: passione e conoscenza dei piccoli produttori d'eccellenza

Raffaele Bonivento, founder di Meteri: passione e conoscenza dei piccoli produttori d'eccellenza

Oggi il catalogo Meteri vanta un centinaio di cantine italiane ed internazionali con un 50% di etichette nazionali e il restante estero di cui oltre la metà francesi. Un lavoro che porta in luce vitigni dimenticati, produttori ribelli, spesso dimenticati, che offrono vini identitari fuori dall’ ordinario in piccole quantità e, magari, non producono ogni annata perché la natura comanda più dell’uomo stesso. Un lavoro sorprendente di Meteri è la valorizzazione della genetica di un vigneto e la ricerca di prodotti frutto di cambi generazionali.  Ogni anno il team Meteri degusta oltre 3000 vini per creare un’offerta, esclusivamente per il canale Horeca, vantando 1500 clienti da Pantelleria ad Aosta. «Quest’anno siamo orientati – chiosa Bonivento- ad un fatturato di tre milioni di euro e una previsione 2024 per arrivare a quattro aumentando il portafoglio cantine per giungere a 120 realtà artigianali di altissima qualità». Simone Vizzari, neo brand ambassador di Meteri aggiunge: “Stiamo anche portando avanti un lavoro di private label Meteri riunendole sotto il marchio Bakari (un nome che richiama il “bacaro” veneziano, luogo ideale per degustare vini e deliziarsi con i cicchetti), una produzione di circa 20 mila bottiglie all’ anno. Una continua selezione di prodotto e produttori per un bere più immediato e quotidiano».

Una collaborazione intensa con i produttori che non vede solo la vendita del vino ma Meteri accompagna il vigneron alla produzione, specie per quei contadini che sono costretti a vendere uve in esubero perché non hanno la possibilità di implementare la parte produttiva e commerciale. Un obiettivo di selezione che parte da un territorio, una denominazione, un vignaiolo e la sua filosofia per poi arrivare alle etichette vere e proprie. Oggi le private label sono nove. Un vino genuino che non si associa, necessariamente, al vino naturale. Per citare qualche protagonista del catalogo Meteri, con vignaioli molto diversi tra loro, spicca un Frank Cornelissen e il suo Etna, Jean Pierre Robinat in Loira e la famiglia Paroschos in Friuli.

Kai 2020

Kai 2020

Di quest’ultima ci ha colpiti un assaggio del Kai 2020, un vino macerato bianco, friulano del Collio con una struttura imponente. Un vino che nasce da antiche vigne di oltre 80 anni distese su terreni marnosi detti “ponka”. Un naso che sa di cera d’api e frutta gialla sciroppata, un corpo fresco e un tannino presente, equilibrato con un grande potenziale di evoluzione. I produttori sono la famiglia Paroschos, originari della Grecia, che ha un primato nel Collio per aver vinificato senza solfiti né additivi aggiunti optando per brevi macerazioni.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Cinzia Benzi

laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione

Consulta tutti gli articoli dell'autore