30-11-2020
Ha chiuso a tempo indeterminato - certifica la Michelin, che gli ha tolto l'ultima stella - il Combal.zero al Castello di Rivoli, luogo mitico per ogni buongustaio, dove il genio di Davide Scabin ha cambiato la cucina italiana per un ventennio abbondante. Aveva aperto in quella sede nel 2002, ma già nel 1994 lo chef, insieme a Milena Pozzi, aveva creato il suo primo il ristorante, Al Combal, ad Almese, nella bassa valle di Susa
Pubblichiamo il capitolo "Rivoluzione sabauda" tratto dal recente libro La vita segreta dei cuochi, scritto da Marco Bolasco e Marco Trabucco per Giunti editore (per acquistarlo clicca qui). Lo facciamo perché Davide Scabin non merita di uscire di scena in sordina, con una riga in un comunicato Michelin che riassume l’edizione 2021 della guida rossa. Questo capitolo completa il mio racconto in XXL, 50 piatti che hanno allargato la mia vita, rilanciato in questo sito a ottobre, ma edito in un libro pubblicato nell’autunno 2014.
Mi rendo conto solo adesso, sulla scia di un Combal.zero chiuso a tempo indeterminato, che non siamo poi così tanti, certo non una folla, coloro che possono raccontare il primissimo Combal, quello degli anni Novanta ad Almese. Sconosciuto alle guide, in tanti lo scoprimmo grazie a Bob Noto. Bob faceva in modo che critici e guidaioli deviassero dai loro programmi e sottraessero tempo a puntate nella Langhe per procedere in direzione Val di Susa, che in pratica quasi nemmeno imboccavi. Arrivando dal capoluogo, Almese era subito lì.
Sono tre i cuochi che occupano il mio personalissimo podio delle emozioni vissute la prima volta a tavola da loro: Ferran Adrià, Massimiliano Alajmo e Davide Scabin. Però sul catalano scorrevano già fiumi di inchiostro che quasi ti chiedevi se non vi avevi già pranzato. E qualcosa di simile con Alajmo alle Calandre a Rubano (Padova), visto che le fondamenta della prima stella erano state erette dai genitori, Erminio in sala e Rita in cucina. Con il torinese nulla di tutto questo, era una novità assoluta. Vi arrivavi con una memoria che era in pratica una tabula rasa e, come tale, pronta a essere scritta da cima a fondo.
Paolo Marchi
C’era una volta, in anni non sospetti, una trattoria in un angolo di Piemonte che serviva “clandestinamente” menu creativi. Il Combal. E poi un ristorante modernissimo, di cristallo, accanto a uno dei più importanti musei italiani di arte contemporanea. Che serve piatti di grande cucina classica e borghese. Il Combal.Zero.
Due facce della stessa medaglia, dell’intelligenza complessa ed eclettica di Davide Scabin. «Poche note sono sufficienti per presentare Davide Scabin: basta dire che ha cambiato la storia della cucina». Con questa frase Alessandra Meldolesi definisce il genio di Rivoli. Anzi, di Almese. Perfettamente descritto anche da Bob Noto: «Davide in Piemonte rappresenta l’unico che veramente si sia preso la briga di scuotere gli animi. È stato il primo a fare una cucina d’autore in una delle regioni più legate alla tradizione e meno disposte all’innovazione. Una scommessa persa in partenza che lui invece ha vinto. È diventato famoso nel mondo».
Davide Scabin a Identità Golose
La formazione di Scabin è atipica per un grande chef: nessun apprendistato presso i maestri della cucina italiana e internazionale, nessun viaggio all’estero, nessuna influenza esterna né culturale né di pensiero. Davide inizia a quattordici anni frequentando la scuola alberghiera di Torino, per poi lavorare in due importanti ristoranti della città. «Sono stato in un paio di ristoranti fantastici, ’L Galantom di Torino e il Bontan di San Mauro Torinese. Ma non mi sono mai interessato a quello che facevano gli altri, non ho mai avuto la fissa di andare a mangiare dai colleghi né di leggere le riviste di settore. Ormai con tutti questi congressi di gastronomia la cucina è solo copia e incolla, si fanno le stesse cose dappertutto. Credo che la paternità di certe idee andrebbe in qualche modo tutelata».
Cyber Egg
È qui che Scabin affina la sua idea di riproducibilità e serialità studiando una sua versione di food design. Ed è qui che comincia a servire menu innovativi e piatti che introducono la multisensorialità e la memoria nel rapporto con il cibo, divertendo e mantenendo sempre molto centrale l’aspetto edonistico.
Piola kit
Hambook
Black is black
Zuppizza
Space lasagne
Tataki di melanzana e confit di pomodoro
Rognone al Gin
Fassona al camino
G&G Burger
Fusione a freddo
Quello che ha fatto lui – in effetti – in Italia non ha ancora avuto il coraggio di farlo nessun altro.
Tantissimi i piatti pensati da Scabin per il Combal.zero e presentati a Identità Golose, negli anni. Eccone alcuni, le foto sono di Brambilla-Serrani. Iniziamo con la Check salad, qui la ricetta
Cipollone al forno con spaghettoni e salsa di acciuga, qui la ricetta
Insalata di mare e rigatoni alla carbonara grigliati, qui la ricetta
Matrioska di Tropea, qui la ricetta
Patata orizzontale, qui la ricetta
Petite Marmite, qui la ricetta
Gnocchi alla romanara, qui la ricetta
Spaghetti Pizza Margherita, qui la ricetta
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
Marco Bolasco è l'ideatore e fondatore della casa editrice Topic
La Combal Space Lasagna di Davide Scabin, primo esempio di pasta italiana nello spazio, anno 2013
Dall’Italia è una narrazione in continua evoluzione di tutto il buono che racchiude in lungo e in largo il nostro Belpaese. Una rubrica che ci porta alla scoperta delle migliori trattorie, i ristoranti più esclusivi, osterie, tra le vette più alte o in riva al mare. Delizie che non possono sfuggire alle rotte dei più entusiasti viaggiatori.