La Calabria è tanto bella quanto sconosciuta. Ma forse è così bella proprio perché non è ancora calpestata da un turismo di massa. Qui la qualità continua a contare più della quantità e te ne accorgi proprio "assaggiando" quel territorio, caratterizzato da eccellenze enogastronomiche di nicchia. La Calabria bisogna amarla tanto e conoscerla bene per avere l'intuito e la passione di farla crescere grazie a una rete sinergica di piccoli produttori locali.
Intuito e passione fanno parte del dna di Claudio Villella, chef calabrese al 100% del ristorante L'Olimpo all'interno del Best Western Hotel La Perla del Porto a Catanzaro Lido: è stato lui che ha dato vita ad Agronauti, un progetto nato per rilanciare il territorio attraverso realtà produttive di eccellenza.

Le risaie di Sibari della Masseria Fornara
«Sono il capitano di una squadra fortissima - ci racconta
Villella -, 16 giocatori pronti ad andare in gol con la stessa maglia. Ho sempre creduto che la cucina di qualità parta da prodotti che si è imparato ad apprezzare instaurando rapporti di reciproca fiducia con chi li coltiva e realizza. Sono andato a cercare i produttori, a osservare come coltivano la terra, i vigneti, come seguono le stalle e gli animali. Non ho dato per scontato nulla, ho imparato e tanto. Il chilometro zero non è uno spot, ma una filosofia da apprendere e rispettare. Conosco tutto dei miei
Agronauti, siamo amici e complici, ci confrontiamo e aiutiamo a vicenda. Non siamo una squadra chiusa, il mio obiettivo è allargarla, farla crescere con altri ingressi eccellenti. Parliamo tutti la stessa lingua: il calabrese, il nostro è un racconto identitario. Senza tradimenti».

La raccolta di liquirizia Nature Med
Il neologismo
Agronauti si rifà al mito greco degli Argonauti che, sotto la guida di Giasone, a bordo della nave Argo si muovevano alla conquista del vello d'oro. Spiega
Villella: «Attualmente la nostra formazione si appoggia su 8 aziende vinicole e 8 produttori di eccellenze del territorio. Per essere un Agronauta devi garantire una filiera corta, tracciabilità, trasparenza, sostenibilità e avere un amore viscerale per la tua terra».
Eccoli gli Agronauti: la melanzana Lady Violetta de.co. di
Longobardi, il tartufo del Pollino Sapori di Bosco di
Gugliuccello, lo
Zafferano del Re, i vini di
Cantine Cundari, di
Magna Grecia, quelli di
Cataldo Calabretta, di
Sergio Arcuri, di
Le Moire, di
Cantine Colacino e di
Benvenuto, il riso carnaroli di Sibari di
Masseria Fornara, i formaggi caprini dell’
Azienda Agricola Santanna, i micro ortaggi di
Ghea di Andrea Colicchia, il caciocavallo di
Ciminà, la liquirizia dop
Nature Med e l'olio extravergine dop Lamezia dell'azienda
Costantino.
Un progetto importante che
Villella ha avuto la fortuna di condividere subito con
Fabio Rotundo, il direttore dell'hotel
La Perla sul Porto. «C'era talmente così tanto entusiasmo e passione nelle sue parole – ricorda
Fabio – che era impossibile non esserne travolti. La mia famiglia e
Claudio abbiamo la stessa visione identitaria della terra che ci ha visto nascere e crescere. Il progetto non è solo economico, ma contiene tutta la poesia di una terra umile, laboriosa, con infinite potenzialità ancora inespresse».
«Non cerchiamo l'impossibile – sottolinea
Villella -, ma abbiamo un'idea precisa di alta cucina di qualità. Gli
Agronauti ci aiutano non solo a crearla ma anche a farla conoscere». Una volta al mese lo splendido salone de
L'Olimpo si apre a un viaggio nel gusto che chiama a raccolta turisti ed appassionati di sapori, profumi e colori calabri. Si ascolta, s'impara e si degusta.
A ogni appuntamento un prodotto di eccellenza si prende la scena, abbinato ad una cantina agronauta: prima viene raccontato in ogni particolare e poi servito in un menu che lo esalta, risvegliando emozioni antiche. Leggerezza e raffinatezza è il binomio che accompagna ogni creazione dello chef de
L'Olimpo, improntata sul cromatismo e l'assoluta freschezza degli ingredienti. «Troppo spesso si parla di chilometro zero – spiega
Villella – senza conoscerne realmente il suo significato. Le nostre serate hanno proprio anche questo scopo: portare direttamente al tavolo dei clienti chi coltiva e produce, accorciando le distanze e ponendo l'accento sulla sostenibilità come unica strategia percorribile».